“Quo vado?” racconta la storia di Checco, un ragazzo che ha realizzato tutti i sogni della sua
vita. Voleva vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza e c’è riuscito,
voleva essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio
con relativi figli e ce l’ha fatta, ma soprattutto, sognava da sempre un lavoro sicuro ed è
riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca.
Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno
però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il
taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo
di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa.
Per Checco il posto fisso è sacro e pur di mantenerlo accetta il trasferimento. Per metterlo
nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane
a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi ma Checco resiste eroicamente a tutto.
La Sironi esausta rincara la dose e lo trasferisce al Polo Nord, in una base scientifica italiana
col compito di difendere i ricercatori dall’attacco degli orsi polari.
Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce Valeria,
una ricercatrice che studia gli animali in via d’estinzione e s’innamora perdutamente di lei.
Inizia così un’avventura fantastica nella quale Checco scoprirà un nuovo mondo, aprendo la
sua piccola esistenza a orizzonti lontanissimi.
NOTE DI REGIA
In Italia, negli anni sessanta, per contrastare l’avanzata del comunismo si assumevano
migliaia di statali. Gli impiegati pubblici hanno salvato la democrazia nel nostro Paese.
Immaginate quanti uomini e donne che avevano un talento l’hanno dovuto sacrificare per
quella che si definiva “la sicurezza”, il posto fisso. Non c’era genitore che, a un figlio con
qualità artistiche, non lo consigliasse-costringesse a un più sereno pubblico incarico con
stipendio sicuro. Stesso destino lo subisce l’imprenditore che, dal doversi inventare qualcosa
di valido per il mercato, riceve fondi statali che annientano la sua creatività, la deriva del
“made in Italy”.
Il nostro Paese subisce in quegli anni un capovolgimento psicologico, si passa dai concetti
futuristico-fascisti di coraggio e intraprendenza, anche troppa, al senso rasserenante
impiegatizio democristiano che accompagnerà tutto il corso della prima repubblica, un
profilo sociale che arriva fino al nostro contemporaneo segnandolo ancora e profondamente.
Sì perché, svegliarsi da quel torpore durato oltre cinquant’anni non è così facile.
L’attuale mondo del lavoro mostra le sue fredde complessità a un Paese che fa ancora
richiesta di modelli assistenzialistici. Specchio delle difficoltà di concepire il nuovo senso di
occupazione si avverte in frasi tipo “mio figlio è stato costretto ad andare a lavorare
all’estero”. In quel “costretto” si annida tutta l’impossibile comprensione del presente. Stessa
cosa vale per gli imprenditori, “lo Stato faccia qualcosa” invece che la ricerca d’invenzioni e
creatività interessanti.
“Quo Vado?” parte da tutto questo. È il racconto di un tempo in bilico tra certezza e
incertezza, dove Checco, figlio di quella mentalità assistenzialista, deve “provarsi a vivere”.
A tendere una mano a Checco è Valeria, una giovane ricercatrice che studia il
surriscaldamento del pianeta e il suo effetto sugli animali. Ad animare la vita di Valeria è il
tentativo di salvare il mondo da mutamenti irreversibili che mettono a repentaglio la sua
stessa sopravvivenza, ad animare Checco è l’ottusa ricerca di salvare il suo posto fisso.
Checco non ha ancora capito che il posto fisso si sta estinguendo proprio come quegli animali
che Valeria cerca disperatamente di salvare.
Inizia per Checco un nuovo tempo che gli fa richiesta di coraggio, di determinazione, di
partecipazione, a lui che è stato sempre e solo interessato al suo piccolo microcosmo fatto da
ufficio, casa dei genitori, piccolo paese dove vive. Per Checco è giunto il tempo di aprirsi al
mondo, di ospitare grandi ideali, di concepire un senso comunitario della vita, e Checco, per
amore di Valeria, accetta di far parte del nuovo tempo.
Abbiamo voluto chiamare questo nuovo tempo della vita di Checco “Tempo dell’educazione”.
Checco ha compreso che la civiltà, da sola, serve a poco se non si accompagna all’educazione.
L’educazione è la porta d’ingresso a un futuro carico di meravigliosa eternità.
Gennaro Nunziante
NOTE DI PRODUZIONE
“Quo Vado?” è ormai il quarto film che facciamo con Checco e ogni volta lavorare con lui è
una grande sorpresa e un gran divertimento. Quando ho deciso di produrre il suo primo film
sapevo di rischiare molto. Ma avevo anche la consapevolezza di lavorare con un grande
comico.
Avevo capito che c’era qualcosa di molto speciale nel suo modo di fare ridere la gente.
Certo mai mi sarei aspettato di battere tutti i record di box office con un film italiano, fino
addirittura arrivare a insidiare “Avatar” di Cameron. Ma la verità è che il successo dei suoi
film non mi ha completamente sorpreso. La sua è una comicità molto umana, capace di far
ridere, appassionare e commuovere il grande pubblico. Le sue storie ti fanno ridere a
crepapelle e commuovere allo stesso tempo. Il tutto con un grande pregio: quello di non
utilizzare la volgarità come espediente comico.
Come produttore ho sempre cercato di fare dei film che trasmettessero emozioni al grande
pubblico, e in questo Zalone è bravissimo. Ci mette sempre tutto se stesso e per me è una
grandissima soddisfazione vedere come gli spettatori riconoscano il suo impegno e la sua
onestà ripagandolo con un affetto senza precedenti.
Penso che con questo film Checco sia riuscito ancora una volta a migliorare se stesso. La
storia è divertentissima e unica. E’ una grande avventura che porta il pubblico dal piccolo
paesino della Puglia fino all’Africa, passando per il Polo Nord e la Norvegia. Il tutto condito da
delle scene che sono davvero esilaranti.
In più, anche se lui non lo dirà mai perché odia prendersi sul serio, è una storia che riflette in
modo simpatico ma anche molto intelligente su un aspetto di grande rilevanza per il
momento storico in cui viviamo: il lavoro e il pubblico impiego.
Per fortuna c’è Checco a continuare a far ridere con i suoi film milioni di spettatori…
Spero ancora per tanti anni.
Pietro Valsecchi
CAST ARTISTICO
CHECCO ZALONE CHECCO
ELEONORA GIOVANARDI VALERIA
SONIA BERGAMASCO DOTTORESSA SIRONI
MAURIZIO MICHELI PEPPINO - PADRE CHECCO
LUDOVICA MODUGNO CATERINA - MADRE CHECCO
NINNI BRUSCHETTA MINISTRO MAGNO
PAOLO PIEROBON RICERCATORE SCIENTIFICO
AZZURRA MARTINO FIDANZATA CHECCO
LINO BANFI SENATORE BINETTO