di Caterina Guttadauro La Brasca - Daniela
Poggi nasce a Savona, una città di mare. In casa crebbe con l’Arte,
fuori un mondo colorato: l’azzurro del mare, del cielo della sua
città e l’aria salmastra da respirare, per poi portarla dentro
ovunque andrà. La sua carriera iniziò a 14 anni quando si aprì il
primo sipario per interpretare Andromaca di Racine in lingua
francese…
“Il cuore batteva a mille ma io mi sentivo “esistere”.
In questa frase c’è già un valido motivo per vivere. Un’
adolescente che la curiosità poterà, poi, dal teatro al cinema,
alla televisione, interpretando tanti ruoli, molte sfide che la
porteranno a vivere tante vite per regalare emozioni, fare percorsi
dentro se stessa, conoscersi meglio e accettarsi. A 20 anni è in
teatro con Walter Chiari in “Hai mai provato nell’acqua
calda”?’ Passa al teatro impegnato, con testi drammatici di Jules
Pfeifer e Arthur Miller. Recita con tutti i mostri sacri del teatro
come Arnoldo Foà. Dal 2009 inizia un percorso impegnato sui temi
sociali di grande rilevanza, tante opere fino a Pirandello, Sciascia.
Nel cinema è stata diretta da Ettore Scola, Luciano Salce, Giorgio
Capitani, Pasquale Festa Campanile etcc. Compie 40 anni di carriera
sul set di un film: “L’esodo”.
Signora Poggi, Lei ha festeggiato i suoi 40 anni di carriera vestendo
i panni di un’esodata nell’opera prima di Ciro Formisano. Un film
verità in cui si riconosceranno tante persone. Che emozioni ha
vissuto in questo ruolo che lei interpreta, ma molti italiani vivono?
Tante
emozioni, dalla vergogna, alla consapevolezza, la voglia di lottare
per chi subisce ingiustizie, la forza della ragione e la dignità di
essere dalla parte del giusto. Troppe persone soffrono di indigenza e
invisibilità, dobbiamo unirci a loro e urlare il nostro: BASTA.
Da quel giorno consegnato alla storia, dalle lacrime della Fornero,
iniziò un calvario che ha portato migliaia di famiglie a vivere in
uno stato di indigenza. Cosa pensa lei di uno Stato che non è in
grado di garantire una vita dignitosa alle fasce più deboli, tra cui
gli anziani?
Lo
ripeto, la politica spesso pensa più alla risoluzione di problemi
finanziari, bancari, mondiali lasciandosi alla spalle la vita delle
persone. Questa non è buona politica.
Viviamo in un mondo altamente tecnologizzato ma si muore ancora di
solitudine; il femminicidio è storia di tutti i giorni ormai, c’è
un grande degrado morale che ci porta indietro di tanti anni. Il suo
pensiero al riguardo?
Anni
di degrado culturale, si è cercato di intorpidire le menti, levare
la capacità di pensare, dai giornali alla televisione…Il sapere è
stato annientato per l’apparire non importa come. L’uomo è
rimasto indietro nel cammino della donna che si evolve ogni giorno di
più mentalmente e professionalmente. Nella scuola i primi segni di
violenza e poi in famiglia , nei
gesti
nelle parole…Bisogna stare attenti quando si parla, le parole
possono uccidere.
Poter
lavorare quanto ha contribuito, secondo lei, a creare un’autostima
nelle donne?
Certo
il lavoro è espressione di dignità e autonomia. Solo così la
persona esiste.
Esiste, secondo lei, un tipo di uomo che non fa, necessariamente, la
scansione di seno e sedere, prima di relazionarsi con una donna?
Non
lo so, bisognerebbe fare una ricerca sugli uomini…Penso di no.
D’altronde la prima attrazione è vedendo, poi conoscendo e poi
approfondendo.
Le
faccio una domanda provocatoria. Rispetto alla rete di amicizie di
Facebook a che servono oggi i parenti?
FB
se usato come mezzo di lavoro è straordinario, così come lanciare
petizioni a favore dei più deboli, umani e non. I gossip sono
deleteri. Cercare amicizia su FB è come dire” io non sono capace
di vivere veramente la vita”…la cosa buona è che ogni tanto si
ritrovano persone con le quali si è condiviso un periodo della vita
e poi per tante ragioni ognuno ha preso la sua strada e ci si è
persi di vista, con FB eccoci di nuovo. I parenti sono
indispensabili bisogna coccolarli e mai dimenticarli.
Lei ha adottato una bambina, questo denota la sua sensibilità e la
voglia di regalare amore. Cosa ne ha ricevuto in cambio?
Non
ho adottato, sono la sua madrina di battesimo e affianco la sua vita
da sempre, scuola, sport, viaggi e altro. In cambio ho la gioia del
suo sorriso, delle sue vittorie all’università, delle sue sfide
vinte perché è intelligente. Ha dato un senso alla mia vita.
Come si prepara ad interpretare un personaggio?
Lo analizzo, lo interrogo, leggo, lo vivo con il cuore e la pancia.
Mi dimentico di me e divento LEI.
Come vive, se c’è, la competizione con i suoi colleghi?
Una sana competizione deve esserci sempre se no ci si ammoscia!
Il suo amico modaiolo fiorentino Stefano Panaro, dall’America l’ha
sempre definita di "una genialità stellare”. Sicuramente un bel
complimento. Lei si riconosce questo valore?
Stefano
è troppo buono. Sono una persona normale come tante altre che ha il
dono della Fede e mi ci aggrappo con tutta me stessa. Ho sempre
lavorato, lottato, non mi arrendo, sono curiosa e ambiziosa, perché
se lavoro e guadagno posso aiutare molto chi ha bisogno.
Gode
di buona salute oggi il cinema italiano?
Non
direi
Lei
ama di più sorprendere o essere sorpresa?
Ambedue
Come fa a mantenersi così bella e in forma?
La bellezza ti viene regalata, non è merito tuo, devi solo
proteggerla e mantenerla, alimentazione vegana, sport, dormire bene,
serenità, letture e buone persone accanto. Cuore sempre aperto così
come occhi e orecchie…vivere la vita.
Qual è il suo rapporto con il tempo che passa?
Paure,
speranze, ironia, leggendo chi è più saggio e ha già capito il
senso della “adultità”!
Una, nessuna, centomila. Chi è esattamente Daniela Poggi?
Tutte
e nessuna…Una particella di Dio.
Nei suoi sogni c’è mai stato o c’è un Oscar?
Impossibile volare così in alto, sarei felice di un David per
L’Esodo.
Noi
le auguriamo di vincerlo per tutto quello che Lei è, dà e fa. Nel
2001 Daniela Poggi è stata nominata "Goodwill Ambassador"
l'UNICEF-Italia per sensibilizzare e coinvolgere l'opinione pubblica
sui problemi dell'infanzia, testimoniando e promuovendo con il suo
impegno nel mondo della cultura e dello spettacolo la solidarietà e
il sostegno alle iniziative dell'UNICEF.
Quindi
anche la sua arte al servizio dei più deboli. Daniela Poggi è più
di tutto questo, non serve sottolineare ciò che si vede, ma, è
anche fine, discreta, riservata, lontana dai frastuoni e dai divismi
gratuiti. Tutto ciò che ha conquistato è frutto di impegno,
passione e ricerca interiore perché, come dice giustamente Simone De
Beauvoir: “Donne
non si nasce lo si diventa”.
Noi la ringraziamo per averci permesso di conoscerla un po di più e
la lasciamo augurandole di vivere ancora tante vite con la passione e
il successo avuti fino ad oggi.