Secondo capitolo per NiggaRadio (Andrea Soggiu, Daniele Grasso, Peppe Scalia, Vanessa Pappalardo). A poco meno di due anni dal fortunato e così bene accolto esordio di ‘Na storia (Dcave records 2014) e dei prestigiosi risultati ottenuti (Il Concertone del Primo Maggio 2015, il Cous Cous Festival, un loro brano sigla del prestigioso festival cinematografico Gold Elephant World, ospiti al Medimex 2015, selezionati per la Targa Tenco come Miglior Opera Prima, due tour in giro per la penisola e in più vari festival) la band ritorna con la sua particolarissima miscela di suoni e rumori, chitarre slide, sinth, marranzani e dialetto siciliano. E anche il secondo disco "FolkBluesTechno'n'Roll... e altre musiche primitive per domani" è candidato al premio Tenco: è stato prodotto, registrato e missato da Daniele Grasso per Dcave records e vede, insieme ad altri amici, la partecipazione di Cesare Basile e Alessandro Deidda; masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio e distribuito da Believe Digital. Fattitaliani li ha intervistati.
Il blues rock e l'elettronica (a tratti addirittura noise e martellante), si incontrano con i testi in dialetto a Catania. Una strana congiunzione astrale. Ci siamo persi qualcosa?
Ma no, nessuno strano allineamento siderale... Cose tipiche della nostra terra: Andrea vive per un po' a Capo Verde, Daniele con madre newyorker, padre siciliano e un po' di tempo in Scandinavia, Vanessa in Burkina Faso e Peppe fra Milano e Londra... siamo migranti figli di migranti passati da casa, con in spalla il bagaglio che abbiamo raccolto in giro, per controllare lo stato delle nostre radici che abbiamo scoperto buono e forte. Siamo Siciliani ma figli di questi tempi e di questo mondo. Ecco tutto, ecco NiggaRadio.
Cosa c'è in “Folk Blues Tecnho Roll” che mancava in “ Na Storia”?
Mmm... bella domanda. Diciamo che "Na storia" continua a piacerci. Qui c'è, forse, più consapevolezza di noi (non troppa, ché fa male) e un pizzico in più di incoscienza (sappiamo che sembrano due cose in antitesi ma è proprio così).
Ho notato un richiamo a gruppi come Jon Spencer Blues Explosion o simili per quanto riguarda l'aspetto Blues della vostra musica. Confermate? Smentite? In ogni caso che nomi citereste fra le vostre influenze? Anche nel folk o nell'elettronica visto il titolo dell'album?
Smentiamo decisamente (sorridono, ndr)). In realtà partiamo dalla radice del blues rurale ed è possibile che siamo approdati, come molti, a soluzioni simili. Trooooppe influenze da dirle tutte... Proviamoci: per il Blues diremmo Skip James, Blind Willie Johnson, Mavis Staple, troooppi... e poi i primi Black Keys, J. White e l'elettronica di Wendy Carlos i Tangerin Dream, la Techno di Detroit, i C2C e poi Rosa Balistreri, Ignazio Buttitta, Bombino, la musica del Maghreb e... Non scordare " 'n' Roll"... gli Stones, Sky and family Stones... ci fermiamo se no ti finiamo la rivista.
Parliamo dei testi: c'è molto di “sociale” nelle parole che si possono ascoltare all'interno di questo disco. C'è qualche tema che vi tocca in particolare, o per cui vi sentite di battervi particolarmente?
Per la seconda parte della domanda... beh, guardati intorno e scegli pure liberamente: diseguaglianza e disgregazione sociale, mancanza dei diritti di base, il debito come arma... per la prima parte, ci piacerebbe che il paese rivedesse le origini della sua "unità". Servirebbe per una vera rinascita.
Fra non molto le Targhe Tenco, per cui il vostro album è fra i finalisti nella categoria “Album in Dialetto”: come vi sentite a riguardo?
Felici, senza ombra di dubbio e anche un po' orgogliosi.... due candidature su due dischi non è certo male. Poi se andiamo ancora più avanti...
E dopo il premio Tenco?
e beh, suonare suonare. Un tour autunnale in giro per l'Italia per portare a più persone possibili le nostre storie. Una sorpresa che se ti diciamo che sorpresa è?!? Un periodo di controllo sul materiale nuovo che abbiamo appuntato e in primavera il nostro primo tour europeo... insomma seguiteci, ci sarà da "sentire". Giuseppe Vignanello.
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