Sussurround pubblica il settimo album dell'artista fiorentino Tenedle di stanza in Olanda. Dalla canzone d'autore contemporanea all'elettronica visionaria e onirica, un album indipendente che evoca messaggeri dei sogni e medioevo futuro. Ospiti Debora Petrina, Bert Lochs e molti altri. L'intervista.
Traumsender
è il tuo settimo lavoro, che esce a due anni di distanza da Odd
To Love
incentrato su Emily Dickinson. Anche stavolta c’è uno spunto
extramusicale a guidarti?
L’Espressionismo,
cinema, pittura e arte del primo Novecento, è stata un’altra delle
mie grandi passioni giovanili e ultimamente sembra che abbia preso
l’abitudine di rendere “omaggio” alle cose che mi hanno
“cambiato la vita”. In realtà sono anni che avevo il desiderio
di realizzare una versione teatrale de “Il gabinetto del dottor
Caligari” ma era una follia visionaria, nessuno potrà mai essere
all’altezza di ricreare quel film, cosi mi sono limitato a
circondare la musica di Traumsender,
con un concept visuale, grafico ed emotivo che ricreasse in parte
certe ambientazioni, una dedica comunque.
Anche
Traumsender
sottolinea il tuo spirito eclettico, la difficoltà di incasellare
Tenedle tra i vari generi. Se dovessero arrivare gli alieni sulla
terra e ti chiedessero che musica fai, come glielo spiegheresti?
Se
mai arriveranno in questo periodo, sarà solo per chiedermi
autografi. Sanno benissimo il genere di musica che faccio, loro.
Purtroppo non ci trovano, al momento i segnali vengono disturbati da
canzoni ingannevoli tipo “Across the Universe” o “21th Century
schizoid man” o “Ashes to ashes”… Robetta minore...
Tenedle
è una figura solitaria ma i suoi dischi sono il frutto di
collaborazioni e lavori di squadra: Traumsender
ad esempio annovera molti colleghi, da Debora Petrina ai Piccoli
Animali Senza Espressione passando per Susanna Buffa. Quanto è
importante giocare in squadra?
Per
realizzare dischi speciali ci vogliono artisti speciali. In genere
non scrivo in compagnia e non amo neppure condividere troppo presto
il processo di produzione, ma ad un certo punto ci sono canzoni che
chiamano voci, strumenti, e devo assolutamente seguire quei
“richiami”. Per fortuna sono circondato e continuo ad incontrare
meravigliose persone e artisti fuori dalla norma, che continuano a
farmi splendidi doni con la loro presenza.
Con
Traumsender
possiamo dirlo: Tenedle è il manifesto dell’indie, l’emblema del
DIY! Hai
fatto tutto da solo, in assoluta indipendenza. Agire in autonomia non
sarà per caso diventato una grande opportunità?
Lo
è, lo è, specialmente dal punto di vista creativo ed artistico (ed
intendo lo spazio che hai in tutti gli aspetti del progetto, non solo
la musica e il suono). Direi che si stia dimostrando una strada che
“funziona” visto anche il rapporto con le persone che seguono, i
sostenitori, gli amici, i fans, che crescono. È faticoso a volte ma
ci sono moltissimi aspetti che non posso più privarmi di curare
ormai, direi di poter vantare un’indipendenza vera comunque e quasi
totale! Con gioia.
Traumsender
vede la luce grazie alla cordata di raisers che ti hanno sostenuto
con Musicraider: qual è il tuo bilancio su quest’esperienza e in
generale sul crowdfunding?
La
considero un’esperienza delicatissima, non paragonabile a nessun
altro aspetto di una attività artistica, mi pare più relazionabile
alla politica, quando si chiedono voti. Non mi piace fare filmati
promozionali dove devo spiegare perché sia importante comprare i
miei dischi, non mi piace fare questo tipo di imprese. Sono lontane
dal creare. Fatto sta che non si può chiudersi nelle proprie stanze
ed attendere, specialmente se vuoi comunicare ed avere il privilegio
dell’indipendenza bisogna rischiare, mettersi in gioco, la propria
base è fondamentale ed ogni tanto credo si possa testare questo
rapporto, dare-avere ovviamente. Il crowdfunding è uno dei mezzi
possibili per finanziare le proprie opere senza far fare grossi
investimenti a singoli. Non credo che ne farò altre di questo tipo,
almeno per un po’ di tempo, ma ricorderò sempre che sono state due
(la prima cinque anni fa in Olanda) esperienze estremamente
gratificanti in termini di affetto e ovviamente di risorse ottenute.
Un enorme successo l’ultima in particolare, per Traumsender,
appunto.
Accanto
al supporto di Musicraiser, c’è anche la discesa in campo di
Solchi Sperimentali: un progetto che sta prendendo sempre più piede,
la cui partecipazione in qualche modo certifica lo spirito “di
ricerca” di Tenedle…
Non
sono riuscito ad entrare nel progetto realizzato in dvd proprio
perché ero impegnatissimo con la realizzazione di Traumsender
e prima con alcuni lavori che ho prodotto nel 2017 ma è stato grande
motivo di orgoglio ricevere la proposta di collaborazione da
Antonello Cresti, che considero figura chiave e di grandissimo
talento e continuamente illuminata. Per ora la collaborazione credo
si possa chiamare una dichiarazione di stima reciproca ma sono certo
che presto succederà di più. Sono contento che Solchi Sperimentali
riconosca che dietro i miei suoni e le mie canzoni apparentemente
“popolari” ci sia una forte sperimentazione da anni.
Seguendoti
in rete, si coglie subito la tua “generosità” social: pensieri,
immagini, musica. Quanto
è importante e quanto è rischioso o controproducente un lavoro così
partecipe sui social?
Si
può rischiare di venire a noia a chi ha altri interessi e a chi non
ha interessi, io in genere parlo nei periodi in cui ho cose da dire
ed in questo momento ce ne sono non poche e c’è pure gente che mi
asseconda, con cui sono in contatto “vero”. Amici lontani che in
un attimo sono vicini, artisti, collaboratori. Il mio rapporto con i
social non è qualcosa che subisco, comunque. Decido in precedenza
cosa raccontare, come quando e perché, e dedico pochissimo tempo o
almeno, un tempo molto limitato, in genere i miei caffè del giorno,
nelle pause di lavoro… La mia musica comunque è il luogo dove
certi veicoli devono portare, il fine.
Ti
avvali spesso e volentieri di elementi visual: fanno parte integrante
della tua progettualità artistica?
Ormai
sì, da quando vivo in Olanda ho perfezionato lentamente anche questo
aspetto, sempre con una certa “irriverenza” e moltissima
auto-ironia… Mi diverto molto a fotografare e riprendere orizzonti,
giocattoli, condizioni atmosferiche, la luce, il silenzio, lo spazio,
sono diventati come musica, come i suoni per me. Questo aspetto è
stato accolto molto bene dal pubblico che non capiva l’italiano
prima, lingua in cui ho continuato a cantare fino a due dischi fa.
Fondamentalmente mi diverto, ripeto. Traumsender sarà una
performance dal forte impatto visivo.
Italiano
di stanza in Olanda da anni, probabilmente avrai un punto di vista
smaliziato e limpido sui pregi e sui difetti della musica e della
cultura del nostro paese…
Parlare
dell’Italia è diventata una cosa estremamente triste e complessa
in questo periodo, non riesco a gioire pur avendo trovato
personalmente una situazione ideale per produrre, lavorare, lontano.
La cultura e la musica, i miei mondi. Un paese estremo come il nostro
con i paradossi e le contraddizioni che si porta dietro, non poteva
che creare contraddizioni simili anche in questo ambito. È triste
vedere come gli italiani siano stati progressivamente diseducati al
valore dell’arte e della cultura, e non solo, e che nonostante il
paese pulluli di figure artistiche notevoli, queste si trovino quasi
tutte nell’underground in situazioni disperate. Poi ovviamente non
c’è struttura, solo iniziative di singoli o piccoli gruppi eroici.
Ma il paese è assente, sordo, pesante, burocratico e la gente ha
troppo calcio, troppe automobili e troppi selfie per la testa.
Prima
dell’uscita di Traumsender
hai preso parte al Premio Ciampi: sotto sotto, andando alla sostanza,
Tenedle per quanto anomalo e sfuggente resta un cantautore…
Non
ha importanza oggi ormai. Sì, no, sì se devo accontentare i più
“conservatori” amanti soprattutto delle parole e delle etichette…
In Italia non abbiamo premi dedicati a musicisti che hanno fatto
elettronica o “altro” e soprattutto siamo davvero troppo “vecchi”
e legati ai “genere”. Eppure con gli artisti stranieri non ci
creiamo troppi problemi di genere. Io di sicuro non sono il tipico
cantautore italiano, in Italia sono un “alieno” - non il solo
intendiamoci, ma sono differente, altro. Se invece vogliamo
considerare Peter Gabriel o David Sylvian o Bowie, Battiato o Bjork,
cantautori, cantautrici beh, allora si, lo sono.
Gran
finale: cosa significa Tenedle?
Come? ormai
lo sanno tutti, davvero non lo sai? Bene, oggi Tenedle significa
“Traumsender”, speditore di sogni.