Scandalo UNAR: datemi una mano

La vicenda la sapete: un servizo delle Iene ha accusato l’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, di avere stanziato una cifra consistente a favore di un club in cui si sarebbero fornite prestazioni omosessuali a pagamento.

Leggo sul Corriere.it che il direttore dell’UNAR Spano, dimessosi immediatamente, ha affermato che si tratta di una bufala “perché i finanziamenti in questione non sono stati ancora erogati”.
Inoltre quando gli è stato chiesto “È vero che lei ha la tessera del club” lo Spano avrebbe risposto “Non me lo ricordavo. Ho controllato, è vero, ma l’avrò fatta in un altro locale del gruppo, di altro genere, ne hanno tanti”.

A me questi fatti, e ancor più le spiegazioni che vengono date, creano confusione, e vorrei chiedervi: c’è fra voi qualcuno che può cortesemente aiutarmi a capire?
Ecco le cose che non comprendo:
- È concepibile che pur di prendere contributi per un loro locale (quello che ci fanno dentro mi interessa poco), un gruppo di omosessuali accetti di autodefinirsi “razza” a parte? Perché è quello che hanno fatto, chiedendo soldi a un Ufficio che si occupa di discriminazioni razziali. Una cosa che, se io fossi omosessuale, dopo tante battaglie fatte nei confronti di chi mi discriminava, mi manderebbe in bestia.
– Ma se è vero, come è vero, che gli omosessuali non sono una “razza”, e quindi l’UNAR avrebbe dovuto rigettare la richiesta con una sghignazzata “perché non ci azzeccava niente con le finalità dell’Ufficio”, come fa il presidente dello stesso a dire che il servizio delle Iene “è una bufala perché i fondi non erano stati ancora erogati”? Sbaglio o dovrebbe ringraziare le Iene perché se si fosse arrivati all’erogazione la situazione sarebbe risultata ancora meno giustificabile?
Come dite? Il signor Spano si è solo distratto un pochino?
A pensarci bene, credo che abbiate ragione. Infatti si è distratto anche a proposito della tessera del club, che non ricordava di avere.
Ho fatto bene a ricorrere al vostro aiuto. Almeno un dubbio me lo avete tolto.
A questo punto però, visto che siete così bravi, vorrei chiedervi un parere.
Conosco un poveretto a cui il suo capo un giorno sì e uno no dice “Razza di imbecille”, e sono cinque anni che non gli dà un aumento di merito.
Secondo voi, se chiede all’UNAR qualche decina di migliaia di euro per discriminazione razziale ha speranze?

Carlo Barbieri
Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, NitroNews, Il Fatto Bresciano, QLnews, Sicilia Journal e Malgrado Tutto, testata su cui hanno scritto Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”, i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco) e “Uno sì e uno no”, una raccolta di racconti pubblicata da D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati alla VI edizione del Premio Internazionale Città di Cattolica, al IV Premio di letteratura umoristica Umberto Domina e alla VII edizione del Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.
Fattitaliani

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