di Caterina Guttadauro La Brasca - È
tornato,
come tutti gli anni, il NATALE festa per eccellenza.
Ne
viviamo tutti il fascino, da quando, bambini l’associavamo al
regalo che più
desideravamo, ad adesso che ne capiamo il vero valore. Tutto ciò che
ci circonda
è dipinto con i colori simbolo: il
rosso, e bianco e
l’oro. Luci
addobbano le strade e le vetrine di ogni negozio. Le tavole si
imbandiscono con più cura e le pietanze sono quelle tipiche di ogni
regione. Si respira un’aria di festa, ci si saluta più volentieri,
ci si ferma a comprare il cartoccino pieno di caldarroste che
fumando, profumano l’aria. In ogni famiglia si discute su come,
dove e con chi trascorrere la vigilia e la giornata del 25 Dicembre.
La sera si va alla Messa di Natale, dove si rinnova una nascita
avvenuta 2000 anni fa.
Questo
vale per le famiglie, per i genitori, ma anche per chi è solo,
perché nella notte di Natale, volenti o nolenti, ci si sente
coinvolti in un evento che abbraccia tutti, perché parla in maniera
misteriosa a tutta l’umanità.
Solitamente si sceglie di stare in famiglia per essere fedeli alla
tradizione, lo scambio dei regali, portare nel pomeriggio i bambini
al circo. Oggi il mio Natale e quello della mia famiglia viene
vissuto attraverso gli occhi “puliti” di mia nipote Elizabeth.
Con lei ritrovo la gioia dell’attesa, l’addobbo della casa con i
festoni dorati, l’albero, la magia delle sue luci e poi…..la mia
favola. Quella che sentirà è dettata da ciò che per me rappresenta
il Natale, la gioia, la condivisione e la magia di potere anche solo
con l’immaginario, tornare bambini per quel giorno dell’anno.”In
un paese lontano, in una casa grande, circondata da un immenso
giardino, viveva un gigante, conosciuto da tutti come il gigante
egoista. Era solo, non voleva la compagnia di nessuno. Il suo
giardino era sempre spoglio, pieno di sterpi e rovi; la sua casa al
buio. Forse la sua vita era stata amara e ogni giorno che arrivava
era sempre uguale all’altro. Non esistevano giorni di festa, la
solitudine era la sua unica compagnia. Anche il giorno di Natale non
faceva eccezione per lui che non conosceva la felicità. Tante volte
i bimbi si erano avvicinati al suo cancello e li aveva fatti scappare
con il suo rimprovero urlato e cattivo. Proprio la notte di Natale,
mentre era seduto dinanzi al camino, sentì un forte rumore. Si alzò
e si avvicinò al vetro della finestra per guardare il viale del suo
giardino. Dapprima non vide nulla, poi aguzzando lo sguardo, notò un
fagotto per terra, tra la neve e gli sterpi. Già arrabbiato, prese
il giaccone e si precipitò giù per sgridare chiunque avesse
trovato. Suo malgrado, dovette contenersi perché vide un bambino
avvolto in fasce con due ferite sul palmo delle mani, deposto sulla
neve. Gli chiese burbero: “Cosa fai qui, è freddo, sei poco
vestito. Chi ti ha ferito”? Il bambino rispose: “Tu mi hai
ferito, tutte le volte che hai negato a un bambino di farlo giocare
nel tuo giardino, tutte le volte che hai lanciato sassi contro coloro
che ti volevano tendere una mano per non vederti solo”. Qualcosa si
mosse dentro il gigante che non trovò le parole per rispondere.
Chiese solo: “Cosa posso fare”? “Quello che faresti a me in
questo momento” gli rispose il Bimbo. Cercò di prenderlo, ma
strinse al suo petto solo le mani vuote. Rientrò a casa con il
conforto di sapere cosa avrebbe fatto, perché aveva capito chi era
quel Bambino. Il giorno dopo aprì i cancelli del suo giardino,
miracolosamente addobbato di luci e alberi colorati. Fece entrare
tutti i bambini che riempirono di vita con i loro giochi quel posto,
da sempre freddo, e buio e diede un dono ad ognuno di loro. Ricevette
in cambio un sorriso di gioia. Il Gigante capì il valore del dono.
Con l’animo leggero si sedette sulla sua poltrona accanto al
camino, felice dii avere incontrato Gesù che gli aveva regalato il
Natale più bello della sua vita.
Anche la strenna fa parte del Natale, ma, non deve esserne la protagonista
perché se
così è, un momento che in origine era mistico,
oggi diventerebbe semplicemente consumistico.
Ma non si possono non fare delle riflessioni: perché questa bontà
emerge solo quel giorno? Perché la condivisione del pasto con la
famiglia diventa una necessità, perché ci si ferma a dare un
soldino al povero che conosciamo, sempre accovacciato lungo le strade
che percorriamo ogni giorno? L’esempio e il valore di ogni gesto
viene più filtrato e si sente il bisogno di guardare attorno a noi
con gli occhi del cuore. Il nostro pensiero, con una ritrovata
sensatezza, va ai paesi, teatri di guerra, ai giovani partiti e mai
tornati, ai bimbi soli, a chi della vita conosce solo la durezza, ai
violentati nel corpo e nell’anima. Alcune domande rimangono senza
un perché, ad altre si trova il coraggio di dare una risposta che ci
coinvolge tutti. E’ la nostra umanità che è contorta e
insensibile, è la sete di potere che allontana gli uomini, al punto
di vedere nell’altro un nemico. Senza
considerare poi che questo particolare periodo dell’anno ci mette
di fronte ad aspetti irrisolti delle nostre relazioni con familiari,
parenti ed amici, che potrebbero generare ansia e tensioni.
Il Natale sarebbe come una caramella: si assapora, si succhia, si
scioglie e, qualche istante dopo, non rimane
più niente.
Il senso del Natale è
esattamente l’opposto di tutto questo.
Tante
volte ci si domanda: “come
posso prendere oggi parte alla nascita avvenuta più di 2000 anni
fa”. In tutte le celebrazioni natalizie si canta “Oggi è nato
per noi il Salvatore”. Questo “oggi” nella liturgia passa il
limite dello spazio e del tempo, il suo effetto perdura pur nello
scorrere degli anni e dei secoli. La nascita investe e permea tutta
la storia, rimane una realtà alla quale possiamo arrivare attraverso
la ricorrenza liturgica
Se
queste feste passeranno e ci lasceranno come ci hanno trovato, vorrà
dire che il nostro cuore è distante da Dio. Pertanto viviamo
con gioia il Natale che si avvicina, come un evento meraviglioso,
il Figlio di Dio nasce ancora oggi. Dio è veramente vicino a
ciascuno di noi e vuole portarci alla vera luce. Viviamo l’attesa
contemplando il cammino dell’amore immenso di Dio che ci ha
innalzati a sé attraverso l’Incarnazione, la morte e Risurrezione
del Figlio.
Buon Natale
a
tutti voi che
leggete
i miei articoli, alla redazione tutta e al Direttore, che mi concede
il
piacere di scambiare con voi idee, informazioni, pareri
su
argomenti rientranti, a vario titolo, nell’ambito
culturale.
AUGURI
, BUON NATALE A TUTTI!!