Alle
battute finali Sanremo Young il teen talent di Rai 1, condotto da Antonella
Clerici. La finale sarà il 16 marzo.
Tutte le performance sono accompagnate dalla Sanremo Young Orchestra composta
da ragazzi che hanno tra i 18 e i 25 anni, diretta dal Maestro Diego Basso.
Per
saperne di più abbiamo intervistato il Maestro Diego Basso che ha selezionato i
partecipanti di questa prima edizione di Sanremo Young.
Music,
Ferrara Christmas Pop e Sanremo Young, un anno di soddisfazioni. Vogliamo
iniziare da Sanremo Young?
C’è la bellezza
dell’orchestra composta da ragazzi che hanno tra i 18 ed i 25 anni e per loro è
la prima esperienza di lavoro. Fare un’esperienza in diretta e sul palco di
Sanremo è meravigliosa sia per loro che per me e per tutti noi. I ragazzi selezionati sono travolgenti e hanno
una vitalità pazzesca ed una personalità importante. Giovani talenti che
arrivano da tutta Italia ma hanno anche una grande incoscienza ad affrontare un
palco così importante e la prima serata Rai. Secondo me è un mix entusiasmante.
Arrivano il mercoledì e in due giorni mettono in piedi delle prove importanti.
È senz’altro una bella esperienza per me ma molto forte per loro, sia per i
musicisti che per gli artisti.
La loro incoscienza è dovuta alla giovane
età o alla voglia di emergere visto che il palcoscenico della Rai potrebbe
essere un trampolino di lancio?
È sicuramente un punto di partenza e credo
che la loro incoscienza sia dettata un po’ dal fatto di mettersi in gioco e un
po’ dalla loro giovane età. È abbastanza normale. Non hanno sulle spalle una
vita vissuta. Il palco di Sanremo è importante ma qualcuno di loro ha detto che
neanche lo conosceva. Il fatto di essere giovani dà loro la possibilità di
essere incoscienti.
La musica abbatte steccati e crea
relazioni tra mondi diversi. Quanto è vero?
La musica è un modo per
comunicare. Noi comunichiamo con i ragazzi attraverso il dire e lo spiegare ma
il contatto si stabilisce anche attraverso i pezzi che preferiscono, che
scelgono e quelli che noi consigliamo. La musica serve a comunicare tra persone
che lavorano insieme. Serve non solo a comunicare emozioni ma anche a creare un
contatto tra di loro. Attraverso le note e la musica che suoniamo, condividiamo
con loro delle cose, si crea un modo di fare squadra.
La musica è passione, è professione. Qual
è la differenza?
Puoi fare la musica per passione ma devi farla bene, con
rispetto. Non si può fare musica tanto per fare. Poi diventa una professione
come nel mio caso che ho cominciato per passione, ho fatto qualcosa in
Parrocchia e poi è diventata la mia professione. Va sempre affrontata con
professionalità che da sola non basta, bisogna aggiungere la passione. Se sei
appassionato a quello che fai, il risultato è eccellente. Se si ha un solo
componente tra i due, non va perché le due cose devono andare insieme.
Sul palcoscenico di Music per ben due
volte, ci sarà anche la terza?
Attualmente non è all’orizzonte, chissà!
Com’è andata con Ferrara Christmas Pop?
È diventato
una tradizione. L’ultima volta lo abbiamo fatto sul palco del Teatro Comunale
ed è stato molto bello. Lo si deve a due imprenditori, Olivio Vassalli e
Giuseppe Cattani che guardano avanti e che attraverso la musica e la cultura
fanno anche del bene perché si raccolgono fondi in un connubio tra impresa e
sociale.
Non può fare nomi ma ha già individuato
qualche talento di Sanremo Young che andrà avanti?
Secondo me ognuno di
loro ha delle peculiarità. Sono dodici ragazzi che avranno un futuro roseo, chi
più e chi meno. Sono convinto che tutti hanno talento. Li abbiamo scelti tra
tantissimi ragazzi ma emergeranno senz’altro. Ricordiamo che Vasco Rossi è
arrivato ultimo a Sanremo e lo porto sempre come esempio ai ragazzi. Sono
ragazzi che hanno molto da dire e non ci resta che aspettare.
Elisabetta Ruffolo
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