Incontriamo oggi per Fattitaliani Antonio Tallura. Un grande attore che, si legge nella sua biografica, è nato a Locri (RC) luogo che ama e in cui appena può torna per trascorre il suo tempo libero tra i magnifici reperti archeologici, santuari e templi. È in questi luoghi che trascorre la sua adolescenza appassionandosi al cinema e alla recitazione. Un primo incontro che segnerà la svolta artistica di Antonio Tallura avviene al sito archeologico del Teatro greco di Locri dove, con maestri e designer locali, inizia a coltivare la sua grande passione per la recitazione e il teatro. Nel 1978 si trasferisce a Roma, e frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica Peter Sharooff, e nell’1981 si laurea.
Grazie Antonio per questo tempo che, tra i tuoi molteplici impegni mi dedichi per quest’intervista. Nell’introduzione ho solo accennato al tuo incontro da cui forse è nato tutto, ce ne vuoi parlare meglio raccontandoci come hai deciso di intraprendere la carriera di attore?
Sai Ester, non è facile trovare o ricordare il momento in cui ho deciso. Sicuramente l’incontro con alcuni professori dell’istituto d’arte. Erano professori giovanissimi, di prima nomina che venivano da fuori regione ed essendo di discipline artistiche, hanno pensato bene di proporre uno spettacolo teatrale in cui concorrevano materie come architettura, tessuti costumi, arredamento. Mancava chi recitava, mi proposi io per gioco ed anche per saltare qualche lezione, rompere una monotonia incontrare altri ragazzi e ragazze (sorride). Fu così che facemmo uno spettacolo divertentissimo “La Giara” di L.Pirandello. Un’esperienza straordinaria e da li in poi iniziai a prendere gusto divertimento, piacere anche quasi narcisistico. Ci furono altri spettacoli fuori dell’ambito scolastico e formammo un gruppo con ruoli diversi. Sono stati anni di aggregazione, di impegno ricreativo in una zona che la Locride non offriva. Non c’erano spazi culturali, qualche cinema. Ricordo che si aggiungevano sempre più ragazzi. Un’esperienza bellissima e tanti in quel gruppo si sono conosciuti ed anche sposati. Arrivata la maturità, ho voluto provare, volevo capire se potevo aspirare a fare l’attore. Non è stato facile, neanche convincere i miei genitori. Puoi immaginare lo sbigottimento davanti ad una scelta del genere, però non mi hanno neanche ostacolato. Preoccupati si, ma anche io lo ero. Arrivai a Roma durante il terrorismo, il 78 e c’era molta paura. Un periodo veramente pericoloso, militarizzato quasi, mi iscrissi all’accademia ed iniziai a studiare e tanto.
Antonio tu sei un attore che ha recitato sia sul piccolo che sul grande schermo, solo per menzionare le più recenti interpretazioni rammentiamo ai nostri lettori la tua partecipazione in “Provaci ancora Prof.” (su RAI 1), “Squadra Antimafia” per canale 5, La Squadra (su RAI 3), e per il cinema “Piacere io sono Piero” per la regia E. Carone e ancora “Il Mistero della Donna del Treno per la Regia di F. Femia e tantissimi altri, ma hai recitato molte volte anche in teatro, su questo ti chiedo, secondo te qual è il senso del Teatro nella società odierna, e come possiamo ridargli a tuo avviso il valore che gli spetta?
Sì, ho fatto tanta fiction, anche Incantesimo e Vivere che mi hanno dato molta popolarità. La mia scelta iniziale però è stata il Teatro e sono stati anni di formazione artistica ed umana incredibili. Misurarsi e stare a lavorare con grandi attori in giro per l’Italia, fare la vita del girovago, una volta si diceva scavalca montagna, in teatri grande e belli come in piccoli cinema di provincia. Quando si arrivava era un evento. Il Teatro diventava solenne magico le persone lo vivevano con partecipazione, specie in provincia. Era come un evento di portata culturale vera ed autentica. Ecco questo senso, questa Magia il teatro l’ha persa o meglio non sempre si avverte. Forse oggi mancano gli attori carismatici quelli che hanno fatto le grandi carriere in Teatro o in Cinema con la C maiuscola come in Teatro. Oggi i teatri ne soffrono specie in città, e per l’offerta e anche per scelte artistiche non sempre felici, per lo spostamento, per gli orari, per mancanza di tempo. Ecco, forse oggi il tempo è stato tolto alla cultura al teatro in particolare. Non ho un ricetta, ma credo che se si tornasse al teatro di parola, dei sentimenti, con interpreti di carisma e bravura, capaci di creare contrasti nella critica (che non c’è più) ecco forse potrebbe resuscitare. Ma certamente non è’ morto. Io vado spesso a teatro e quando c’è un interprete capace o un testo che attira o la messa in scena importante la gente, il pubblico, lo premia.
A livello artistico Antonio possiamo certamente affermare che sei un attore camaleontico, nel tuo day by day come è la persona Antonio?
Camaleontico (sorride), non saprei. Sono una persona che dà molta importanza alla Vita quella privata. Cerco di non perdere di vista quelle che sono le direttrici della vita. Non inseguo le cose effimere o il denaro inteso come arricchimento. Sono una persona che ha guadagnato una serenità che mi fa vedere le cose con animo diverso senza rabbia o invidia, questo grazie anche alla mia compagna Cristina che in questo mi ha dato un equilibrio molto bello. Amo il mio lavoro e lo faccio col massimo entusiasmo, ma la vita è altrettanto bella.
Quando interpreti un personaggio c’è qualcosa di autobiografico che porti nella tua recitazione?
Sicuro quasi sempre c’è qualcosa di tuo nei personaggi che interpreti. La nostra memoria è il nostro archivio da cui attingere, prendere situazioni, rapporti, fatti, sentimenti appunto da dare al personaggio. Uno studio continuo.
C’è una parte o un genere che ti piacerebbe interpretare e che ancora non hai avuto occasione di fare?
Tutti i personaggi sono belli, hanno peculiarità diverse, atteggiamenti e sentimenti diversi. I cattivi sono quelli più artisticamente completi, diciamo, sono accattivanti hanno più sfaccettature. Cosi come i personaggi dai grandi sentimenti. L’amore, ecco mi piacerebbe interpretare uomo che sa provare sentimenti forti e di amore o cattivo. Ne ho fatti comunque e sono molto stimolanti per un Attore.
Il regista con cui hai lavorato che ti ha “regalato” di più, che ti ha compreso meglio?
Si ho lavorato con tanti registi importanti da F. Zeffirelli a T. Calenda Giuseppe Patroni Griffi, G. Lavia G, Sepe. Da tutti ho preso qualcosa e tanti ne tralascio, ma Patroni Griffi è quello che ho amato di più. C’era un rapporto bellissimo di amicizia. Sono stato fortunato ad avere Maestri cosi, non solo di Arte ma anche di vita. Ascoltarli o vederli al lavoro ti aprivano l’anima anche se non erano caratteri facili, anzi, però si cresceva con chi la cultura la costruiva, la faceva.
Nella tua biografia si legge che sei anche un giocatore della Nazionale Calcio Attori italiana che fa incontri di beneficenza per aiutare gli altri, ecco che ne pensi dell’impegno solidale oggi, in questa società forse un pochino più sorda ed egoista da questo punto di vista?
Ti ringrazio Ester per questa domanda. Si faccio parte ormai da anni della Nazionale Calcio Attori, fondata da Pier Paolo Pasolini. Un gruppo di attori ed artisti molto importante con uno scopo nobile come quello della beneficenza. Siamo in giro tutto l’anno, impegni di lavoro permettendo, portiamo un sorriso ed anche aiuti economici molto importanti. Siamo consapevoli che in una società che corre senza tempo, ecco che ritorna il tempo, noi lo troviamo per dedicarlo a chi tempo forse non ne ha o non avrà. Il ritorno che ne abbiamo in termini umani è incredibile. Abbiamo raccolto fondi per defibrillatori, ospedali, famiglie, contro la violenza sulle donne ultima a Roma alla presenza di F. Totti, per le zone Terremotate. Siamo stati anche all’estero e per noi è motivo di orgoglio. C’è molto dolore e tanti giovani che soffrono, genitori che hanno un amore ed un coraggio incredibile. Noi nel nostro piccolo diamo una mano, un aiuto e con i mie colleghi non facciamo mai mancare il sorriso.
Cosa ci racconti dei tuoi progetti in corso?
I miei progetti? Ho da poco preso parte ad un film in Puglia “Tonno Spiaggiato” con Frank Matano per la regia di Matteo Martinez. Ho preso parte al film con S, Castellitto il “Tuttofare” per la Regia Valerio Attanasio. Prossimi impegni un bel personaggio nella seconda serie de L’allieva Rai 1 e poi a gennaio e febbraio in teatro con Sebastiano Somma.
Grazie Antonio carissimo per questa gradevolissima chiacchierata e un grande in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti in corso e futuri.
Grazie a te Ester per il tempo che mi hai dedicato ed anche a coloro che leggeranno questa intervista. Un abbraccio a tutti e buone feste.
Ester Campese
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