Può un
uomo rovesciare il triangolo amoroso, lasciare sua moglie per una compagna più
giovane per poi diventare l’amante dell’ex moglie? Ebbene sì! È quello che
succede in “Consigli pratici su come uccidere mia suocera” di Giulio Perrone
edito da Rizzoli. Il protagonista è un quarantenne romano, Leo Mameli, un
valutatore di testi inediti per una casa editrice che è costretto ad occuparsi
dell’annoso tema per motivi professionali e ad uccidere tante suocere nella sua
testa per riuscire a risolvere tutta una serie di problemi, come il rapporto
difficile con la madre ed un padre stranissimo al quale spesso fa lui stesso da
genitore, invertendo i ruoli. È lui stesso un ragazzino che difficilmente
prende delle decisioni importanti o fa le scelte giuste nella vita. Un
quarantenne che potremmo definire ancora adolescente. Rimanda continuamente il
suo ingresso nell’età adulta pur trovandosi spesso ad un passo dal bivio. Le
sue donne sono molto diverse tra di loro. Una è matura e cerca di spronarlo,
l’altra è molto giovane, ha dei sogni, dei progetti delle aspettative per il
futuro.
Il libro è fruibile, si legge facilmente, piace alle suocere ma anche a chi, come Leo, non compie scelte precise, rimandando di continuo. È una ventata di
leggerezza che fa ridere, sorridere ma anche riflettere!
"Consigli
pratici su come uccidere mia suocera”. Un titolo insolito, non trovi?
È un titolo che ha a che fare con una parte della trama però poi
fortunatamente non muore nessuna suocera ma il protagonista è costretto ad
occuparsi per motivi professionali di questo tema e mi sembra interessante e
divertente da una parte perché poi la suocera a volte immotivatamente è
considerata un motivo di disturbo all’interno dei rapporti e poi perché in
fondo il protagonista per crescere e diventare finalmente uomo da ragazzo qual
è pur avendo quarant’anni, deve probabilmente uccidere tante suocere nella sua
testa per riuscire a risolvere tutta una serie di suoi problemi.
Chi è Leo Mameli?
È un personaggio
secondo me molto attuale per certi versi, è un uomo un po’ irrisolto che ha
rovesciato il classico triangolo amoroso perché ha lasciato sua moglie per una
compagna più giovane, come spesso accade ma la cosa particolare che scopriamo
quando inizia la narrazione è che la sua ex moglie è diventata la sua amante.
Pensavo che questa cosa fosse assolutamente di fantasia, invece poi girando qua
e là per presentare il libro, incontrando lettori, mi sono reso conto che è una
cosa non troppo anomala e mi ha stupito molto. Vuol dire che nella vita davvero
non riusciamo a fare delle scelte fino in fondo ma anche nei rapporti
sentimentali ci portiamo sempre dietro qualcosa che non riusciamo mai ad
eliminare del tutto, persino quando proviamo a chiudere un rapporto.
Come mai il Variegato alla Nutella ti
mette ansia?
Questa era una cosa che nell’incipit del libro c’è la prima
volta in gelateria del giovane protagonista. Lì conosce una bambina che lo
turba n questa conoscenza puerile, bambinesca e ragiona su quella che è
l’attualità. Una volta, negli anni '80, uno andava in gelateria e facilmente
metteva insieme un cono gelato, oggi ci stanno più di 150 gusti ed uno arriva
lì davanti e rimane quasi in difficoltà. Scegliere un gelato è diventata una
scelta molto complessa.
Precario con le donne, precario con
il padre e nella vita?
Quando si ha una famiglia che un po’ ti ha lasciato
in sospeso, lui ha un rapporto difficile con la madre, quasi inesistente ed ha
questo padre stranissimo che gli crea soprattutto problemi invece di aiutarlo e
certe volte il ruolo viene invertito. Venire da una condizione del genere, ti
porta ad essere sempre un po’ precario anche nei sentimenti. Lui da una parte è
sicuramente colpevole di questo immobilismo, dall’altra parte è vittima del
mondo in cui è cresciuto.
Per te che senso ha la parola
temporeggiare?
È una cosa pericolosa. A volte nella vita lo si deve fare.
Certe volte bisogna anche riflettere e aspettare l’occasione più propizia per
fare delle scelte. Temporeggiare sempre e non scegliere, significa non vivere.
La scelta implica di abbandonare una strada e prenderne un’altra e quindi
provare a realizzare un progetto, a portare avanti una famiglia, avere dei
rapporti che siano limpidi e chiari e quindi non scegliere mai, temporeggiare
sempre, effettivamente ti porta a non vivere.
Il libro che successo di pubblico ha avuto?
È andato discretamente bene,
con l’Editore siamo stati abbastanza contenti, si è cercato di fare un buon
lavoro insieme come sempre. Mi ha fatto soprattutto piacere raccogliere i
pareri dei lettori. Credo che la cosa più bella quando scrivi un romanzo sia
poter dialogare con chi l’ha letto e devo dire che sono stati dei confronti
molto positivi.
Siamo sotto Natale, per chi lo consigli?
Può essere un regalo divertente da fare alla propria suocera, la mia si è
divertita a leggerlo. Tranne poi tentare
di avvelenarti, la minestra del dì di festa… Ride! Essendo molto ironico
credo che possa divertire anche le suocere. Molte mi hanno scritto che si sono
divertite. Penso che per i temi che tratta, possa essere adatto alle donne per
capire meglio il modo di ragionare maschile. Il mio obiettivo era raccontare il
punto di vista maschile senza fare sconti al protagonista, quindi descriverlo
per quello che era. Per il pubblico femminile può essere uno strumento divertente
per capire qualcosa in più di come ragionano gli uomini.
Elisabetta Ruffolo
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