Rosa Teruzzi, in libreria "LA FIORAIA DEL GIAMBELLINO". L'intervista di Fattitaliani: i miei personaggi si comportano in modo inaspettato

Dopo il successo de La sposa scomparsa è uscito il nuovo libro di Rosa Teruzzi "La fioraia del giambellino" (Sonzogno), il secondo volume della serie che vede come protagoniste le tre investigatrici milanesi. L'intervista di Fattitaliani.

In quale aspetto il lettore conoscerà meglio Vittoria, Libera e Iole?
Le protagoniste del mio romanzo sono tre donne (nipote, mamma e nonna) che convivono in un vecchio casello ferroviario di Milano.
Vittoria, la più giovane, ha scelto di fare la poliziotta per assicurare alla giustizia gli assassini del padre. E’una vendicatrice arrabbiata.
La madre, Libera, è una donna adulta, sognatrice e romantica. Fallita la sua libreria, si è riciclata come fioraia specializzata in bouquet nuziali. Le note salienti del suo carattere sono l’insicurezza e la passione per il bello, la lettura e i boschi.
Iole, la nonna, ha quasi 70 anni ma è la più giovanile e la più spregiudicata delle tre. Pratica lo yoga, predica l’amore libero e vive ogni situazione con leggerezza. E’ curiosa, eccentrica e invadente.
La loro convivenza non è sempre facile.
Nel creare le tre donne, che modelli o anche stereotipi hai tenuto presenti? 
Ho provato a non seguire il cliché che vede i giovani proiettati verso il futuro e gli anziani ripiegati sulla lamentela per il proprio stato di salute o per la solitudine. Cerco sempre di creare personaggi che siano, per quanto è possibile, persone, con i pregi, i difetti e le contraddizioni delle persone vere. Non mi piacciono i romanzi con personaggi macchietta anche nei ruoli secondari. La mia ambizione è che tutti siano verosimili.
Come appaiono Milano e la Brianza in questo romanzo?
Milano è protagonista e non semplice sfondo del libro, perché lo è nella vita di Libera che attraversa la città a piedi, esplorandone gli angoli più segreti, dalla periferia al centro, dai ponti affacciati sul Naviglio di Corsico, ai palazzi di edilizia popolare di via Ucelli di Nemi, ai giardini di via Palestro. Ma una parte del romanzo si svolge a Villasanta, un paese della Brianza alle porte del parco di Monza, dove tutto è cominciato. E uno snodo importante della trama è ambientato a Pasturo in Valsassina. 
Non ho scelto questi due piccoli centri a caso. Si tratta di omaggi: al paese in cui sono nata e a quello che era il luogo dell’anima della poetessa milanese Antonia Pozzi.
Il casello in cui abitano Vittoria, Libera e Iole, esiste davvero, anche se è in stato di abbandono. E’ a Milano, in via Pesto, tra il Naviglio degli happy hour e il quartiere popolare del Giambellino. Una zona di confine,  molto più interessante, per me, delle strade della movida.
Il personaggio di Manuela si è sviluppato nella trama secondo quanto pianificato all’inizio della stesura, oppure è cambiato nel corso della narrazione?
Spesso i miei personaggi mi sorprendono perché si comportano in modo inaspettato, ma Manuela l’ho voluta fin dall’inizio così: una donna giovane, non giovanissima, che desidera disperatamente conoscere la verità sulle sue origini, il nome del padre. Ed è pronta per questo ad andare contro la volontà della madre, ma non a mancarle di rispetto. Una ragazza cresciuta con l’imperativo categorico di non fidarsi del prossimo, che invece sceglie di aprirsi all’amore. Che combatte, ma non è una ribelle.
Non tutti siamo chiamati a compiere imprese che entreranno nei libri di storia, ma io amo il coraggio di chi si oppone ai condizionamenti e riesce a mantenere la propria dolcezza.
A parte il padre di Manuela al centro delle indagini, gli uomini che posto occupano nel libro?
Libera, la protagonista, sembra destinata ad essere abbandonata dagli uomini della sua vita: come Manuela, non ha mai conosciuto il padre e Saverio, il marito poliziotto, è stato ucciso molti anni prima dell’inizio del romanzo.
Un collega di Saverio e un cuoco si contendono le sue attenzioni, ma lei non sa decidersi: inconsciamente è convinta che una relazione sentimentale le porterebbe solo altra sofferenza. 
Ma c’è un uomo che rimpiange per la sua solidità: nonno Spartaco, il ferroviere che l’ha cresciuta. 
E un uomo che l’aiuta nelle sue inchieste: Temperante Cagnaccio, il caporedattore di un giornale del pomeriggio, suo complice nelle ricerche del padre della sposa.
E poi c’è il ragazzo pericoloso con cui ha una relazione segreta Vittoria. 
E ci sono gli amanti di Iole.
Un mondo di uomini per tre donne sostanzialmente sole.
©Riproduzione riservata

Rosa Teruzzi (1965) vive e lavora a Milano. Ha pubblicato diversi racconti e tre romanzi. Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissione televisiva Quarto grado, in onda su Retequattro. Per scrivere si ritira sul lago di Como, in un vecchio casello ferroviario, dove colleziona libri gialli. Per Sonzogno, nel 2016 ha pubblicato La sposa scomparsa
Fattitaliani

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