Passion for quality, il saper bere come cultura: uno sguardo alla centenaria Cantina San Paolo Appiano

Fattitaliani
Il saper bere e la conoscenza di ciò che si beve rientra in ciò che chiamiamo cultura.
Dietro ad un semplice calice di vino che assaporiamo in un momento di convivio con gli amici si cela in realtà tanto amore e tanta fatica dei  produttori spesso piccole aziende quasi, se non del tutto, a gestione familiare. L’Italia in fatto di vino vanta la sua storia che coinvolge tutte le nostre regioni alcune più prodighe di bianchi altri di vini rossi. In questa occasione abbiamo voluto  fermarci in Trentino poiché in occasione di una degustazione fatta presso l’enoteca  “Salvucci” a Roma, che abitualmente organizza brevi “tour d’assaggio” abbiamo conosciuto un pochino più da vicino l’azienda cooperativa della cantina San Paul Appiano attraverso un chiacchierata con Lorenzo Cassano che li rappresenta.
Il loro motto “Passion for quality” già ci piace tantissimo e loro stessi  nel sito spiegano coma “La Cantina Produttori San Paolo, storica realtà cooperativa dell'Alto Adige (1907), ha intrapreso da alcuni anni la strada dell' innovazione e vive oggi una rinascita che la porterà a diventare una delle più importanti cantine dell' Alto Adige. Questo "risorgimento" è avvenuto anche grazie al giovane team che la dirige, fortemente motivato e attento alla qualità in vigna e in cantina”
La cantina di St. Pauls Appian (San Paolo Appiano) nata infatti 1907, vanta oggi ben 217 soci fatta prevalentemente di  agricoltori con piccoli terreni, e come sovente accade in Alto Adige, associati in cooperative come questa. Le uve che coltivano spesso in piccoli appezzamenti vengono conferite dagli agricoltori alle aziende che poi vinificano, le producono e distribuiscono.
La cantina San Paolo Appiano mantiene in tutto ciò un gradevole equilibro fra tradizione e progresso, che permette loro di produrre vini di qualità e carattere. Nel corso della degustazione all’ enoteca  “Salvucci” gli assaggi dei vini Alto Atesini di questa azienda si sono concentrati sul Riesling, il Muller Thurgau ed il Gevurtz Traminer in un crescendo per le papille gustative, tutti e tre vini trattati nei tini di acciaio.
Le vinificazioni di questa azienda tratta però anche vini in tini di legno ed in particolar modo ci riferiamo a quelli appartenenti alla “Linea Passion” come il Sauvignon e Pinot Bianco delle riserve dei  bianchi più strutturati.  Ma c’è anche un prezioso progetto, nato due anni fa, come ci racconta Lorenzo Cassano. La cantina di St. Pauls Appian ha lanciato un prodotto di nicchia, trattato  ed invecchiato per due anni nella terracotta e prodotto da una vigna di oltre cento anni in un micro appezzamento di terreno la cui raccolta delle uve è possibile solo a mano e quindi totalmente artigianale. Il vino è un Pinot Bianco in purezza il “ New Sanctissimus" ” in onore della chiesa di San Paolo che è la più antica dell’Alto Adige.
Ester Campese
Fattitaliani

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