Il 21 luglio è uscito su iTunes il brano Posso fare il varietà di Emanuele Lucas dal sapore “retró”, colore fresco, moderno, e innovativo. Una fusione tra le atmosfere e i suoni del varietà televisivo e le sonorità Pop-Dance contemporanee. Una swing-dance che l'artista dedica a Raffaella Carrà, come icona di un modo specifico di intendere la televisione e il talento.
Inizia così un nuovo percorso artistico per il cantautore salentino, conosciuto nel team Carrà della prima edizione di “The Voice of Italy”, ma nato come interprete e performer. Da sempre diviso tra teatro, TV e Live-show al fianco di grandi nomi - tra cui Battiato (“Ottocento”), Pippo Baudo (“Novecento” su Rai3), Maurizio Costanzo (“Mille lire al mese”) e Corrado Tedeschi (“Le Relazioni Pericolose”) - finalmente ci conduce in un mondo che lui stesso ha scritto, aspettando l’uscita - in autunno - del prossimo singolo. Da qui inizia l'intervista di Fattitaliani.
Il singolo previsto per l'autunno in che cosa somiglierà a “Posso fare il varietà”?
Il singolo che uscirà in autunno sarà ben diverso da “Posso fare il Varietà”. Sarà moderno, Pop-Rock, gli arrangiamenti saranno più internazionali, suoni ricercati per il mio sound ma anche tanto spazio agli strumenti classici, come i violini, rigorosamente veri, ad esempio, i fiati di “Posso fare il varietà” non sono campionati… Devo dire che ho la fortuna di collaborare con Michele D’Elia il mio direttore artistico che è l’arrangiatore di tutti i miei brani e nonostante la differenza di stile che potrà esserci col prossimo singolo si percepirà lo stile nel suo modo di arrangiare e di creare il mio “sound”.
Il titolo e lo spirito del brano in che misura e termini ha a che vedere con la tua esperienza a “The Voice”?
Avevo bisogno di “uscire”, a distanza di un anno dalla mia partecipazione a The Voice (anno nel quale ho lavorato veramente tanto al mio progetto, attraverso una ricerca continua e anche difficile), con un brano che poteva fungere da collante tra il The Voice e il mio progetto, e volevo farlo in modo ironico, fresco, nostalgico, televisivo e ho scritto questo pezzo dopo aver incontrato Raffaella in relax, davanti ad un caffè…
Pure tu “fissato” con la Carrà...?
(ride, ndr) Io non sono fissato con la Carrà, semplicemente ho potuto conoscerla da vicino, lavorarci ed è stato molto formativo sia a livello umano che professionale… mi ha dato tantissimo coraggio e forza… e credimi che per noi giovani, in questo momento, ce ne vuole veramente tanta…
Lo spettacolo di “The Voice” è stato piacevole; però, come già avvenuto lo scorso anno, la vincitrice è snobbata dalle classifiche. Non credi che vada cambiato qualcosa?
Credo che The voice sia un programma di alto livello ma secondo me ci sono troppi talenti nella stessa edizione! La gente non riesce ad affezionarsi agli ai cantanti, ma il Format è così e ci sono degli obblighi, non credo che The Voice si possa modificare. Credo però che indipendentemente da quello che possa darti un talent, bisogna lavorare su se stessi e pure tanto ed è quello che sto provando a fare.
Come showman sai benissimo che sarà difficile destreggiarsi fra diversi generi e modi di fare spettacolo... in che maniera ti orienterai nelle scelte che farai? Pronto anche a dire “no”?
Per ora non ci penso, nel senso che il mio obiettivo è fare musica, proporre il mio mondo. I miei pezzi parlano della mia vita, delle mie sensazioni, cerco di farlo in modo onesto e non voglio precludermi un tipo di carriera piuttosto che un altro, valuterò le proposte che mi arriveranno, anche in modo istintivo, sempre se mi arriveranno, anche perché, quello ho raggiunto finora l’ho raggiunto con tanto lavoro e sacrifici… della serie:” Non mi ha mai regalato niente nessuno”, a me piace lo spettacolo, a tutto tondo e se dovessi immaginare un mio concerto non lo immaginerei solo con una Band ed un microfono, ma dinamico, “poliartistico”, ben strutturato… Farei dei concerti-spettacolo. Giovanni Zambito. (intervista del 22 luglio 2014)