Festival di Locarno, in anteprima mondiale "Bella e perduta" di PIETRO MARCELLO fra fiaba e documentario, sogno e realtà

BELLA E PERDUTA, il film di PIETRO MARCELLO presentato oggi, domenica 9 agosto, in anteprima mondiale al Festival di Locarno, è l'unico titolo italiano nel Concorso internazionale

Bella e perduta è una produzione AVVENTUROSA con RAI CINEMA, in associazione con MARIO GALLOTTI, in collaborazione con ISTITUTO LUCE CINECITTÀ e FONDAZIONE CINETECA DI BOLOGNA. Film riconosciuto di interesse culturale con il sostegno di MiBACT – DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA. Con il supporto di ROLEX MENTOR AND PROTÉGÉ ARTS INITIATIVE SCAM – BOURSE BROUILLON D'UN RÊVE. Distribuzione ISTITUTO LUCE CINECITTÀ.


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Dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone.
Nella Reggia di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della terra dei fuochi, delle cui spoglie Tommaso si prendeva cura, Pulcinella trova il bufalotto e lo porta con sé verso nord. I due servi, uomo e animale, intraprendono un lungo viaggio in un’Italia bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare.

«Ho imparato a guardare l'Italia - spiega Pietro Marcello - contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella.
Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola - perché di favola si tratta - di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato, ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, Bella e perduta – nato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà.
Carditello è l'emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, dell'orfano che non si arrende a un meccanismo incancrenito di distruzione e disfacimento; e allo stesso tempo questa storia così radicata nella Storia del nostro Paese indaga un tema, quello del rapporto tra uomo e natura, mai così universale, a ogni latitudine»
Fattitaliani

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