Al cinema “Going in Style - Insospettabili sospetti” di Zach Braff: la recensione di Fattitaliani

Avanti con stile”, sarebbe questa la traduzione letterale del titolo originale del bel film di Zach Braff. Ma che c’azzecca con “Insospettabili sospetti”? Boh?

Comunque sia, il film del 2017 è un remake dello stesso titolo del 1979, “Going in Style” di Martin Brest, sceneggiato oggi dal bravo Theodore Melfi che riesce a rendere la narrazione contemporanea e assolutamente attuale; ma al contempo con un finale completamente diverso dall’originale, il cui titolo in italiano venne allora “trasportato” in “Vivere alla grande”, che per i tempi nei quali venne prodotto peccò di fatalismo e di giustizialismo divino, più che terreno!
L’assunto di base della sceneggiatura di Melfi prende spunto dalle veritiere e lapalissiane parole del celebre drammaturgo austro-tedesco Bertolt Brecht (1898-1956): «È più criminale fondare una banca che rapinarla!». Così come è criminale fondare una multinazionale che non paga le pensioni e l’assistenza a quegli uomini e quelle donne che per tutta la loro vita hanno donato il loro tempo e le loro energie solo per far arricchire i padroni. Ma questo non appartiene alla cultura previdenziale italica, dove il sistema pensionistico e sanitario sono totalmente pubblici; e i pensionati, così come gli indigenti, non rischiano di morire per mancanza di assistenza sanitaria, ovvero, di ritrovarsi poveri e senza assegno pensionistico dopo quarant’anni di duro lavoro per la propria azienda privata.
Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin, i tre amici per la pelle protagonisti della storia nei panni di Willie, Joe e Al, sono i tre pensionati vittime del sistema speculativo e di cinico brigantaggio di banche e multinazionali statunitensi che li conducono ad un passo dal rimanere senza un tetto sotto cui dormire e senza neanche il danaro per mangiare. È a quel punto che Willie, dopo essere stato tra le vittime incolumi di una rapina in banca, riesce a convincere i propri amici a riprendersi con destrezza e maestria criminale quel futuro di serenità e tranquillità economica che la loro banca e il loro ex datore di lavoro stavano in tutti i modi cercando di defraudare ingiustamente riducendoli prossimi all’indigenza.
Il cast si arricchisce dell’ottima interpretazione di Matt Dillon, Joey King, Ann-Margret, Christopher Lloyd, Maria Dizzia, Peter Serafinowicz, John Ortiz, Kenan Thompson e Josh Pais. Anche questo è un motivo in più per andare a vedere nelle sale cinematografiche italiane questa bella e interessante commedia americana. La morale del film? Quella è a cura dello spettatore, anche perché eccessivamente ovvia e realista, e non ha alcun bisogno di mediazioni.
ANDREA GIOSTRA.


Fattitaliani

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