"Truth" apre la X festa del Cinema di Roma 2015. Intervista con il regista James Vanderbilt



La mattina del 9 settembre 2004 la produttrice della CBS News Mary Mapes (Cate Blanchett) aveva tutte le ragioni per essere orgogliosa del suo servizio giornalistico. Ma alla fine di quella giornata, lei, la CBS News, il famoso giornalista della CBS, Dan Rather (Robert Redford), furono messi a dura prova. 
La sera prima, 60 Minutes II, aveva mandato in onda un servizio investigativo, prodotto dalla Mapes e presentato da Rather, nel corso del quale venivano rivelate delle prove secondo le quali il Presidente G. W. Bush aveva trascurato il suo dovere nel periodo in cui prestava servizio come pilota nella Guardia Nazionale dell'Aereonautica del Texas, dal 1968 al 1974.
Ma pochi giorni dopo lo scandalo, i registri del servizio militare di Bush smisero di essere al centro dell'attenzione dei media e del pubblico e, da quel momento in poi furono 60 Minutes, la Mapes e Rather a passare sotto la lente di ingrandimento; i documenti a supporto della loro inchiesta furono denunciati come falsi e lo staff di 60 Minutes fu accusato di cattivo giornalismo.
Come è mai possibile che l'attenzione si sia spostata sui giornalisti che misero in questione la versione ufficiale della storia? Come è possibile che dettagli futili, come il carattere utilizzato nei documenti, le interruzioni di linea, o gli apici divennero apparentemente più importanti del fatto che il Presidente avesse (oppure no) trascurato i suoi obblighi militari?
Integrità ed indipendenza giornalistica furono forse irrimediabilmente messe da parte nei consigli di amministrazione e nelle redazioni? 
Il film è tratto dal libro scritto dalla stessa Mary Mapes, intitolato Truth and Duty: The Press, The President and the Privilege of Power pubblicato nel 2015 da St. Martin's Press.
Ecco l'intervista con l'esordiente regista (sceneggiatore di Spiderman)....
Come mai ha deciso di fare questo film?
Questa storia negli USA ha destato molto scalpore e da cittadino ho seguito la notizia poi ho letto con attenzione il libro di Mary Mapes. Mi piacciono molto i film sul giornalismo anche perché avrei voluto fare il giornalista e così ho pensato di fare il film.
Che difficoltà ha incontrato?
All'inizio è stato difficile contattare l'autrice, Mary era restia al progetto. Poi ho fatto un lavoro d'indagine, come un vero e proprio giornalista. Ho parlato con Mary e i suoi colleghi anche con quelli che non volevano rilasciare dichiarazioni in via ufficiale ma ufficiosa, ma volevo avere diversi punti di vista della storia. Volevo fare questo film perché in verità ero affascinato dalle due figure sia di Mary che di Dan ma mi interessava anche la figura di Bush. La posta in gioco era alta ed era irrinunciabile realizzare questo progetto sulla ricerca della Verità! Soprattutto in un momento storico di cambiamento nel mondo dell'informazione nell'era di internet, per me era importante toccare punti decisivi come integrità, democrazia e libertà. Non abbiamo fatto un film politico ma abbiamo raccontato la storia dal punto di vista di Mary e Dan. Non prendiamo nessuna posizione politica né le parti della famiglia Bush.
Crede che ci siano ancora giornalisti capaci di indagini e di andare contro corrente e prendere di petto il potere politico?
Credo di sì, altrimenti il giornalismo subirebbe una grossa perdita nel campo dell'indagine.
Emanuela Del Zompo
Fattitaliani

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