Nel
passato ci siamo occupati più di una volta della cappella funeraria
di Onorato Capo nel cimitero di Anagni, un’architettura di
altissima qualità ed impegno nella parte antica del cimitero.
Non
vogliamo rammentare che cosa rappresenta Onorato
Capo per Anagni:
un benefattore e filantropo che tutti conoscono sia perché una
strada è a lui intestata da oltre cento anni sia perché diverse
strutture ospedaliere e di pubblica assistenza portano il suo nome,
perché da lui volute. E per il suo eterno riposo Onorato Capo fece
realizzare una cappella funeraria adeguata al suo spirito e alla sua
mentalità: un piccolo capolavoro sia di architettura sia di
decorazione del quale, sembra incredibile, non è facile rinvenire
l’eguale in Italia, nel punto più suggestivo e panoramico del
cimitero: marmi intarsiati sui pavimenti, decorazioni artistiche
sulle pareti, porte pregevoli in legno di noce e bronzo e ferro,
finestre in vetri decorati, due scalinate avvolgenti che scendono in
un piano inferiore.
Sono tornato l’altro
giorno ed ho rilevato che gli anagnini sono veramente proiettati in
avanti, guardano al futuro: basti ricordare che per venti anni hanno
nutrito e mantenuto orgogliosamente un personaggio che poi, pur se a
malincuore per la grande perdita, hanno promosso al Consiglio
Regionale per meriti e capacità e dove si è distinto grazie a
quelle gesta edificanti così ben raccontate e illustrate dalla
stampa di mezzo mondo. Giustamente possono questi personaggi
preoccuparsi mai della Chiesa di San Lorenzo all’ingresso del
cimitero dal tetto pericolante dove si trovano due importanti
sculture di Ernesto Biondi e della cappella di Onorato Capo? Il loro
interesse si capisce e si legge alla perfezione guardandosi attorno:
le splendide colline che una volta verdeggiavano quali smeraldi alle
spalle della città, oggi orrendamente cementificate, il centro
storico in svendita e svuotato, palazzoni sugli antichi murazzi, la
pianura, attraversata dalla gloriosa Casilina, un obbrobrio per
abbandono o sporcizia o cementificazione da quinto mondo, una cava di
pietra alle spalle che si amplia continuamente e che abbellisce e
arricchisce la immagine cittadina ormai da anni …
E la barbarie
evolve ad Anagni: la cappella conteneva sulla volta e sulle pareti e
sull’altare affreschi di Eugenio
Cisterna (1866-1933)
la qualità e importanza delle cui opere si può ammirare e
verificare andando già alla Basilica di Santa Sabina all’Aventino
a Roma o a Sant’Agnese in Agone a Piazza Navona. Ad Anagni invece?
Distrutti, annientati, cancellati: tutta la cappella lasciata in
abbandono, mai manutenuta: un bene prezioso è stato dunque
strappato non ai cittadini, anzi agli elettori, di Anagni che in
verità nemmeno se ne sono accorti, bensì al patrimonio nazionale,
certamente alla civiltà e all’arte. Chiedersi chi andrebbe messo,
a dir poco, alla berlina o alla gogna, al meritato ludibrio, è
superfluo: non serve! Certo è che nessuno ha visto o sentito, fino
ad oggi.
Certo
è che ora la cappella Onorato Capo, ancora più abbandonata e
degradata per incuria e sporcizia intorno, è divenuta ripostiglio di
ramazze, scope, secchi e del genere! La barbarie dunque evolve, non
ha fine. E, di nuovo, nessuno vede!
Michele
Santulli