Venerdì 23 settembre si apre al pubblico a Copenhagen una esposizione d’arte dei dipinti che alcuni,
oggi famosi e celebri, artisti danesi e norvegesi realizzarono a Sora
e dintorni e a Civita d’Antino negli anni intorno al 1880.
Fu una
parentesi speciale per queste località che per circa sette-otto
anni, Sora e ancora di più Civita d’Antino, vissero sul loro
suolo la presenza di giovani artisti per i quali tale soggiorno
rappresentò una nicchia indimenticabile nelle rispettive esistenze.
Erano letteralmente fuggiti da Roma a quell’epoca particolarmente
invivibile a causa di frequenti inondazioni del Tevere, per la
presenza della malaria e di epidemie coleriche e soprattutto a causa
dei sovvertimenti e capovolgimenti urbanistici e della distruzione
dell’antico contesto che stavano mutando la fisionomia della Città
Eterna; a Sora e a Civita d’Antino, invece, questi artisti
trovarono la luce, un paesaggio incontaminato, una natura
lussureggiante, profumi e odori mai conosciuti e, spesso evidenziato
nella loro corrispondenza, una umanità affabile e disponibile con
quelle loro vestiture sfolgoranti di colori e con quelle singolari
calzature ai piedi. E a Sora e a Valleroveto e a Civita d’Antino
realizzarono centinaia di opere, molte delle quali oggi costituiscono
il nucleo più qualificato nei numerosi musei sia danesi sia
norvegesi: anzi si può perfino sostenere che specie i musei di
Copenhagen sono un inno al personaggio in costume ciociaro come
incontrato a Roma e in queste località! Ricordare, poi, che a Sora
e in tutta la Ciociaria di tali opere presenti non solo in
Scandinavia ma nei musei e gallerie di quasi tutto il pianeta, non se
ne trova nemmeno una, non si fa che confermare e ribadire il ruolo
sotto questi aspetti pernicioso e infamante giuocato sia dalle
pubbliche istituzioni sia dai cosiddetti uomini politici, ovviamente
con il benestare e compiacenza della popolazione. La mostra danese
sarà inaugurata dal primo ministro del Paese, a testimolnianza del
significato della iniziativa artistica: un importante catalogo è
stato messo in circolazione che contiene le immagini di gran parte
delle opere dipinte.
Di
questi artisti particolare memoria è conservata nei luoghi: di
Christian Meyer Ross (1843-1905), norvegese, a Sora per molti anni,
ben inserito nell’ambiente e del quale è conservato un grande
quadro a forma di trittico destinato al civico ospedale e a suo
tempo una importante piazza cittadina fu dedicata al suo nome; Civita
d’Antino invece fu luogo di soggiorno per venti anni di Kristian
Zahrtmann (1843-1917) che molto amò e fece conoscere il paesino
annidato a mille metri di altezza, la sua luce, le sue montagne… e
il suo vino.
E’
motivo di sorpresa a dir poco costatare che in questi giorni nella
stampa e nei media nostrani non si legga un comunicato o una notizia
da parte delle pubbliche istituzioni comunali, provinciali e
regionali con riferimento alla iniziativa significativa di
Copenhagen!
Peccato
che a Copenhagen si espongano opere d’arte e non prosciuttelli e
pecorino e salsicce. Michele
Santulli