È stato presentato alla Casa
del Cinema il Film “Vorrei dire ai giovani - Gina Borellini,
un’eredità di tutti” scritto da Francesco Zarzana che cura anche
la regia e da Caterina Liotti. Protagonista Claudia Campagnola con
Laura Trimarchi e Paola Lavini.
Era il 1948 quando la partigiana
Gina Borellini viene eletta deputata e per presentarsi alla Camera,
le amiche le cucirono un cappotto e glielo regalarono, visto che non
ne possedeva uno. Il docu-film è un omaggio alla sua straordinaria
figura e a ciò che ha rappresentato per la storia italiana grazie
alle sue lotte per le conquiste delle donne e ai suoi ideali. Il suo
pensiero è ancora attuale.
Nel docu-film si parla di ideali come
la tolleranza e la lealtà, valori che non dovrebbero mai essere
sottovalutati e che dovrebbero essere ricordati sempre ai giovani”
è il pensiero di Claudia Campagnola che condividiamo.
Solo il
Regista Francesco Zarzana ha visto il Film perché voleva che gli
attori e gli altri addetti lo vedessero in Conferenza Stampa per
condividere le emozioni che suscita.
Claudia Campagnola è mezzo
e voce per portare alle persone il pensiero, le battaglie e le
conquiste per le donne, di Gina Borellini. Tutto ancora importante ed
attuale.
E’ un film al femminile, dalla voce narrante (Elena
Polic Greco) ad altre donne.
Le musiche del Film hanno due diversi
momenti. Uno è molto particolare perché sono delle melodie al
pianoforte composte appositamente per il Film da una ragazzina di
sedici anni, Chiara Troiano, dotata di un talento incredibile.
L’altro momento musicale è stato affidato ad una bravissima
cantautrice che è Laura Sirano.
Il 25 marzo ci sarà un debutto
nazionale al Teatro San Carlo di Modena che è la città natale di
Gina Borellini e poiché la durata del docu-film è di sessanta
minuti, è già pronto per una “Confezione televisiva”
probabilmente per la Rete Nazionale come è successo in passato per
altri lavori del Regista. Sarà a disposizione per la visione nelle
scuole e di chi vorrà approfondire anche storicamente il tema del
film.
Per fattitaliani abbiamo
intervistato Francesco Zarzana
Come nasce l’idea di far
conoscere Gina Borellini? Dal fatto che è una straordinaria
donna, non conosciuta in Italia che ha fatto tantissimo per le donne,
per i mutilati di guerra e molto altro. Attraverso le sue azioni ha
segnato la storia e volevo farla conoscere alla luce del settantesimo
anniversario del primo Parlamento perché lei è stata deputata
insieme ad altre quarantaquattro donne, pochissime rispetto a 630
deputati, nel 1948. Una vita straordinaria, prima da Partigiana e poi
da Parlamentare, una donna che ha sempre voluto portare avanti i
diritti delle donne e se sono stati raggiunti determinati obiettivi
lo si deve certamente al suo impegno.
Cosa ricordava il figlio
Euro di quegli anni?
È mancato da poco, quindi è anche un
omaggio alla sua memoria. Lui ha sempre preferito stare un passo
indietro, non ha mai neanche “approfittato” di tutto quello che
sua madre ha fatto. Era una persona molto riservata e quando ha
donato l’Archivio al Centro Documentazione Donna, ha capito che
altri dovevano portare avanti tutto l’impegno verso le libertà
democratiche e civili per i quali la mamma, aveva lottato per tutta
la vita.
Cosa penserebbe Gina Borellini degli ideali di oggi ?
In questo momento difficile che stiamo attraversando, credo che
s’impegnerebbe il triplo e continuerebbe sul discorso della parità
di genere che ancora non si è realizzata. Porterebbe sicuramente
avanti il discorso sull’impegno non solo delle donne ma anche da
parte maschile.
Cosa pensano i giovani di Gina Borellini?
Abbiamo girato in una scuola a Sassuolo e durante le riprese
raccontavo ciò che stavo facendo e dialogavo con centoventi
studenti. Un Film come questo deve essere per loro, uno strumento a
partire dal titolo “Vorrei dire ai giovani” ma lei avrebbe
continuato a dire che bisogna impegnarsi a vivere bene la propria
giovinezza perché ha visto morire i suoi compagni di lotta durante
la seconda guerra mondiale ed in Italia c’era una vera e propria
guerra civile. Mi auguro che il Film possa servire da ulteriore
passaggio di testimone per le nuove generazioni.
Perché la
scelta è caduta su Claudia Campagnola?
Oltre al fatto che
abbiamo lavorato molto insieme anche in passato ma ne vedevo le
caratteristiche non solo fisiche ma anche di come è riuscita ad
essere Gina Borellini perché non è mai facile per un’attrice
impersonare un personaggio forte e soprattutto una donna che è
realmente vissuta. I paragoni sono sempre dietro l’angolo. Lei ha
fatto un grandissimo studio su Gina Borellini alla luce anche del
materiale che le ho fornito, della storia che ho raccontato e credo
che abbia veramente impersonato Gina come volevo che fosse ed è
vicino agli ideali che la Borellini ha portato avanti. Sono felice
che sia stata lei anche se è romana e non modenese ma ero certo che
la resa fosse straordinaria come in effetti è stata.