È una
nuova moda, si chiama roof hiking, e, in diverse capitali si sta adottando
questa insolita forma di visita
guidata per far apprezzare ai turisti la meraviglia delle città,
non solo con una veduta dal basso verso l’alto ma anche dall’alto verso il
basso. Si chiamano Rooftop Bar, sono il luogo ideale per un brindisi
memorabile, terrazze con vista ad altezze vertiginose, luoghi da sogno, ma
accessibili a tutti.
Lasciamo parlare
Stefano Ceo di www.thenewyorknightlife.com,
un tour operator che ha inventato il primo tour dei rooftop; le terrazze
panoramiche dove sorseggiare dei cocktail, osservando le luci, in lontananza,
della metropoli (come il libro “Le Mille luci di New York”, il capolavoro di
Jay Mclnerney). “New York, è la sua notte, indubbiamente, ci dice Stefano. È
di notte che tutti gli steccati sociali saltano, in cui puoi trovare allo
stesso tavolo un investitore di Wall Street e un afroamericano di Brooklyn che
vive nelle case popolari. Ognuno ha solo una cosa che lo spinge in avanti: “il sogno”.
“Come
mi è nata l’idea? I turisti spesso pensano che per visitare New York
basti salire sull’Empire State Building, visitare il MoMA, e fare una
passeggiata al Central Park. Ma questo non ti spiega nulla della vera New York,
che non è altro che la follia delle sue persone. E tutto questo lo vedi di notte,
andando nei luoghi esclusivi, spesso chiusi ai turisti. Ti dicono che ci sono
feste private, ma non è vero. Bisogna conoscere per poter accedere. Dietro
questo tour c’è molta negoziazione con i locali, contrattazione che io posso
fare perchè sono nel settore da tempo. Il mio è un tentativo culturale: vorrei
far capire come e dove nasce il mito di una città”. La città illuminata
può farti sospirare come se fosse la prima volta. E’ un amore che si perpetua,
che non si spegne mai. Unico requisito: non
soffrire di vertigini. Perché per godersi davvero l’aperitivo in questi bar ad
“alta quota”, bisogna avere il coraggio di guardare in basso, per poi aspettare
che il tramonto lasci il posto alla notte e, con il cocktail in mano, osservare
i grattacieli che si accendono. Bere
un Martini osservando la città sotto di noi è un’esperienza speciale.
Sembra di essere sopra un elicottero. Speciali sono gli sguardi che SI incrociano,
la forza della musica, la bellezza di tanta diversità tutta assieme. Bologna non ha
edifici molto alti nella contemporaneità, ma, in un'era passata, le torri che
servivano a proteggersi, sorgevano numerose sotto il cielo petroniano. Se
avrete la fortuna di scalarne una e arrivare in cima, ne vedrete tantissime e
passerete il tempo a cercare di capire dove si trovino, ripassando le strade
della città. Però ecco, da qualche settimana, se sono
in centro, faccio una deviazione in via Zamboni, arrivando da via delle Moline,
e poi via Belle Arti, per fare un salto da Hamerica's a metà mattina o poco
prima di mezzanotte, per mangiare un piccolo muffin e sedermi sulle seggioline
sotto al portico per fermare il tempo e tutto quel che gira.
È la torre degli Asinelli la protagonista indiscussa di Bologna dall’alto. Con la sua posizione centralissima, i suoi 97,20 metri d’altezza e i suoi 498 gradini, regala un panorama di torri e tetti rossi senza eguali sulla città. Trovandosi proprio nel cuore di Bologna, dalla sua sommità si riesce a vedere proprio tutto: da San Petronio al ghetto, sconfinando fino alle vicine colline bolognesi. Ci piace concludere con dei versi di Erri De Luca sulla notte: “È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile”. Dal libro " Il giorno prima della felicità" di Erri De Luca.
Caterina Guttadauro La Brasca