La formazione partenopea guidata da Riccardo Prencipe ripercorre la propria storia rivisitando numerosi brani, all'insegna di un progressive-ethereal-neofolk spontaneo e vigoroso, con due sorprendenti cover di Anathema e Sepultura. In arrivo concerti in Cina e Germania.
Guardarsi allo specchio, guardare a una storia più che decennale, ma una storia viva, fatta di musica, concerti, apprezzamenti anche al di fuori dei confini nazionali. Così Riccardo Prencipe riassume il senso di Back Through The Liquid Mirror, il nuovo album di Corde Oblique, il progetto da lui fondato nel 2005 che, a tredici anni di distanza dai primi passi, si guarda indietro, si riappropria di alcuni pezzi divenuti veri e propri classici, e li rivisita dal vivo, in studio.
Back Through The Liquid Mirror è il nuovissimo album di Corde Oblique, pubblicato da Dark Vinyl Records, distribuito in Italia da Audioglobe e in tutto il mondo da MVD (USA), Plastic Head (UK), Clear Spot (Benelux), Nova Media (Germania), Dying Art (Asia), in digitale su Believe. Corde Oblique si è riunita per un giorno negli Splash Studio di Napoli e ha reinterpretato i classici del proprio repertorio attraverso lo “specchio liquido” del presente, tutto d'un fiato, registrando e filmando la performance.
Proviamo a entrare
dentro un'operazione intrigante e suggestiva come Back
Through The Liquid Mirror. Partiamo proprio dal titolo, il
punto di partenza di un viaggio evocativo...
Come spesso accade nelle
fasi creative esiste un momento che definirei “il primo impulso
della viscera”, a cui segue poi una fase “di testa”.
Il primo istinto è stato
semplicemente quello di “fotografare” il presente della band.
Oggi la formazione live ha assunto una struttura stabile e ha dato un
nuovo carattere a determinate esecuzioni. Ogni brano, una volta
pubblicato, prende una vita propria e, se parte del repertorio live,
inizia a trasformarsi come un essere vivente. Cresce, cambia, a volte
diventa più bello, a volte diventa più brutto, ma in ogni caso è
diverso.
Questo guardarsi indietro
attraverso uno specchio vivo, liquido come acqua, è alla base di
questa idea. Sarebbe come dire: “Ecco come siamo oggi a distanza di
ben 13 anni”; guardiamoci indietro attraverso uno specchio liquido
e vivo: cioè il live.
Back Through The
Liquid Mirror è una sorta di "antologia di inediti"
poiché raccoglie brani noti rivisitati sotto un'altra veste. In base
a quale criterio avete selezionato i pezzi?
Ci siamo attenuti a
quello che è una parte del nostro repertorio live.
Sfogliando il catalogo
dei nostri album ci si rende conto che alcuni brani sono difficili da
riproporre durante un concerto per motivi strumentali. Nei nostri
dischi si contano tantissimi strumenti, spesso assai diversi tra
loro. Il live assume invece un carattere più folk-rock-progressivo,
ed è quello che volevamo uscisse fuori.
Nella tracklist
compaiono due cover, Flying degli Anathema e
Kaiowas dei Sepultura. Due brani diversissimi
tra di loro e dalle sonorità tipiche di Corde Oblique. Perché
questa scelta?
Si tratta semplicemente
di due band con cui sono cresciuto, e che ho seguito fino a un certo
momento preciso della loro evoluzione, che trovo diversa, ma assai
interessante: i Sepultura fino a “Roots” e gli Anathema fino a
“We’re here because we’re here”.
Entrambi le band hanno
avuto picchi di espressione assai interessanti a mio parere, uno di
questi è stato Chaos A.D. (storico album dei Sepultura).
L’idea di rivisitare un loro brano mi stuzzicava da sempre, in fine
ebbi anche modo di far ascoltare la versione originale ad Andreas
Kisser, il quale si disse subito molto entusiasta. Spero che ascolti
anche questa nuova, e sono convinto che gli piacerà ancora di più.
Con Daniel Cavanagh degli
Anathema suonammo un paio di brani durante un suo live acustico ed in
seguito, con i Corde Oblique, decidemmo di coverizzare “Flying”
dopo aver ascoltato una loro esecuzione favolosa in apertura del
concerto dei Porcupine Tree a Roma.
Corde Oblique è molto
attento alla dimensione del live. Che differenze ci sono tra il
gruppo in studio e sul palco?
Le differenze sono
notevoli direi. Abbiamo sempre registrato i nostri album step by
step, costruendoli dalle fondamenta e sovrapponendo gli strumenti uno
ad uno come pennellate multistrato, come si fa con un montaggio
cinematografico. Stavolta volevamo invece la spontaneità e il vigore
del teatro.
Nei dischi abbiamo
ospitato anche quartetti d’archi, oud, flauti antichi, tutto questo
dal vivo purtroppo al momento sarebbe troppo ostico da organizzare,
ma se un giorno dovessimo averne le possibilità mi piacerebbe
organizzare un concerto Corde Oblique di repertorio mai eseguito,
quello che mostra l’altra faccia della mia passione musicale:
classica, medievale ed arcaica.
Corde Oblique è uno
dei pochi gruppi italiani a vantare un credito internazionale e ad
aver un'attività live frequente al di fuori dei confini nazionali.
Cosa pensi colpisca della vostra musica all'estero?
Sono molti i gruppi a
lamentare di avere maggiore successo in Italia che all’estero.
Personalmente non la penso così e non credo a chi afferma di essere
noto più all’estero che in Italia. Mi spiego meglio: i nostri
concerti italiani, soprattutto in Campania e in Lazio, sono sempre
andati molto bene e sono grato alla città in cui vivo nonostante sia
un città eccessivamente malata di calcio e di altre cose che non sto
qui ad elencare.
Se dicessi che Corde
Oblique è un nome arcinoto all’estero direi una menzogna per
pavoneggiarmi. Se invece voglio essere sincero posso dire che i Paesi
in cui c’è una buona ricezione della nostra musica (anche
superiore all’Italia) sono Germania, Russia e Cina. Abbiamo
ovviamente appassionati che ci seguono ed ordinano i nostri dischi da
tanti altri paesi, ma questi tre sono i più recettivi nei nostri
confronti, al momento. Il perché me lo chiedo anche io, ma gliene
sono grato. Spesso non ti nascondo che resto attonito quando suoniamo
in teatri di una certa importanza fuori (fino a 1000/1500 posti) e
qui in Italia veniamo snobbati da proprietari di club di 50 metri
quadri, che spesso non rispondono nemmeno alle nostre email. Fino a
qualche anno fa ci restavo male, ma crescendo si diventa più
fatalisti, non mi va di combattere contro i mulini a vento, va bene
così.
Lavorare all'estero,
avere contatti professionali fuori dall'Italia è decisivo per la
crescita e l'evoluzione artistica. Dai concerti e dai rapporti
stranieri cosa avete imparato?
Le esperienze sono state
assai variegate anche in questo senso: suonare in Albania è diverso
che suonare a Berlino, suonare a Changsha (città di vecchio stampo
cinese) è diverso che suonare a Shanghai (città del futuro);
suonare a Parigi è diverso che suonare a Clisson (piccolo paese
della Loira). Anche nella stessa città si fanno esperienze
pesantemente diverse: suonare all’Auditorium di Roma è molto
diverso che suonare in un club romano di 50 persone, e francamente
non è detto che sia più calorosa e gratificante la prima
esperienza.
Tornando all’estero:
chiamare una band da un altro paese vuol dire un investimento medio
alto e quindi c’è maggiore attenzione rispetto a una band locale,
ma è la stessa esterofilia che esiste qui in Italia. Per farla
breve: ho vissuto episodi di grande professionalità e grande
incompetenza sia in Italia che all’estero.
Corde Oblique è da
sempre un progetto devoto all'arte, uno di quei casi in cui spunti
extramusicali - su tutti quelli pittorici - offrono materia e
ispirazione. Anche questa volta l'arte grafica, e nello specifico
l'immagine di copertina, partecipa alla forza espressiva del
gruppo...
Sì, posso
tranquillamente affermare che, nonostante io abbia due lavori, cioè
il docente di storia dell’arte e il musicista, in realtà li
considero due facce convesse della stessa sfera che si spalleggiano
in una necessaria coesistenza. Per quanto riguarda le copertine ci
siamo sempre giovati della professionalità di grandissimi fotografi
ed illustratori, noti o meno noti, ma sempre di grande talento. La
foto di copertina di quest’ultimo lavoro è un bellissimo scatto di
uno dei fotografi con cui abbiamo lavorato più spesso, Paolo
Liggeri. Con Paolo siamo amici da tempo immemore, avevamo 15 anni
quando iniziammo una cover band dei Moonspell, Cradle of Filth e
Sepultura, tanti anni e capelli fa.
Dopo l'ottimo
risultato di I maestri del colore (2016) e dopo
questo anomalo live-album, che percorso intraprenderà Corde Oblique?
Essendo una persona
piuttosto irrequieta non so stare fermo, ed ho già pronto (su carta)
un nuovo album. Tanti nuovi ospiti mi hanno già confermato la loro
partecipazione. Quello che mi fa più piacere sentire e vedere
attorno a questa realtà, che abbiamo costruito in tanti anni di
sacrifici e in un momento storico ostico, è la stima delle persone
che reputo valide e con cui avverto istintiva sintonia. Al di là di
tutto, al di là di chi vende e di chi non vende, al di là di chi
lavora di più, la voglia di creare in sinergia è la cosa più bella
in questa valle di lacrime.
Il danno più grande del
momento credo sia l’estinzione, quasi totale, della classe
intellettuale nei teenager. Finché non torneranno ad esserci le
meravigliose oasi di controtendenza che hanno caratterizzato le
scuole dagli anni ‘60 agli anni ‘90 non ci sarà aria per
concepire alcun tipo di rinnovamento, sia esso estetico, letterario,
musicale, sociale, e così via.
Più che un gruppo, Corde Oblique è un vero e proprio progetto artistico, una "bottega degli artisti del suono"ideata e diretta da Riccardo Prencipe, compositore e chitarrista che nel corso degli anni ha impresso alla musica la sua personalità, la sua esperienza, i suoi studi. Il risultato finale di questa lunga e appassionata elaborazione tra musica, arte, storia, geografie e culture, è un genere a sè stante ribattezzato "Progressive-Ethe real-NeoFolk": da una parte il retaggio del classic rock - ad esempio l'esperienza progressive anni '70, ma anche certi elementi del panorama hard & heavy - e dall'altra una miscela di sonorità acustiche antiche e contemporanee, con un profilo talvolta severo e introspettivo ai confini con un'estetica dark. Diplomato in chitarra classica presso il Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, Prencipe ha pubblicato sette album con varie case discografiche straniere, distribuiti e promossi in tutto il mondo (con particolare successo in Germania, Russia e Cina), tutti ottimamente recensiti dalla critica per la congiunzione tra la provenienza partenopea, il respiro internazionale, il passaggio fluido tra generi e il riferimento tematico al patrimonio storico-artistico italiano.
Back Through The Liquid Mirror è una sorta di grande sintesi del lungo percorso di Corde Oblique, il fermo-immagine di una fase particolarmente creativa, ma anche un momento di preziosa anticipazione di novità in embrione. Tra i brani selezionati, provenienti da dischi importanti come The Stones of Naples (2009), A Hail Of Bitter Almonds (2011) e I maestri del colore (2016), spiccano anche due cover, Flying degli Anathema e Kaiowas dei Sepultura. Due "riscritture", più che rivisitazioni, che sottolineano l'eclettismo di Prencipe e colleghi, ma anche l'ampiezza delle fonti di ispirazione: "Anathema e Sepultura hanno avuto picchi di espressione assai interessanti a mio parere, l’idea di rivisitare un loro brano mi stuzzicava da sempre. Ho avuto anche il modo di far ascoltare la versione originale ad Andreas Kisser dei Sepultura, il quale si disse subito molto entusiasta. Con Daniel Cavanagh degli Anathema suonammo un paio di brani durante un suo live acustico ed in seguito decidemmo di coverizzare Flying dopo aver ascoltato una loro esecuzione favolosa in apertura del concerto dei Porcupine Tree a Roma".
Per chi acquisterà l'album sarà possibile ottenere un link gratuito per guardare l’intera performance in streaming video ad alta risoluzione (intervallata da momenti di backstage e videointerviste) e un link per visualizzare un video bootleg del concerto al Wave Gotik Treffen di Lipsia, realizzato dai fan tedeschi. A proposito di estero, Corde Oblique parteciperà a due importanti eventi: il 25 aprile sarà al Nanshan Music Festival di Shenzhen in Cina e il 29 luglio all'Amphi Festival di Colonia. L'ennesima conferma del valore internazionale di una realtà artistica che con Back Through The Liquid Mirror offre al pubblico una nuova occasione di scoperta.
CORDE OBLIQUE:
Riccardo Prencipe: chitarre
Annalisa Madonna: voce
Umberto Lepore: basso
Alessio Sica: batteria
Luigi Rubino: pianoforte
Edo Notarloberti: violino
Info:
Corde Oblique:
Corde Oblique Facebook:
Kaiowas by Corde Oblique - video:
Dark Vinyl Records:
Synpress44 Ufficio stampa: