di Laura Gorini - Si
definisce una mamma premurosa, amante dei libri e delle persone,
oltre che molto fiduciosa la giovane scrittrice Rosaria M. Notarsanto
che vive e
lavora ad Arezzo. Nel 2014 esordisce con il romanzo
Le mani diverse pubblicato nella sua
prima edizione dalla casa editrice Falsopiano. Nel 2016 la seconda
edizione in CreateSpace Indipendent Publishing Platform. Nel 2017
vince il premio della Giuria nel Concorso Internazionale
Letterario "Cinque Terre - Golfo dei Poeti" organizzato ad
Aulla dal Cenacolo Artistico "Roberto Micheloni".
Sempre
nello stesso anno pubblica il secondo romanzo intitolato La Scelta e
a cavallo tra 2017/2018 il terzo libro di narrativa intitolato Le
Trecce di Annabella.
Rosaria,
come sei diventata scrittrice?
Fin da
bambina ho sempre sentito il bisogno di scrivere, la necessità di
mettere su carta i miei stati d'animo, sotto forma di poesie. Questa
passione, se vogliamo chiamarla così, è cresciuta via via con me
fino a giungere a un lungo momento di blocco.
Questo stop
ha avuto inizio nel periodo dell'università ed è durato fino a
quando ho avuto il mio primo figlio.
La nascita
di mio figlio, mi ha proiettata nuovamente nel mondo della scrittura
e, per la prima volta, ho scritto in una nuova forma, passando dalla
poesia al romanzo.
Ho iniziato
a scrivere, in una condizione al quanto assurda, perché il bambino
assorbiva tutto il mio tempo diurno e notturno, quindi nei momenti
più strani, sentivo proprio la necessità di correre a scrivere.
È stata
un'esperienza surreale. Questo perché la gravidanza, il ritrovarmi
mamma, mi ha fatto inevitabilmente tornare a esaminare la mia
esperienza di figlia; devi sapere, cara Laura, che mia madre è stata
una mamma single. Non a caso Le mani
diverse, il mio primo libro, parla
proprio di una storia simile: io ho conosciuto le mie sorelle da
grande, grazie a Facebook e proprio grazie al social, un anno e mezzo
dopo la pubblicazione di Le mani diverse,
ho avuto il primo contatto con mio padre, anche egli, scrittore.
Il rapporto
è durato pochissimo perché il destino ha voluto dividerci ancora
una volta a causa del cancro, infatti lui è deceduto prima che
potessimo incontrarci fisicamente. Ma, prima di parlare di questo,
bisogna che io faccia un passo indietro.
All'epoca,
so che non sono passati molti anni, ma a me sembra essere passata
un'eternità, il romanzo era sotto contratto con la casa editrice
Falsopiano, il libro era molto piaciuto al mio editore, Davide D'Alto
a tal punto che fu proprio lui a occuparsi del primo editing. Per me anche
quella fu un'esperienza straordinaria, perché mai mi sarei aspettata
un riscontro così positivo nel mondo editoriale.
Che cosa
significa esserlo oggi?
Oggi gli
scrittori hanno una grande responsabilità, non si tratta solo di
intrattenimento, penso che abbiano la possibilità di trasmettere al
prossimo valori importanti, com'è sempre stato del resto. Siamo
specchio del tempo in cui viviamo e il cambiamento della società e
visibile in tutte le forme artistiche, dalle arti visive alle arti
letterarie.
Credi che
le scrittrici riscontrino maggiori difficoltà rispetto agli
scrittori uomini nell' editoria?
Certamente,
io ho molti amici scrittori e ho avuto modo di vedere questa
differenza, noi donne abbiamo ancora molto da lavorare per riuscire a
essere trattate alla pari, in tutti i campi lavorativi.
A
proposito: come lo vedi il mondo editoriale moderno?
Non credo di
avere sufficiente esperienza nel settore per poter esprimere un
giudizio obiettivo, ma in base all'esperienza che ho vissuto e che
sto vivendo, sento che con l'avvento del digitale questo mondo stia
subendo un grosso cambiamento, sono consapevole che molti lettori e
editori vivano con diffidenza questo passaggio, ma io personalmente
vedo il futuro: pensate all'impatto sull'ambiente.
Quanta carta
si può risparmiare in questo mondo? Le nostre risorse stanno
velocemente diminuendo, molti editori mandano al macero centinaia e
centinaia di copie di romanzi che non hanno avuto vendita, questo è
uno spreco incredibile nonché un danno all'ambiente.
Tu hai
scelto di pubblicare i tuoi ultimi romanzi su Amazon,
a che cosa è stata dovuta questa scelta?
La scelta è
dovuta soprattutto al mio amore per l'ambiente e al tentare di
soddisfare il bisogno di tenere sotto controllo costante il risultato
del mio lavoro.
Sono un po'
maniacale su questo. Mi dispiace ma, non posso avere solo pregi, sono
solo un essere umano, tutti abbiamo le nostre pecche. Io sono una
"stacanovista" e ho bisogno di curare personalmente ogni
aspetto del mio operato. Per tornare alla questione ambiente, con
Amazon punto tutto sulla diffusione dei libri sotto forma digitale,
realizzando i cartacei in modo mirato da produrne il numero "utile"
evitando così lo spreco di copie invendute.
Credi che
i lettori odierni siano pronti a leggere sempre più online e in
formato digitale?
Assolutamente,
questo è inevitabile.
In
generale, pensi che si faccia un uso corretto a livello di
comunicazione editoriale con il web?
Ecco qui si
può scrivere trattati lunghissimi sull'argomento... L'utilizzo
corretto dipende dalla correttezza di chi scrive e dalla capacità di
riconoscere il reale di chi legge.
È un cane
che si rincorre la coda.
Tu tra l'altro hai fondato un blog letterario: ce ne vuoi parlare?
Il mio non è
proprio un blog letterario al momento, ma ha buone possibilità di
diventarlo.
Leggere
in Eco è una bellissima "vetrina",
nonché gruppo social di Facebook, nella quale esponiamo i nostri
libri e siamo circa una quarantina di scrittori contemporanei.
Abbiamo una piccola sezione dedicata alle recensioni e una ai libri
per i più piccini. Tutto questo è solo amore per la lettura, io e i
miei collaboratori curiamo il sito gratuitamente, per passione nel
nostro tempo libero.
Molte
persone accusano le blogger e i blogger di considerarsi "troppo":
tu che ne pensi?
Non lo so,
io non sono una blogger. Mi fa sorridere questa tua domanda.
Penso che
molte di esse stiano cavalcando l'onda, loro sanno di essere amate e
seguite dai loro lettori e questo a volte può essere sufficiente ad abbagliare anche la personalità più umile. Ben venga
chi sa rendersi conto di questo.