Poesia, la vita come un'onda nella raccolta "Il tocco della luce" di Giuseppe Mallia. L'intervista di Fattitaliani

Giuseppe Mallia si è classificato al secondo posto con la poesia "Pensiero" nell’ambito del concorso letterario nazionale “Ignazio Russo” promosso della casa editrice Gulino: con la Armando Siciliano Editore ha da poco pubblicato la raccolta "Il tocco della luce": Fattitaliani lo ha intervistato.

Per descrivere la raccolta quali tre aggettivi ti vengono subito in mente e perché? 
Gioioso, doloroso e comtemplativo. Comunque, in tutte le poesie c’è un contrasto tra la tristezza e l’ardore del dolore che converge verso la luce, la speranza dell’Essere uomo, donna, bambino animale, vegetale cioè solo l’unione di questi regni diversi ci può portare alla felicità. In tutto il libro ho dato un andamento sinusoidale per ricondurmi al ritmo della vita, la nostra vita, oggi triste, domani gioiosa, oggi molto materialista, domani chissà per quale motivo molto contemplativa e magari mistica. È costante in tutto il libro il senso della discesa e risalita, praticamente un’onda (la vita), rappresentata da un semplice moto armonico. Definendo la vita come una sommatoria infinita di semplici onde armoniche, che vanno tutte a toccare la luce, quindi mi riconduco al titolo del libro “il tocco della luce” che diventa il filo di Arianna nel labirinto della vita. Quindi se nelle mie poesie c’è un’alternanza di dolore per arrivare alla felicità, sicuramente nella raccolta non mancano delle poesie che sono delle odi alla bellezza o magari ai figli come nel caso della poesia “DIVA” dedicata a mia figlia Gaia. 
Giuseppe Mallia
Com'è avvenuto il tuo incontro con la poesia: cioè quando hai cominciato a scrivere e quando la cosa ha preso una strada più decisa? 
Io scrivo da sempre sin da ragazzo, tanto è vero che in uno dei miei incontri per la presentazione del mio libro, precisamente ai cantieri letterari di Aragona il 4 settembre, a relazionare sarà la professoressa di letteratura della scuole superiori, visto che fin d’allora avevo il “vizio di scrivere”. Scrivere secondo me e secondo le mie esperienze o lo sai fare o non lo sai fare: non c’è una vera spiegazione, diciamo che comunque negli ultimi tempi ho avuto modo di confrontarmi con degli amici scrittori, che mi hanno spinto a pubblicare ciò che avevo scritto, quindi tanto per fare una citazione scientifica visto che la mia preparazione universitaria è tale (laurea in scienze e tecnologie agrarie), posso dire che “è l’ambiente condiziona l’uomo” secondo la teoria di Lamarck: con la pubblicazione, nel 1809, dell'opera Philosophie zoologique, Lamarck giunse alla conclusione che gli organismi, così come si presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali. 
Quali sono gli argomenti maggiormenti ispiratori? 
Riunisco in questa raccolta di poesie il mondo che ci appartiene muovendomi in una alternanza di Gioia e Dolore per poi arrivare alla risoluzione della tristezza. Nel mio scrivere c’è una forma rappresentativa che vuole rendere nobili le vicende una ad una non tralasciandone alcuna con un linguaggio semplice e universale. Spesso uso nella mie poesie dei rimandi al mondo classico o richiami mitologici, ma attualizzandolo al nostro periodo, tutto questo solo per ringraziare i miti del passato in particolare quelli greci che dato hanno un contribuito a creare la nostra storia. Addirittura in alcune poesie rivedo, reincarno degli dei con delle persone comunissime che mi stanno attorno, riesco a vedere nelle loro gesta comportamenti o modo di fare un dio del passato. Il mio lavoro vuole essere un ringraziamento alla nostra terra, un attaccamento, alla sicilianitudine. In tutte le mie poesie prevale il tema dell’amore, amore inteso a 360°: Amore per la nostra terra, amore per la nostra storia, per il nostro modo di vivere. L‘amore con la A maiuscola per la mia donna, i figli, mia mamma per gli amici, che vanno e vengono, in pratica per tutto quello che mi sta intorno. Il mio scrivere deriva da un osservare ciò che mi sta vicino, tutto quello che succede intorno a me: la corsa di un cavallo, il volo di una farfalla, un tramonto, un’alba … l’osservare persone care e non care, in sintesi l’interiorizzazione e l’elaborazione di tutto ciò mi porta ad esteriorizzare con parole scritte, parole che cerco di accostare l’una all’altra con delle scelte a volte anche dolorose. 
Ci sono luoghi e persone a te care che ne fanno parte (esplicitamente o no)? 
Sì, in tutte le mie poesie ci sono luoghi, persone care e non care, descritti molto implicitamente, per esempio nella poesia “Passaggi” parlo della “mia” Scala dei Turchi (nella foto), come dicevo sopra, “Diva" è mia figlia Gaia, “Sola follia” parlo di una ragazza che non conosco, l’ho incontrata per caso in una piazza siciliana, che cantava e soffriva, ho rivisto in lei Ate la dea della follia, ecco così in alcune mie poesie si trovano dei rimandi classici e attualizzandoli, praticamente vesto la persona a me vicina di Dea o Dio classico greco, dato che i loro comportamenti mi riportano alla divinità, a pensare ad Ate ancora piango, poveretta lasciata sola in preda alla follia. 
Mi dici qualcosa su titolo e copertina?
La copertina è una foto scattata da un mio caro amico a mio figlio Giorgio, durante un’escursione nelle montagne Sicane, la copertina è il punto dove convergono tutte le poesie, cioè quel filo di speranza, la luce a cui noi tutti tentiamo, soprattutto nei momenti di scoraggiamento. Quindi il titolo è copertina sono un tutt’uno, il titolo viene ottimamente rappresentato dalla fotografia e l’immagine viene bene espressa in parole con il titolo.
Fattitaliani

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