Teatro Olimpico, dal 22 ottobre Carmen di George Bizet secondo l'orchestra di Piazza Vittorio

Dal 22 ottobre all’8 novembre il nuovo allestimento della Carmen di Bizet secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio, nuova produzione che vede impegnate Accademia Filarmonica Romana (alla sua 195° stagione), teatro olimpico e Vagabundos. A dirigere la coloratissima Orchestra di Piazza Vittorio sarà Leandro Piccioni, protagonista sarà una stravagante ed affascinante Carmen interpretata da un’eccezionale Mama Marjas che si confronterà con i ritmi brasiliani di Don Josè (Evandro Dos Reis), lintrigante torero Escamilo (il tunisino Houcine Ataa con ammalianti melodie arabe) e Micaela (Elsa Birgè). Le scene sono di Lino Fiorito che ha curato anche quelle del Flauto Magico, le coreografie di Giorgio Rossi.

Sulla piazza ognuno passa/ognuno viene, ognuno va/ Che strana quella gente/ gente buffa! Gente buffa!” dicono due fidanzatini alla ricerca di un posto dove fare l’amore che si sono appartati su muro di cinta di una città. Sono distratti dalle carovane d’immigrati appena arrivati e a poco a poco la coppia s’identifica con i personaggi, fino a diventare una seconda Carmen.
Carmen di Piazza vittorio è uno spettacolo totale che nasce con grande consapevolezza della partitura. Non è un vero e proprio melodramma della tradizione italiana ma è un’opéra- comique, ispirata in gran parte dalla musica popolare gitana e con una commistione di genere parlato e musicale. E’ su queste basi che ha avuto inizio l’elaborazione di un progetto di trasformazione di questa grande partitura.
Il regista Mario Tronco “A noi affascina lavorare sulla melodia, quella di una partitura come la Carmen”. Spogliamo gli arrangiamenti per avvicinarci in qualche momento alla creazione. Ha anche dei momenti gioiosi, eccessivi, quasi da telenovela. E’ per questo che abbiamo scelto un Don Josè brasiliano”. Nell’ Orchestra di Piazza Vittorio, in questa Carmen finalmente ci saranno delle musiciste che vengono da diversi ambiti, non solo straniere ma anche italiane. Così lo scacchiere si completa con queste artiste straordinarie che rinnovano sia le musiche sia la Carmen. Sembrano un gruppo sempre alla ricerca di qualcosa, tra di loro c’è grande collaborazione. Dalla salsa al flamenco, dalla tecno alla lirica, dal blues al tango, fino al reggae e alle esotiche sonorità arabe, indiane ed africane. “Il sound nell’orchestra si affaccia abbastanza prepotentemente. C’è una regia del suono molto accurata. Nel primo concerto eravamo ventidue elementi. Il comune denominatore è la passione di ognuno. Siamo passati dal tradizionale tunisino alla balera, fino al reggae salentino. Cerchiamo i personaggi ed a loro diamo la partitura, Carmen non è come la conosciamo nell’opera. Nella partitura c’è sempre un aspetto che non viene in risalto. Ho sempre pensato che Carmen ha dentro di sé un forte lato maschile, ha una voce straordinaria. Abbiamo avuto l’idea di Carmen come un doppio di Micaela, la fidanzata di Josè. Mama Marias (Carmen) ed Elsa Birgé (Micaela) creano un effetto particolarissimo. Micaela è uno dei personaggi che viene vista con antipatia, invece è’ meravigliosa, chiunque si deve innamorare di lei.
Giorgio Rossi “la coreografia e tutta la messa in scena, è una specie di spalla registica. Creo condizioni lì dove le ho già trovate ottime. In realtà non ci sono delle vere e proprie coreografie, sono messe in risalto delle espressioni del viso.
Le differenze sostanziali con lo spettacolo di Caracalla sono gli interpreti diversi, gli arrangiamenti ed anche la storia.Filo conduttore prevalente sarà quello di avvicinarsi al mondo di Carmen, rimanendo comunque sempre molto liberi. Tutto ciò che i personaggi attraversano, arriva a creare un mondo poetico. Ognuno di loro rappresenta tanti luoghi diversi, è stato molto difficile trovare un comun denominatore. Dello spettacolo di Caracalla, c’è rimasto solo il 20%.

Elisabetta Ruffolo
Fattitaliani

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