Recuperare
ciò che è abbandonato: con questa idea è nato il sito
Impossibleliving.com,
un portale nel quale vengono censiti i luoghi abbandonati
direttamente dagli utenti, che corredano le loro segnalazioni con
tanto di foto. All'interno della mappa - che continua a crescere
giorno dopo giorno - sono compresi vecchi capannoni dismessi,
edifici in disuso, ruderi e palazzi abbandonati, che vengono
segnalati alla comunità in modo che possano essere coinvolti in
progetti per il loro recupero.
Il
database del sito contiene gli edifici abbandonati sparsi un po' in
tutto il mondo e per rendere più semplici le segnalazioni è stata
persino creata un'applicazione destinata agli Iphone, con la quale
fotografare l'area o l'edificio in stato di degrado e inviarla al
sito insieme all'indirizzo e ad una descrizione breve del luogo in
questione.
Un'idea
che si è rivelata particolarmente azzeccata per l'Italia, dove fra
capannoni, palazzi e altre costruzioni dismesse, i metri cubi
inutilizzati sono complessivamente oltre 2 milioni, e a questi si
aggiungono gli spazi non sfruttati e lasciati all'incuria. La
segnalazione, però, è soltanto il primo passo, come spiegano i
fondatori di Impossibleliving.com Andrea Sesta e Daniela Galvani: “Il
censimento è il punto di partenza per creare intorno agli edifici
abbandonati una comunità e poi un progetto per il recupero secondo
quelle che sono le esigenze del quartiere e della comunità stessa”.
L'obiettivo
è anche salvare quegli edifici ed evitare che vengano demoliti per
far posto a centri commerciali o appartamenti, in un periodo storico
in cui c'è maggiore sensibilità verso l'ambiente e si è compreso
che continuare a costruire non è soltanto inutile (dato appunto
l'elevato numero di edifici abbandonati) ma anche dannoso per
l'ambiente.
Andrea
Sesta è un ingegnere mentre Daniela Galvani è un architetto che si
è occupata di edilizia sostenibile a Vienna e ad ispirare loro
l'idea del sito è stato Domenico Finiguerra, che ricopriva
l'incarico di sindaco di Cassinetta di Lugagnano, comune situato nel
milanese. Con Finiguerra, il comune di Cassinetta di Lugagnano è
balzato agli onori delle cronache non solo locali come esempio di
buona amministrazione: vietate le nuove costruzioni, l'edilizia si è
basata soltanto su riutilizzo e recupero.
E
gli esempi di quanto questa idea possa essere vincente ci sono già:
la Cascina Cuccagna era un'abitazione di campagna nei pressi di Porta
Romana a Milano risalente al Seicento e rimasta abbandonata sino alla
fine degli anni Novanta. Per merito di un progetto nato con la
collaborazione di dieci diverse associazioni è diventato un
ristorante biologico, con tanto di laboratorio e orto urbano. Un
luogo di ritrovo in una zona prima abbandonata: l'esempio migliore di
come si può restituire un futuro alle aree abbandonate.
Un
esempio, invece, di luogo che ancora non ha ricevuto l’attenzione
che merita è il Forte Gazzera. Si tratta del primo dei tre forti
costruiti dall’esercito italiano, a cominciare dal 1883, nella zona
di Mestre (VE). Attualmente è gestito dal Comitato
Forte Gazzera
che si batte per fare in modo che l’amministrazione comunale di
Venezia si muova affinché il forte divenga patrimonio del Demanio;
all’interno del forte è stato allestito un museo etnografico e
all’estero si trovano delle aree attrezzate per pic nic e tutto il
merito di questo primo recupero è del comitato.