Cinema, dal 27 gennaio si vola in wingsuit con "Point Break" e dal 28 il sogno americano di "Joy"

Fattitaliani
Base Jumping, uno sport che evoca l’impossibile, pericoloso quanto basta da aver già fatto numerose vittime tra gli adepti di questo batticuore estremo.
Tra loro anche Patrick de Gayardon, famoso per aver inventato la wingsuit, deceduto alle Hawaii nel 1998 durante un lancio con la sua tuta alare. Quello che vi meraviglierà nel remake di Point Break di Ericson Core, nuova edizione del cult firmato nel 1991 da Katrhryn Bigelow, saranno le immagini assolutamente spettacolari che non avete mai visto prima perché nessuno aveva mai tentato finora la rischiosa impresa di un volo in wingsuit. I nostri lettori potranno essere partecipi di quest’impresa assolutamente eccezionale dal 27 gennaio al cinema con la Eagle Picture che il regista Ericson Core dipinge oggi, con una tale dose di suspense, da lasciarvi a bout de souffle per 114 minuti filati. Senza fiato certo perché prima di Point Break, il volo in uno spazio limitato come quello del più che angusto crack, un’enorme crepa dentro le Alpi Svizzere, eseguito in formazione e ad una velocità inimmaginabile, da quattro persone in tuta alare, non era mai stato realizzato. E la cosa più straordinaria, ma che noi non abbiamo visto perché non fa parte delle scene del film, è che in coda, c’era anche un quinto pilota, il base jamper Jhonathan Florez che ha ripreso tutto il volo dalla sua posizione. E, ironia della sorte, Jhonathan ha trovato la morte, a film terminato, in un lancio successivo. In una intervista che Florez aveva rilasciato dopo le riprese di Point Break, prima di morire a soli trentadue anni, spiegava che “in quella scena c’erano quattro persone che volano fianco a fianco. Quello che non vediamo è la telecamera RED montata sul casco di ben dodici libbre che ho sulla testa, mentre li riprendo facendo esattamente tutto quello che gli altri stanno facendo”. Jeb Corliss, cittadino dei cieli da più di vent’anni, coordinatore delle scene di volo del film e conosciutissimo base jumper e wingsuit flyer, commentando la scena da cardiopalmo che vi lascerà tutti a bocca aperta afferma che  “Questa è una sequenza incredibilmente difficile. In generale il volo in wingsuit è complicato di suo, farlo però in gruppo, è ancora più complesso. Credo sinceramente che questi siano i migliori piloti di volo in tuta alare che esistano e che questo sia il più grande stunt mai realizzato da un uomo”. 
A proposito del film il regista Ericson Core, ha detto che “Il primo Point Break è stato un capolavoro che ha ispirato intere generazioni. Tutti l’abbiamo amato e ne siamo stati influenzati. Noi volevamo usare l’ispirazione della versione originale, per poi realizzare sullo schermo la nostra visione di Point Break, creando un progetto di scala globale e coinvolgendo nell’azione i migliori atleti del mondo di sport estremi”.
Tutta un’altra storia invece Joy di David O. Russell, ovvero l'incarnazione del sogno americano in un film che prende spunto da una storia vera, quella di Joy Mangano, una donna indipendente e soprattutto intraprendente, che credendo in se stessa è pronta a tutto per inseguire e realizzare i suoi sogni. E, dopo averne passate di tutti i colori con una famiglia allargata e molto sui generis, Joy inventa il mocio che si strizza da solo, assolutamente rivoluzionario per i tempi. Il primo successo, duramente conquistato, di una brillante carriera da imprenditrice, per buona parte in salita. Con una Jennifer Lawrence, assolutamente super, ecco sullo schermo Robert De Niro, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Diane Ladd ed Isabella Rossellini  che potrete ammirare dal 28 gennaio al cinema con la Century Fox.
Isabella Rossellini a Roma per il lancio del film, ha ammesso di aver subito amato l’idea di un lavoro così al femminile, infatti confessa che Joy “È un film femminista nel miglior senso della parola. Inoltre arriva in un momento in cui ad Hollywood si parla molto delle disparità di trattamento tra uomini e donne. Il mondo che ci circonda continua a non renderci facile conciliare famiglia e carriera. Spesso poi siamo noi stesse a farci troppi problemi. Ed inoltre, a parità di condizioni con il sesso forte, non siamo altrettanto determinate nel far rispettare un nostro diritto, come, ad esempio, la parità di salario”. E vi sembra poco?

Mariangiola Castrovilli
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