Il 10
marzo alle ore 21 e l’11 alle ore 17, la Compagnia del Barnum sarà in scena al
Teatro degli Eroi, con IL FANTASMA DELLA GARBATELLA, lo spettacolo campione di
risate. Scritto e diretto da Gabriele Mazzucco e con Andrea Alesio, Chiara
Fiorelli, Federica Orrù, Paola Raciti e Armando Sanna.
Lo
spettacolo ha debuttato a gennaio 2016, all’indomani della perdita di un caro
amico di vita e di compagnia, Gianfranco che mancò due giorni prima del
debutto. Fu un grande colpo ma nel cuore di chi fa lo spettacolo, ogni sera da
allora lo spettacolo è dedicato a lui, ricordandolo con un grande sorriso
perché è solo così che si ricorda nel cuore chi si è amato.
Un
ritorno sulla terra post-mortem con la sua singolarità comica e surreale che
però ci porta poi a riflettere su una realtà molto forte che è la dinamica dei
rapporti fra le persone e ciò che li governa e li indirizza.
Per fattitaliani.it abbiamo
intervistato Andrea Alesio.
Che cosa
racconta Il fantasma della Garbatella?
La storia di
Lallo, un ragazzo che non c’è più e che abitava nel quartiere. Dopo qualche
anno ritorna sulla terra con una missione molto forte data da Dio, quella di
verificare se il genere umano sia pronto o meno per il ritorno del Messia.
Lallo torna nella sua Garbatella e trova delle situazioni da riallineare a ciò
che ricordava, situazioni nuove con le quali si confronterà. Sarà accompagnato
sulla terra da un Arcangelo ed incontrerà sua cugina Angelina. Pian piano
entreranno nella vicenda anche Orazio che è un suo amico, Matilde e si farà
riferimento anche ad un fratello gemello di Orazio che si chiama Tarcisio. Si dipanerà una storia comica e divertente ma
che farà anche riflettere. È una storia molto atipica che ci porta alla
tipicità delle relazioni.
Come sono cambiati i rapporti umani oggi?
È una domanda a cui non so rispondere perché prima non c’ero, ci sono solo
oggi e noi esistiamo costantemente in un oggi, quindi per la mia esperienza
personale e professionale che per fortuna si sovrappongono, dico che i rapporti
umani non sono cambiati, i rapporti belli che ho avuto nel tempo, si sono
rafforzati, approfonditi. Altri rapporti che ho la fortuna di non definire
brutti ma che magari erano superficiali, sono rimasti tali e si sono dissolti
nel tempo. È una domanda che mi pongo spesso ma non so rispondere e volendolo
fare, rischierei di dare una risposta retorica o di cliché, oggettistica per
ciò che era il passato e quindi era meglio e per oggi che invece le cose non
vanno.
Credo che nei quartieri storici e
popolari, i rapporti umani si conservino ancora oggi.
Sì! La Garbatella è
una realtà molto forte, molto identitaria. Essendo un emigrante in Patria sono
stato accolto da una comunità che riconosce in se stessa un’identità molto
forte, popolare ma a suo modo anche ancestrale riguardo ad una certa romanità
“Garbatellana”. Testaccio, Garbatella e in minima parte Trastevere sono le
culle di una certa romanità e nei quali i rapporti umani hanno ancora un certo
valore, una grande importanza e sanno essere profondi e leali. Nella vita poi
incontri quello che cerchi.
È un po’ di tempo che lo spettacolo gira
ed ha sempre un grande successo. A cosa è dovuto?
Al fatto che permette di avere varie
chiavi di lettura. È comunque uno spettacolo divertente, è comico, si ride
molto alle battute ma dà modo anche di riflettere. Ridendo e liberandosi alla
risata e all’ironia ci si apre anche ad una riflessione su una realtà osservata. Si può ridere e si può riflettere su alcune cose. C’è una frase del testo che a
me colpisce molto e che ogni volta riascolto, rileggo e mi fa riflettere. L’autore fa dire ad uno dei personaggi che non è la storia che si ripete ma è
l’uomo che non si evolve.
Elisabetta Ruffolo