Julieta, al 69° Festival di Cannes Pedro Almodovar: "la vecchiaia è un massacro". La recensione di Fattitaliani

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Julieta, il nuovo film di Pedro Almodovar, in competizione qui a Cannes, è diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto.
Questo è un Almodovar nouvelle cru, anomalo, riflessivo e poco incline ai coup de theatre. Un Almodovar che sente la dolce ala della giovinezza allontanarsi, ammette infatti “sto invecchiando e ne sono perfettamente cosciente. Inutile negarlo. I latini dicevano che la vecchiaia in se stessa è una malattia. Personalmente trovo invece che sia un massacro. Io, almeno, la vivo così”. E Julieta, come dicevamo, riflette questa sensazione del tempo che passa declinato al femminile, senza fuochi d’artificio, come la sua originalità ci aveva abituati. Qui è anche la prima volta che utilizza due attrici per interpretare la protagonista, Adriana Ugarte, dai 25 ai 40 anni ed Emma Suarez dai 40 in poi, per raccontare il tempo che passa. 
Almodovar, perché questa scelta?Perché non ho mai amato l’effetto dell’invecchiamento sul volto degli attori, per cui, fin dal primo momento, ho deciso che le attrici sarebbero state due, visto che l’effetto temporale è piuttosto lungo”Se non sbaglio l’aveva già fatto Bunuel…? “Sì, in Quell’oscuro oggetto del desiderio. Lì però la motivazione era chiara, Angela Molina e Carol Bouquet incarnavano i due aspetti della protagonista, quello passionale e quello freddo e razionale. In Julieta invece, volevo dare l’impressione che le due donne si somigliassero mentre le due attrici non hanno proprio niente in comune. Ho usato così dei flashback. Ma la sfida è stata mostrare il cambiamento d’attrice direttamente, senza nessun artificio.” 
Un bell’escamotage quella dell’asciugamano che la figlia Antia usa per asciugare la testa di sua madre e quando lo toglie sotto troviamo l’altra attrice …sono sempre stato affascinato dall’immagine biblica del velo di Veronica su cui si stampa il volto del Cristo dopo averne asciugato il sudore. Mi è sembrata l’idea perfetta per vedere il tempo che passa”.
Almodovar, come mai ha scelto delle attrici con cui non aveva mai lavorato prima? "per Julieta abbiamo fatto molti provini. La Suarez è stata una decisione immediata mentre Adriana Ugarte era quella che meglio corrispondeva alla periodo della gioventù". 
Cos’è per lei la cosa più importante in un attore? Direi che la voce è fondamentale. E sul set non faccio che suggerire il tono per ogni personaggio. Pensi che arrivo anche a correggerli in spagnolo perché, a seconda di come si dicano le cose, cambia anche l’espressione facciale”.
Tratto da tre racconti brevi della poetessa e scrittrice canadese Alice Munro, Julieta è la storia di una donna che non vede più sua figlia Antia, da dodici anni. Tra le due donne non c’è stata nessuna rottura. Un giorno Antia ha deciso di partire per un ritiro spirituale da cui non è più tornata. Senza una parola, con un breve asciutto saluto che non faceva prevedere questo tormentoso, infinito oblio. Dodici anni sono lunghi e quando Julieta, finalmente comincia a respirare e ad uscire da questa cupa, pesante cappa di abbandono decidendo di partire con il suo compagno per il Portogallo, ecco che il destino la fa imbattere in Beatrice, l’amica del cuore di Antia che le dice che la figlia vive a Madrid. All’improvviso Julieta, liquida seccamente il suo compagno, dicendo che non vuole più partire, dall’oggi al domani cambia casa e quartiere sperando forse di incontrare la figlia che nel frattempo si è sposata ed ha tre figli. Aspettando, inizia a scriverle una lunghissima lettera per spiegarle cose che non le aveva mai detto…
Recitato con un ritmo perfetto il cast si avvale di attori come Emma Suarez, Adriana Ugarte, Daniel Gra, Pilar Castro e Rossy de Palma.
Mariangiola Castrovilli


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