Raff, fino all’11 luglio, alla Casa del Cinema di Villa Borghese, il RomAfrica Film Festival

È l’Africa vista con gli occhi degli africani quella presentata alla prima edizione del "RomAfrica Film Festival" (Raff). L’Africa delle risate dei bambini che giocano a piedi nudi per la strada. L’Africa delle donne costrette a prostituirsi. L’Africa della natura incontaminata, della musica gioiosa, dei coloratissimi abiti tradizionali. Il cinema, in questa kermesse, diventa lo specchio di tutte le anime del continente nero, come ha spiegato il direttore artistico Antonio Flamini:

“Racconta un’Africa, chiaramente, al di là dei luoghi comuni: un’Africa vera, un continente che è molto vicino a noi, ma anche molto lontano… Noi abbiamo coinvolto circa 20 Paesi africani in questa prima edizione del RomAfrica Film Festival, che è piuttosto articolata, perché su tre giornate presentiamo 7 lungometraggi, 5 documentari, 5 corti, videoart, videoclip: insomma, ce ne è parecchio e ce ne è un po’ per tutti i gusti. Questo Festival credo sia l’unico e il primo Festival che si fa a Roma e vorremmo che diventasse permanente e che venisse mantenuto con una certa continuità. Non se ne fanno in Italia specifici sul cinema africano: c’è qualcosa a Milano, c’è qualcosa in altre parti, ma è un cinema extraeuropeo, un po’ misto... Noi vogliamo dedicarlo unicamente all’Africa e soprattutto all’Africa subsahariana, quindi a quell’Africa un po’ più lontana da noi. Secondo me, è un cinema molto interessante e Roma è la città adatta: Roma è una città multietnica, multirazziale e, secondo me, è proprio la porta per l’Africa. Noi dall’Africa dobbiamo ricevere una ricchezza culturale che – secondo me – è bene che ci possa contaminare e che possa accrescere quella che è la nostra cultura”.
Il Raff si dimostra un appuntamento culturale di carattere grazie alla scelta di proiettare tredici opere di videoarte, cinema sperimentale che raramente trova spazio nei Festival. I lungometraggi poi sono di altissima qualità: tra i film scelti ci sono l’etiope “Difret”, prodotto da Angelina Jolie e premiato al Festival di Berlino, “Run”, una produzione della Costa D’Avorio presentata a Cannes, e “Timbuktu”, della Mauritania, candidato agli Oscar 2015 come miglior film straniero. Tutte pellicole che mostrano l’alto valore del cinema africano, come ha sottolineato il presidente del Festival, Cleophas Adrien Dioma:
“Abbiamo voluto dire che l’Africa ha una dinamica culturale forte. Si parla sempre di miseria, di fame e di guerra, e si dimentica che c’è una incredibile voglia di fare cultura. In Italia arriva poco, ma abbiamo Ousmane Sow, che è fra gli scultori più importanti al mondo, con opere che sono quotate in Borsa… Quando si parla di Africa, sembra sempre che andiamo ad aiutare: invece andiamo a conoscerla. E il cinema può essere il mezzo migliore per capire e iniziare un percorso diverso, di incontro anche con africani che vivono qua”.
Fino all’11 luglio, alla Casa del Cinema di Villa Borghese, il Raff offre la possibilità di riscoprire l’Africa, lontano dai pregiudizi e dagli stereotipi. Radio Vaticana, Radiogiornale del 10 luglio 2015.

Fattitaliani

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