Come regalo
delle Feste, nei giorni scorsi ci siamo visti recapitare l’ultimo
romanzo dell’amico Franco Faggiani: il quale Franco ci ha veramente
sorpreso, dal momento che non ci aveva anticipato l’uscita del
volume con una frase, un rigo (appena), una telefonata, un sms, una
e-mail… Niente insomma: e quindi l’omaggio, speditoci alla
chetichella e in busta anonima, ci ha raggiunto in maniera
doppiamente sorprendente, e doppiamente gradita.
Con “La
trasformazione delle nuvole” arriva alla sua terza puntata la saga
del Comandante Colleoni. Saga o sagra, come sottolinea l’Autore:
dal momento che il protagonista del libro continua a non farsi
mancare nulla in termini di buon cibo e di ottimi vini. Stavolta
l’ambientazione della storia si sposta dall’arco alpino agli
antipodi geografici della Penisola. Per un curioso imprevisto di
famiglia infatti Bartolomeo Colleoni, Comandante della Forestale, si
ritrova catapultato in Sicilia, in luoghi particolarmente
“vulcanici”: non solo perché dominati dall’Etna, ma perché il
vulcano stesso (a muntagna)
si erge a comprimario, suo malgrado, di una storiaccia di rifiuti
tossici e di discariche abusive. Una vicenda che comunque Colleoni
riesce brillantemente e come sempre a risolvere, coadiuvato dai suoi
due fedelissimi assistenti e da una squadretta di personaggi locali
come al solito raffazzonata ma efficace.
Volendo fare
la consueta, scontata battuta, potremmo dire che Franco Faggiani è
come un eccellente vino longevo: migliora con gli anni. Difatti il
terzo capitolo del ciclo Colleoni ci regala una narrazione più
disinvolta, fresca, spigliata, sempre veloce e sostenuta nel ritmo,
sempre tersa in un linguaggio, comunque, ricco e avvolgente a ogni
pagina. Forse al protagonista (e allo Scrittore) ha fatto bene
spostarsi dai ghiacciai della Valle d’Aosta alle ceneri, ai lapilli
e alle colate laviche della Sicilia etnea. Dall’alfa dei monti del
Nord all’omega della Trinacria vulcanica: in tre soli libri,
Colleoni – Faggiani (difficile distinguere l’Autore dal suo alter
ego letterario) ha abbracciato gli estremi montani, e lontani, del
Belpaese. Restando sempre fedele a se stesso: cioè, solo, libero –
sono le ultime due parole de “La trasformazione delle nuvole”.
Il volume si
raccomanda, come i precedenti, anche per la sua impeccabile veste
grafica: il che ha contribuito ad aumentare vieppiù il piacere della
nostra lettura natalizia.
Piero Valdiserra