Al
Museo
Salinas
di Palermo, dall’11 maggio è esposta, per
la prima volta in Italia,
la famosa Testa
di Ade
proveniente da Morgantina, chiamata Barbablù a causa del colore
della sua folta barba a riccioli.
L’esposizione, fortemente voluta
dall’Assessore Regionale ai Beni Culturali Avv. Carlo
Vermiglio,
è stata resa possibile - in attesa della conclusione del
procedimento giudiziario e della definitiva assegnazione alla Regione
Siciliana - grazie all’autorizzazione del Sostituto Procuratore di
Enna Dott. Francesco
Rio che
ne ha disposto temporaneamente la giudiziale custodia al Direttore
del Museo Salinas, Dott.ssa Francesca
Spatafora.
Particolarmente
suggestivo e avvolgente l’allestimento curato dall’Arch. Stefano
Biondo,
che ricrea – all’interno di una sala appositamente predisposta -
tutti gli elementi simbolici e cromatici che caratterizzano
l’iconografia legata al culto del dio degli inferi.
Intricata
e assai particolare è la storia legata a questa splendida opera
della coroplastica greca. Attraverso rogatorie internazionali della
Procura della Repubblica di Enna, con la collaborazione del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Nucleo di Palermo e la
disponibilità del Consolato Italiano a Los Angeles e del Paul Getty
Museum di Los Angeles, la testa, trafugata negli anni settanta dal
sito archeologico di Morgantina, è rientrata in Italia il 29 gennaio
2016. Arrivata nel mercato antiquario l’opera fu acquistata dal
magnate americano Maurice Tempelsman e nel 1985 acquisita dal Paul
Getty Museum di Malibù. Il sospetto della provenienza da Morgantina
nacque dal confronto di un ricciolo caratterizzato dal colore blu
custodito nel magazzino del Museo di Aidone, pubblicato nel 2007 da
Serena
Raffiotta
nel suo studio sulle terrecotte figurate da Morgantina, con la testa
dalla folta barba blu conservata al Getty ed esaminata da Lucia
Ferruzza
nell’ambito della sua pubblicazione sulle terrecotte figurate del
museo statunitense. A seguito dell’esito positivo della
comparazione tra i due reperti, il Getty manifestò nel 2013 la
volontà di restituire all’Italia l’opera.
La
provenienza da un luogo di culto dedicato a Demetra e Kore, figure
centrali della religiosità antica in Sicilia, ha permesso
l’identificazione della testa con il dio dell’oltretomba. Non è
escluso che la statua di Ade possa essere stata associata a quella di
Persefone, ed entrambe destinate a un ambiente del santuario di San
Francesco Bisconti da cui verosimilmente provengono anche i due
acroliti di marmo e la cosiddetta Dea di Morgantina.
L’uso
del colore nella Testa di Ade
ha un chiaro valore simbolico: l’azzurro, infatti, con cui è resa
la barba, privo di riferimenti realistici, richiama il concetto di
eternità per l’assimilazione con il colore del cielo, ma ha anche
riferimenti funerari, ben relazionandosi, dunque, all’immagine del
dio degli inferi.
Una
storia fatta di coincidenze che rappresenta un momento positivo per
la ricerca archeologica e una vittoria per la legalità.
La
clip di presentazione ideata da Giusi
Garrubbo
descrive l’evento attraverso una raffigurazione “carceraria”,
con videocamere di sorveglianza e bianco/nero “sporco”, una
trasfigurazione contemporanea del sovrano degli inferi, sorretta da
musica underground.
La
mostra sarà visitabile fino al 29 maggio 2016. Orari apertura:
mar-dom ore 9.30-19.00. Ingresso libero.
Per
ulteriori informazioni scientifiche, contattare
Francesca
Spatafora, Direttore del Museo Salinas di Palermo,
cell.
+39 334 6476267
Twitter:
https://twitter.com/FrancescaSpataf
Comunicazione:
Sandro
Garrubbo, cell.
+39 335 7403742
Twitter:
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