Funerali di Vittorio Casamonica, Alfonso Sabella: Roma non è mafiosa ma serve più controllo

È pronta la relazione del prefetto di Roma Franco Gabrielli sui funerali di Vittorio Casamonica, svoltisi giovedì nella chiesa di Don Bosco a Roma. Intanto emerge che Carabinieri e Polizia sapevano delle esequie. I particolari da Alessandro Guarasci:  

Ministero dell’Interno e Comune di Roma stanno lavorando per capire come prevenire scene simili a quelle che si sono viste al funerale del boss Vittorio Casamonica. Il prefetto Gabrielli diche che la prossima settimana ci sarà un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica dedicato alla vicenda. Poi, il ministro Alfano deciderà cosa fare.
Per l’assessore alla Legalità del Comune Alfonso Sabella ci sono state sicuramente sottovalutazioni:
R. – A Roma, probabilmente non c’era l’abitudine fino a questo momento a coordinarsi su certi eventi perché sono eventi assolutamente anomali, che nessuno in qualche modo si aspettava che si verificassero anche a Roma capitale. In qualche modo, c’è stata qualche valutazione a monte della possibilità che anche Roma fosse territorio di manifestazioni spettacolari come quella del funerale di Vittorio Casamonica.
D. – Come Comune, come state pensando di agire per le prossime ore, per i prossimi giorni anche?
R.  – Certamente, cercheremo di creare un meccanismo affinché in occasione di funerali o eventi analoghi di questo tipo, le informazioni siano fatte circolare nella maniera più adeguata, in maniera tale che tutti gli organi che in questo caso possono intervenire, a cominciare dalla Questura, dalle forze di Polizia, dalla Magistratura, siano messi in condizione di conoscere l’evento e quindi di prevenire.
D. – Serve anche un migliore coordinamento col Vicariato, con le parrocchie, secondo lei?
R. – Quello sarebbe auspicabile. Nessuno può mettere in dubbio l’impegno nel sociale che la Chiesa cattolica ha nel territorio italiano, la sua forte vocazione antimafia. Proprio per questo, occorre anche ci sia un dialogo tra la Chiesa e le altre istituzioni dello Stato, affinché episodi come quelli che si sono verificati a Roma due giorni fa non si verifichino più.
D. – Quello che è emerso è anche il messaggio che si è voluto dare con questo funerale. Ma secondo lei, il corpo della città è sano, ha gli anticorpi per reagire a questi messaggi perversi?
R. – Roma certamente non è una città mafiosa, non c’è quella condizione di assoggettamento e omertà che riguarda tutta la popolazione. Purtroppo, però – e finalmente qualcuno ne ha preso atto – a Roma esistono organizzazioni di tipo mafioso che si atteggiano e si muovono analogamente alle più famigerate organizzazioni mafiose del Sud Italia. Quindi, Roma ha la possibilità di farcela tranquillamente, perché basta che i cittadini romani prendano coscienza di non essere mafiosi ma che si possono trovare di fronte a fenomeni mafiosi nella loro città.
D. – Per quanto riguarda gli appalti, c’è bisogno di fare chiarezza anche e soprattutto in vista del Giubileo?
R. – A maggior ragione, perché ovviamente noi in questo momento stiamo partendo con tutta una serie di gare di appalto. Abbiamo già messo in atto diverse procedure di trasparenza, non discriminazione, concorrenza a rotazione, che dovrebbero tenere fuori gli appetiti illeciti – mi riferisco al controllo in corso d’opera dell’esecuzione degli appalti. Quindi, c’è tutta una serie di procedure che abbiamo già messo in atto e che sicuramente renderanno più difficile la vita a chi vorrà turbare la macchina amministrativa, a chi vorrà dirottare le pubbliche risorse per soddisfare esigenze private. Alessandro Guarasci, Radio Vaticana, Radiogiornale del 22 agosto 2015.
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