I palermitani, che tanto hanno sofferto a causa degli interminabili lavori per la creazione di una rete tramviaria, si chiedono perchè i bianchi tram si aggirino come fantasmi sulle rotaie nuove di zecca senza prendere né scaricare un solo passeggero.
Ufficialmente, si sa, sarebbe tutto fermo a causa della battaglia in corso al Comune su come gestire il tutto. Il sindaco Orlando vorrebbe affidare i tram al carrozzone AMAT, dichiarare il centro storico maxi-ZTL e finanziare tutto con permessi di circolazione da far pagare 120 euro l’anno; Forza Italia sarebbe per “Ticket per Tutti”; il PD dice che ci vuole una “politica di abbonamenti intelligenti”- cosa che, da quando qualcuno ha chiamato “intelligenti” persino le bombe, mi terrorizza e mi fa venire l’impulso di correre in cerca di un ricovero.
Ma la verità non è questa.
Io l’ho scoperta, e ora ve la dico.
I tram, cari miei, non entreranno mai in funzione perché c’è pronto un altro progetto per il quale si spera arrivi un ulteriore bel finanziamentone dalla Comunità Europea.
Il progetto, top secret, prevederebbe che i tram vengano restituiti alla Bombardier che li ha forniti, naturalmente a prezzo di seconda mano, mentre per le rotaie sarebbe già pronta una gara d’appalto a cui avrebbero già preannunciato l’adesione la Ghana Railway Corporation, l’ISIS (in vista della manutenzione straordinaria della liea Bengasi-Tripoli che sarà presto riattivata dal Califfato), e lo Zù Tano ’ù firraru, che avrebbe già dichiarato pubblicamente, durante la festa del patrono del quartiere, di essere certo di vincere la gara.
E con che cosa verrebbero sostituiti i tram?
Eheheh.
Signori, è questo il formidabile colpo di genio del Comune di Palermo che ho il piacere di presentarvi in anteprima.
Gli abortodismessi tram sarebbero sostituiti da riksciò.
Un’idea fantastica, con eccezionali vantaggi per la popolazione. Ecco i tre maggiori:
- Nessun consumo di energia elettrica, che come sappiamo in Italia è ancora prodotta in massima parte da combustibili fossili: carbone, olio combustibile, gas. Quindi, niente CO2, salvo quella dovuta al respiro del conduttore-trainatore, che però respirerebbe in ogni caso “di suo” per il solo fatto di essere vivo.
- Percorsi flessibili come un taxi: andare dovunque, fermando dovunque.
- Possibilità di contrattare, ma anche di pagare eventualmente anche in natura, magari con fermata dal panellaro per l'acquisto ed eventuale condivisone di una mafaldina con panelle e cazzilli .
I più scettici mi diranno “ma quando mai il Comune ha fatto qualcosa guardando ai vantaggi per la popolazione?”
A questi irriducibili professionisti della lamentela, pur non condividendone l’atteggiamento, faccio notare che comunque le migliaia di riksciò avrebbero bisogno di altrettante licenze e, se uno proprio nasce malelingua e vuole continuare ad esserlo a tutti i costi, può pure pensare che genererebbero un paccone di voti che farebbe gola a qualsiasi politico.
Casomai qualche protesta nei confronti del progetto ce la si può aspettare dal SAMP, che non è una associazione di tifosi genovesi ma il Sindacato Abusivi Mezzi Pubblici, i cui aderenti preferiscono certamente i tram perché non avrebbero mai il coraggio di rifiutare il pagamento della tariffa a un nerboruto riksciuri (neologismo che mi permetto di proporre come derivato da “riksciò” e “gnuri”, come vengono chiamati a Palermo i proprietari delle carrozzelle da nolo).
Allora che ne pensate, non è un’idea che permetterà alla Felicissima Capitale dell’Isola di scavalcare la semiteutonica Bolzano nella classifica della vivibilità, che oggi vede la provincia di Palermo al 106° posto su 110?
Come dite? Ah sì, scusate. Manca la risposta alla domanda “ma allora perché i tram si aggirano per la città senza prendere né scaricare passeggeri?”.
Provvedo subito.
L’avete presente quei signori che vanno in giro a tutte le ore a passo veloce, come se dovessero andare da qualche parte e fossero in ritardo? Che fanno secondo voi?
Bravissimi. La passeggiata cardiotonica.
E i tram quello fanno.
Quando la Bombardier ricomprerà i candidi tram, gli farà un bel checkup, e se scoprisse che sono rimasti ad arrugginirsi in un deposito li pagherebbe di meno. E quindi i responsabili, saggiamente, li fanno circolare.
Capito come sono coscienziosi?
E questa è la riposta a quelli che pensano che gli amministratori di Palermo non sappiamo amministrare. A questa gentaccia dico solo una parola: vergognatevi.
Carlo Barbieri
Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, NitroNews, Il Fatto Bresciano, QLnews, Sicilia Journal e Malgrado Tutto, testata su cui hanno scritto Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”, i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco) e “Uno sì e uno no”, una raccolta di racconti pubblicata da D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati alla VI edizione del Premio Internazionale Città di Cattolica, al IV Premio di letteratura umoristica Umberto Domina e alla VII edizione del Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.