di Caterina Guttadauro La Brasca - Bologna ha una alchimia magica: è una città d'arte e tra le
più verdi d’Italia. Ma è anche una città vivace e allegra. Una freschezza
portata dalle migliaia di studenti universitari che ogni anno si iscrivono alla
prestigiosa Alma Mater, classe 1088. Tradotto: l'università più antica del
mondo. Carducci, Galvani, Marconi, alcuni tra i nomi più illustri di questa
città dai tetti rossi come il suo cuore.
Caratteristica
principale delle abitazioni, ereditata dall'architettura del passato e
riproposta anche in chiave moderna in quasi tutta la città, è quella di avere
all'esterno i portici. Ne ha infatti la più alta concentrazione al mondo[57], circa 42 km. Fra
questi, alcuni molto antichi, come quello di Casa Isolani
risalente al XIII secolo e il famoso Portico di San Luca, che, con le sue 666 arcate, è considerato il più lungo
del mondo[58]. Sono un bene culturale, candidato, come “patrimonio
dell'umanità” dell'UNESCO. Inizialmente essi erano
costruiti in legno, di cui ancora oggi ne sopravvivono alcuni; ma la maggior
parte fu convertita in pietra o mattone con un decreto del XVI secolo, emanato dal governatore
pontificio. Si dice che neanche i
bolognesi sappiano quant'è bella la loro città. La verità è che lo sanno
benissimo. Noi
sappiamo percorrerla senza paura di un temporale, di consistenti nevicate,
senza districarci tra le macchine. Spesso essi sono la casa per i
barboni, per chi è dimenticato dalla Società, e non ha un tetto o un pasto
caldo. Anche gli animali vivono accampati accanto ai loro padroni che sono
tutto il loro mondo. Talvolta s’involano per l’aria le note dei cantanti di
strada che, con la loro bravura, fanno fermare i passanti, lieti di
interrompere il loro frettoloso cammino per ascoltare questi veri e propri
artisti. "L’Emilia
Romagna ha sempre prestato i suoi paesaggi e le sue città alla creatività dei
grandi maestri del Cinema, i quali, come per saldare un debito, li hanno impressi
nelle loro pellicole, consegnandole indelebilmente alla storia del cinema."
Da Visconti a Fellini, a Pupi Avati,
passando per le sceneggiature di Tonino Guerra e le iconiche performance di un
giovane Mastroianni. La sua Arte gastronomica offre la
mortadella, amata in tutto il mondo, citata dal cinema alla letteratura.
E’ il salume bolognese più rappresentativo, tanto che
in alcune parti d’Italia mortadella e Bologna sono diventati sinonimi.
Documenti medievali ne attribuiscono la paternità a dei monaci bolognesi, ma le
sue origini sono ben più antiche: due lapidi di età romana, custodite nel Museo
Archeologico della città, ci mostrano un allevatore di maiali e un antico
norcino intento al mortaio, da cui deriva il nome dell’insaccato. “Quando
sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza, ché se la merita!”
diceva Pellegrino Artusi. Riuscire ad intravedere, quasi da ogni punto della città, la cupola rosa di una basilica, come sospesa a mezz’aria tra cielo e terra, è una cosa normale. Tradizione,
religiosità e devozione, caratterizzano le belle Chiese di Bologna. Il Santuario della Beata Vergine di San Luca
racchiude in sé tutti questi elementi che contribuiscono a farne un luogo
di straordinaria attrazione, oltre che
di grande bellezza. La Basilica di Santo
Stefano è un complesso di edifici di culto.
Si affaccia sull'omonima
piazza ed è conosciuto anche come il complesso delle "Sette Chiese".
Nonostante la Basilica di San Petronio sia la più conosciuta, la Cattedrale più
grande di Bologna, dove ha sede appunto la Cattedra dell’Arcivescovo, è San Pietro. Si tratta di
una chiesa molto antica, risalente al XII secolo. Prima della Cattedrale di San
Pietro, nello stesso punto, si trovava un’antica chiesa, distrutta da un
incendio. Per puro caso, o, come noi diciamo, per miracolo, sono stati
risparmiati il campanile e la campana, chiamata “la nonna,” tutt’ora integri.
I due colori che risaltano agli occhi di chi
guarda il panorama della città, sono: il rosso, tipico dei palazzi e il verde
dei suoi Parchi. Per dirne alcuni: i Giardini Margherita, giardini Lunetta
Gamberini, il Parco dei Cedri, il Parco Talon, il Parco della Chiusa e tanti
altri. Magnificamente curati e rispettati dalla cittadinanza. E’ addirittura il
Comune che stabilisce quali aree si devono adibire a zone verdi e provvede a
mantenerle curate in ogni stagione. Sosta fissa per i turisti è Piazza Grande, e, a catapultare i fan, indietro nel tempo, la musica che riporta agli anni in cui Lucio Dalla, seduto
nella sua amata “Piazza Grande”, si fermava a comporre e ad osservare gli
sguardi tra gli innamorati. I giardini Margherita, con tante panchine
incise da tanti nomi, dettati dall’amore, accolgono le coppiette con il colore della speranza.
E’ sera, divampa una luce d’oro che poi declina, e Bologna apre piano i
suoi occhi viola…: Salutiamo la Città con i versi di
Morena Paolini:
Buonanotte
sussurra Bologna, alle strade che ormai son deserte!
A chi dorme e, forse già sogna, alle piazze, di neve coperte!
Buonanotte ai vicoli stretti, ai barboni, che girano lenti,
a due gatti che cantan sui tetti, quattro note che sembran
lamenti!
Buonanotte a donne perdute, al Nettuno, pensoso ed assorto;
alle porte che guardano mute, al mio fiato, che par sia più
corto!
E’ l’ora
dei sognatori, Buonanotte Bologna.
quando su Bologna divampa una luce d’oro
poi declina
e lei apre piano i suoi occhi viola…