Bruxelles. In uno spiazzo della Forêt des Soignes, viene
ritrovato il direttore della Europe International School,
decapitato e con le dita mozzate. Nel contempo, il professor
Matteo d’Ortica, sinologo napoletano che vive nella capitale
belga, studia un antichissimo documento cinese: le analogie
tra l’eferato delitto e ciò che è raccontato nel documento,
sono evidenti e raccapriccianti.
Di lì a poco il professor D’Ortica, assieme alla giovane fglia
del direttore assassinato, sarà suo malgrado coinvolto nelle
indagini e costretto a vivere giorni d’incubo fra il pericolo di
essere anch’egli ucciso e l’incontro con il dio dell’I-Ching, un
essere inquietante dagli aspetti soprannaturali, che sembra
conoscere e volere indicare il nome dell’assassino.
Suddiviso in sessantaquattro capitoli – ognuno dei quali
dedicato al relativo esagramma del Libro dei Mutamenti –
Il dio dell’I-Ching è animato da una pletora di personaggi
singolari e stravaganti, alternando momenti di suspence e
di pura ilarità.
Isaia Iannaccone. Chimico e sinologo, nato a Napoli, vive a Bruxelles.
Specialista della storia della scienza cinese e della storia dell’incontro
tra l’Europa e la Cina, è membro efettivo della International Academy
of History of Science, ha tenuto corsi e seminari in diverse università
occidentali e orientali. Tra i saggi accademici di cui è autore ricordiamo:
Misurare il cielo: l’antica astronomia cinese (1991), Johann Schreck
Terrentius: le scienze rinascimentali e lo spirito dell’Accademia dei Lincei
nella Cina dei Ming (1998), Storia e civiltà della Cina: cinque lezioni
(1999); così come gli articoli scientifci sulla scienza cinese presenti
nell’enciclopedia Il Medioevo a cura di Umberto Eco (EncycloMedia 2010-
11). È autore, inoltre, di due guide sulla Cina (Touring Club Italiano), di
opere teatrali e libretti d’opera.
Ha scritto due romanzi best seller internazionali: L’amico di Galileo
(Rizzoli, 2006), Il sipario di giada (Sonzogno, 2008), e il romanzo
epistolare Lo studente e l’ambasciatore (Guerra, 2015).
IStITUTO ITALIANO DI CULTURA
Presentazione-Concerto
del romanzo
IL DIO DELL’I-CHING
di Isaia Iannaccone
Intervengono: lsaia Iannaccone, Alberto Romagnoli (corrispondente RAI a Bruxelles).
Musica strumentale e vocale: Ensemble Trianna de l’Académie de Woluwe-Saint-Lambert
diretto da Thomas Baeté,
con la partecipazione della soprano italo-cinese Pi Chung WU
Programma musicale
La scelta dei brani rispetta l’alternanza dei capitoli del romanzo Il dio dell’I-Ching, nei quali sono messi in scena la Cina antica con le sue tradizioni, e la cultura europea. Una particolare attenzione è stato dato al repertorio musicale italiano medievale, coevo degli avvenimenti cinesi narrati; è, infatti, nel medioevo, che si possono notare analogie con la musica e la poesia cinese delle epoche Tang e Yuan (dinastia mongola): venivano usate forme melodiche codificate per comporre testi poetici.
茉莉花 Moli Hua (Fior di gelsomino): antica melodia popolare cinese tratta da un’opera del secolo XVIII; questo canto è arrivato in Europa nel 1792, al seguito di una delegazione inglese che il re d’Inghilterra George III aveva mandato in Cina per partecipare alla festa degli ottant’anni dell’imperatore Qianlong; nel 1911, utilizzando questa musica, un missionario compose un canto sacro In lode di Gesù; nel 1920, Puccini utilizzò questo canto tra le musiche della Turandot, dando notorietà internazionale alla melodia. Molihua è stata utilizzata in Cina per accompagnare molte cerimonie ufficiali (p. e. il 19 dicembre 1999 per il passaggio di Macao dalla sovranità portoghese alla Cina; nell’estate del 2008 per le premiazioni dei Giochi Olimpici d’Estate; nel 2010 a Shanghai in un padiglione dell Esposizione Universale).
Quattro polifonie di Francesco Landini (ca. 1330-1397):
Cara mie donna (ballata)
Sì dolce non sonò (madrigale)
Muort'oramai (ballata)
Questa fanciull'amor (ballata)
Queste quattro polifonie sono tratte dal prestigioso Squarcialupi Codex, e per la loro diversità e raffinatezza, rappresentano il genio del suo principale autore. Francesco Landini era organista e compositore non vedente, molto famoso sia nella sua Firenze che al di fuori della città natale. Vero e proprio alchimista musicale del tardo Trecento, distillava la sua arte nelle forme canoniche del suo tempo, le ballate e i madrigali.
Per il suo ritmo gioioso, Questa Fanciull'amor resta fedele alle origine della ballata in quanto danza, mentre Muort'oramai e Cara mie donna esprimono piuttosto il desiderio sublimato e il lamento poetico del dolce stil novo. Il madrigale politestuale Sì dolce non sonò evoca il mito di Orfeo, e porta in sé il potere di seduzione che la musica ha sugli ascoltatori.
楓橋夜泊 Fengqiao Yebo (All’ancora sotto il Ponte dell’Acero): poesia cinese in versi settenari di epoca Tang (VIII secolo), fu composta da 張繼 Zhang Ji; la sua versione musicale è andata persa. Nel 1931, il compositore劉雪庵 Liu Xue’an (1905-1985) scrisse la musica con la quale oggi la poesia è cantata.
L’Ensemble Trianna ha per scopo l’interpretazione della musica tardo-medievale ricostruendo in modo fedele gli usi artistici dell’epoca, dalle voci agli strumenti come l’organo portatile, le vielle ad arco, il clavicembalum e l’arpa gotica.