Base
Jumping,
uno sport che evoca l’impossibile, pericoloso quanto basta da aver
già fatto numerose vittime tra gli adepti di questo batticuore
estremo.
Tra loro anche Patrick
de Gayardon, famoso
per aver inventato la wingsuit,
deceduto
alle Hawaii nel 1998 durante un lancio con la sua tuta alare. Quello
che vi meraviglierà nel remake di Point
Break di
Ericson
Core,
nuova edizione del cult firmato nel 1991 da Katrhryn
Bigelow,
saranno le immagini assolutamente spettacolari che non avete mai
visto prima perché nessuno aveva mai tentato finora la rischiosa
impresa di un volo in wingsuit.
I nostri lettori potranno essere partecipi di quest’impresa
assolutamente eccezionale dal 27 gennaio al cinema con la Eagle
Picture
che il regista Ericson
Core
dipinge oggi, con una tale dose di suspense, da lasciarvi a bout de
souffle per 114
minuti filati. Senza fiato certo perché prima di Point
Break,
il
volo in uno spazio limitato come quello del più che angusto crack,
un’enorme crepa dentro le Alpi
Svizzere,
eseguito in formazione e ad una velocità inimmaginabile, da quattro
persone in tuta alare, non era mai stato realizzato. E la cosa più
straordinaria, ma che noi non abbiamo visto perché non fa parte
delle scene del film, è che in coda, c’era anche un quinto
pilota, il base
jamper
Jhonathan
Florez
che ha ripreso tutto il volo dalla sua posizione. E, ironia della
sorte, Jhonathan
ha trovato la morte, a film terminato, in un lancio successivo. In
una intervista che Florez
aveva
rilasciato dopo le riprese di Point
Break,
prima di morire a soli trentadue anni, spiegava che “in
quella scena c’erano quattro persone che volano fianco a fianco.
Quello che non vediamo è la telecamera RED montata sul casco di ben
dodici libbre che ho sulla testa, mentre li riprendo facendo
esattamente tutto quello che gli altri stanno facendo”. Jeb
Corliss,
cittadino dei cieli da più di vent’anni, coordinatore delle scene
di volo del film e conosciutissimo base
jumper
e wingsuit
flyer,
commentando la scena da cardiopalmo che vi lascerà tutti a bocca
aperta afferma che “Questa
è una sequenza incredibilmente difficile. In generale il volo in
wingsuit è complicato di suo, farlo però in gruppo, è ancora più
complesso. Credo sinceramente che questi siano i migliori piloti di
volo in tuta alare che esistano e che questo sia il più grande stunt
mai realizzato da un uomo”.
A
proposito del film il regista Ericson
Core,
ha detto che
“Il primo Point Break è stato un capolavoro che ha ispirato intere
generazioni. Tutti l’abbiamo amato e ne siamo stati influenzati.
Noi volevamo usare l’ispirazione della versione originale, per poi
realizzare sullo schermo la nostra visione di Point
Break,
creando un progetto di scala globale e coinvolgendo nell’azione i
migliori atleti del mondo di sport estremi”.
Tutta
un’altra storia invece Joy
di
David
O. Russell,
ovvero l'incarnazione del sogno americano in un film che prende
spunto da una storia vera, quella di Joy
Mangano,
una donna indipendente e soprattutto intraprendente, che credendo in
se stessa è pronta a tutto per inseguire e realizzare i suoi
sogni. E, dopo averne passate di tutti i colori con una famiglia
allargata e molto sui generis, Joy inventa il mocio
che si strizza da solo, assolutamente rivoluzionario per i tempi. Il
primo successo, duramente conquistato, di una brillante carriera da
imprenditrice, per buona parte in salita. Con una Jennifer
Lawrence, assolutamente
super, ecco sullo schermo Robert
De Niro, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Diane Ladd ed
Isabella Rossellini che
potrete ammirare dal 28
gennaio
al cinema con la
Century Fox.
Isabella
Rossellini a
Roma per il lancio del film, ha ammesso di aver subito amato l’idea
di un lavoro così al femminile, infatti confessa che Joy “È
un film femminista nel miglior senso della parola. Inoltre arriva
in un momento in cui ad Hollywood
si
parla molto
delle disparità di trattamento tra uomini e donne. Il mondo che
ci circonda continua a non renderci facile conciliare famiglia e
carriera. Spesso poi siamo noi stesse a farci troppi problemi. Ed
inoltre, a parità di condizioni con il sesso forte, non
siamo altrettanto determinate nel far rispettare un nostro
diritto, come, ad esempio, la parità di salario”.
E vi sembra poco?
Mariangiola
Castrovilli