Arriverà nelle sale italiane il prossimo 18 febbraio l’ultimo capolavoro della Disney, “Zootropolis”, un film di animazione diretto da Byron Howard e Rich Moore, in cui i protagonisti sono soltanto gli animali impegnati a costruire con coraggio, nella loro città, una società giusta, libera, tollerante e pacifica. Il servizio di Luca Pellegrini:
(clip) “Zootropolis, una ridente città in cui gli animali di ogni razza, che siano prede o predatori, vivono insieme in pace e armonia”.
Se all’inizio fu soltanto un topolino di nome Mickey, ora sono sessantasette le specie di animali che abitano la fantastica città di Zootropolis. Tutti si muovono, parlano, si vestono e vivono in quartieri magnifici che riproducono il loro habitat, esprimendo differenti culture e vitali diversità. Ciascuno occupa il suo ruolo in questa società.
18 mesi di studio etologico
Anche Judy, una spaesata coniglietta che vuole fare la poliziotta e alla fine diventerà un’eroina, accompagnata dalla volpe Nick, una delle coppie più divertenti nella storia dei film Disney. Diciotto mesi di studio del mondo animale hanno tenuto impegnati i due registi, Byron Howard e Rich Moore, perché il comportamento di ogni specie doveva apparire reale e autentico, mentre tutta di fantasia è la splendida storia, centrata sul disordine che scaturisce quando il fragile equilibrio tra prede e predatori rischia di rompersi per la sete di potere di pochi.
Predatori e prede
Un monito, anche, che trasforma questo splendido film di animazione in un insegnamento costruttivo e attuale. Howard racconta il metodo di lavoro seguito per la produzione del film e l’idea di fondo che lo anima:
“Honestly, we start our movies with research, because…
In realtà, quando facciamo un film, iniziamo con delle ricerche, perché pensiamo che i migliori film e le migliori storie nascano dalla conoscenza degli argomenti che vuoi trattare. Abbiamo quindi dedicato più di un anno alla ricerca sul mondo animale e tra le altre cose abbiamo scoperto la dinamica interessante tra predatori e prede: due gruppi che non per forza vanno d’accordo. E abbiamo pensato che questo fosse un modo interessante di parlare di noi esseri umani. Guardate Judy, questo personaggio così ottimista che crede che Zootropolis sia una città perfetta dove tutti vanno d’accordo e che la tolleranza sia diffusa. Invece, è una storia di crescita, che parla della crescita di Judy, che impara che il mondo non è così semplice e che l’unica soluzione è guardare dentro di sé per trovare la risposta, affidarti all’altro e cercare le differenze che ci rendono unici e che arricchiscono la nostra società, invece che allontanare gli altri da noi”.
Cercare il posto nel mondo
Sono principi di convivenza da diffondere anche nel mondo che i bambini vanno a scoprire nella loro vita.
“We always start from an emotional place. …
Iniziamo sempre da una situazione emozionale: cominciamo sempre la nostra narrazione cercando di capire come questi personaggi, in qualità di singoli individui, possano tra loro scontrarsi ed entrare in conflitto. Un aspetto molto bello del film è il fatto che gli animali ci fanno riflettere sulla nostra esperienza umana, in modo molto profondo. Pensiamo che questo film sia fruibile da tutti: possono vederlo i bambini, gli adulti, perché contiene un messaggio molto positivo. Volevamo che i personaggi raccontassero le loro storie, con grandi emozioni. Volevamo che lo spettatore imparasse da Judy, questo personaggio naïf, che crede in un mondo ideale, poi cresce e capisce che il mondo è molto più complicato di come avesse pensato. In fondo, è la storia di ciascuno di noi: dobbiamo cercare come trovare il nostro posto nel mondo, fidandoci gli uni degli altri. E questo è quello che mi piace di questo film: un messaggio positivo e costruttivo che viene dai personaggi che imparano da loro stessi”. Luca Pellegrini, Radio Vaticana, Radiogiornale del 7 febbraio 2016.