di Domenico Logozzo * - L’AQUILA
- Calabria e Abruzzo, due regioni geograficamente distanti, ma
culturalmente tanto vicine, per merito di grandi intellettuali, come
Corrado
Alvaro
e Laudomia
Bonanni.
E’ nelle carte del notevole archivio della scrittrice nata l’8
dicembre 1907 a L'Aquila
e morta il 21 febbraio 2002 a Roma, che lo studioso prof. Gianfranco
Giustizieri
ha recuperato, con interessanti carteggi. Come un giornale che
sessantacinque anni fa si stampava a Reggio
Calabria
e che aveva inserito la Bonanni “tra
i
narratori italiani di eccezionale valore”.
Laudomia apprezzava moltissimo la Calabria. “C’era
un forte legame empatico tra la Bonanni e la Calabria -
sottolinea il prof.
Giustizieri
-, tanto
che la regione è spesso presente negli elzeviri che la scrittrice
disseminava sui maggiori quotidiani italiani.
Proprio
una rivista di Reggio Calabria «Italia Intellettuale» nel lontano
settembre del 1951, con un articolo firmato da Aldo Capasso, dedicò
la sua attenzione alla quasi esordiente Laudomia Bonanni”.
Recuperati
documenti sulle iniziative culturali che la scrittrice aveva promosso
a L’Aquila, nel decimo anniversario della morte di Corrado
Alvaro.
“In
archivio c’è un fascicolo
del
dicembre
1966 -
ci dice il prof. Gianfranco Giustizieri - interamente
dedicato alla commemorazione dello scrittore calabrese che si
concluse con la rappresentazione al Teatro Comunale della Medea
scritta da Alvaro diciassette anni prima. Fu un successo
straordinario per la Compagnia del Teatro Indipendente diretta da
Maurizio Scaparro e che ebbe come protagonisti principali gli attori
Laura Adani e Renzo Giovampietro. Tutti gli articoli che la stampa
nazionale dedicò all’avvenimento sono nel fascicolo. La Bonanni
curò
l’organizzazione di un Convegno dedicato ai problemi della Calabria
e del Meridione così come erano visti da Alvaro. Vi parteciparono,
oltre alla stessa Bonanni, i professori universitari Bruno Gentili e
Giovanni Pischedda, il regista Scaparro, il musicista Roman Vlad e il
critico Nicola Ciarletta. Quel che rammarica è lo smarrimento degli
atti e
la
documentazione relativa agli interventi”. Un
vero peccato.
Nell’archivio
anche la corrispondenza intercorsa tra i responsabili del Rhegium
Julii e la Bonanni, che nel 1975 venne premiata per il libro Vietato
ai minori.
“Siamo
lieti di comunicarle – scriveva Giuseppe Casile
il
19 aprile 1975
- che
la Commissione Giudicatrice, presieduta da Walter Mauro, ha assegnato
il Premio Rhegium Julii 1975 al suo volume “Vietato ai minori”,
edito dalla casa editrice Bompiani. Pertanto la preghiamo caldamente
di volerci assicurare la sua presenza alla cerimonia di premiazione
che avrà luogo il 21 giugno, alle ore 21, nel Teatro Comunale “F.
Cilea” di Reggio Calabria”.
La Bonanni rispose con questo telegramma:
“Impossibilitata trovarmi presente a graditissimo apprezzato
riconoscimento mio libro - presente per me - ringrazio calorosamente
giuria, presidente, circolo culturale et città di Reggio per
premio
cui auguro sempre maggiori affermazioni”. Nelle
carte conservate dalla scrittrice c’è poi questa cartolina di
Casile: “Passato
da Roma ho ritenuto opportuno portarle personalmente la targa con
medaglia e diploma del Rhegium. Purtroppo Lei era assente. Scusi per
il pacco improvvisato lasciato al portiere”.
Bisogna
dire che la giuria presieduta da Walter
Mauro
ha avuto il grande merito di avere riproposto la scrittrice aquilana
all’attenzione del mondo letterario nazionale. Dopo la vittoria del
Campiello con l’Adultera,
la scrittrice si era fermata per dieci anni. Spiega Giustizieri:
“Dalla
lunga pausa di scrittura voluta dalla Bonanni
per
un distacco naturale dalla massa di libri che venivano pubblicati, ad
un serio ripensamento dell’esigenza di “scrivere purché serva e
significhi umanamente”, con “Vietato ai minori” tornò ai suoi
lettori”. Uscito nel settembre del 1974 per le edizioni Bompiani,
dopo dieci anni di silenzio da parte della scrittrice, “Vietato ai
minori” divenne subito un importante evento letterario”.
Un
ritorno fortunato.
“Il libro fu accolto da un grande successo di pubblico e di
critica, conquistando l’attenzione della giuria di uno dei più
prestigiosi premi nazionali: il Rhegium Julii. La commissione,
presieduta da Walter Mauro e composta da firme importanti come
Emerico Giachery, Aldo Sgroy, Pasquale Strangio, Francesco Barillà,
Pietro Mura, Antonio Donat-Cattin, Jacopo Bononi, Giuseppe Casile
(segretario), nella selezione delle opere partecipanti, non ebbe
dubbi nell’assegnare alla Bonanni l’ambito riconoscimento.
Naturalmente la fama del premio e l’autorevolezza della commissione
giudicatrice contribuirono notevolmente alla diffusione del libro e a
riportare l’attenzione della critica sulla scrittrice abruzzese”.
“Vietato
ai minori”,
un libro pluripremiato. Dopo Reggio Calabria, secondo al premio
«Napoli», terzo allo «Strega», fu inserito anche nella terna per
il premio Letterario Internazionale «Libro dell’Anno». Consensi
ampi. “E’
un romanzo-documento nato dall’esperienza di vita della Bonanni -
evidenzia
lo studioso -
nelle aule scolastiche come insegnante elementare e dalla
frequentazione dei tribunali minorili in qualità di giudice laico. I
minori narrati sono i figli della povertà, della guerra, dei
brefotrofi, della decomposizione sociale, della privazione
dell’innocenza infantile, conosciuti in oltre quarant’anni di
militanza sul campo. Il libro raccoglie solo una parte di questo
universo a fronte di oltre novanta “storie” disseminate nelle
terze pagine dei giornali e delle riviste letterarie”.
Sui
giornali si parlò ampiamente di questo libro. “Riprendere
le moltissime recensioni dei maggiori critici italiani non è
un’impresa facile”, afferma
Giustizieri.
E
ha scelto di “riportare
parte di
una
per tutte, quella di Michele Prisco uscita sul settimanale «Oggi»
il 30 ottobre 1974: “[…] il libro col quale Laudomia Bonanni dopo
un silenzio di dieci anni riappare nelle librerie è, innanzitutto,
un libro nobile e severo, d’alta tensione morale e di forte
scansione stilistica, nato da una singolare esperienza di vita e al
tempo stesso decantato come sono tutti i libri scritti per necessità
e portati avanti con un accumulo di crescita profondamente elaborato
[…]”. Esperienze di vita dal forte richiamo anche per i lettori”.
In
quest’epoca
in
cui si riflette poco e si corre molto, travolgendo i grandi valori
morali, sarebbe più che opportuno rileggere l’opera bonanniana,
divulgandola soprattutto nelle scuole.
*già
Caporedattore TGR Rai