di
Domenico
Logozzo * “Vi
racconto mia madre, l’artista delle radici”. Mentre in Italia il
10 maggio si celebra la festa della mamma, dall’Argentina
l’insegnante Sandra
Repice,
una brillante donna di cultura di origini calabresi - il nonno è
emigrato nel 1924 da Gioiosa
Jonica
-, rende omaggio all’arte della madre, Alba
Rocchetta,
di origini liguri (il nonno è partito da Genova
nel 1921). Alba è nata 73 anni fa ad Avellaneda,
nei pressi di Buenos
Aires,
una località con forte presenza di lavoratori immigrati,
la maggior parte italiani. Ci dice la figlia: “Dopo
avere conseguito il diploma di “Maestra Nazionale
Normale“ a 19 anni, ha continuato l'istruzione terziaria superiore
in psicologia, grafologia e psicometria. Presenterà le sue opere a
San Telmo, nel più antico barrio (quartiere) di Buenos Aires”.
Si
tratta di una zona ben conservata della metropoli argentina e si
caratterizza per i suoi edifici coloniali. Caffè room e di tango e
negozi di antiquariato fiancheggiano le strade, spesso animate da
artisti e ballerini. Ci sono chiese antiche, come quella di San
Pedro Telmo, musei, negozi di antiquariato e una fiera di
antiquariato semipermanente ( Feria de Antigüedades ) nella piazza
principale, Plaza Dorrego. Qui è nata “San Telmo Art
District”, con una manifestazione famosa nel mondo “Domenica
Fiera” che richiama migliaia di turisti. “Mia madre parteciperà
con altre tre artiste, Lucia Bodnar, Susana Figueras e Marcela Posada
Labonia alla mostra che inizierà il 10 giugno e rimarrà aperta per
quindici giorni”, precisa Sandra
Repice.
E sottolinea che “ si tratta di un evento di notevole rilievo
culturale. Le opere si ispirano alle espressioni più antiche
dell’arte con grande attenzione alle origini delle
popolazioni indigene, e alla loro cultura, dal momento che su
questi temi poco si è indagato”.
Il
valore delle radici è una caratteristica dell’impegno
culturale della sua famiglia.
“Certamente.
Noi crediamo che la cultura degli avi debba essere mantenuta sempre
viva. Il rispetto per le origini che si riflette nel lavoro di mia
madre, è l’indicazione precisa di un percorso da
seguire: dal passato la via per un futuro migliore. Non è un caso
che la nipote di un immigrato italiano vuole evidenziare il valore
profondo della terra da cui provengono i suoi. E’ un po’ come
trovare la spiegazione per la nostra ragion d'essere, la nostra
essenza e la nostra natura. Alcune sue opere hanno nomi in italiano”.
Come
è nata la passione di sua madre per l’arte?
“L’ha
ereditata da mia nonna,casalinga, buona disegnatrice, che amava
leggere e studiare. Mia madre fin da bambina aveva dimostrato
questa sua predisposizione. Dopo il matrimonio con mio padre Roque
(quando si sono fidanzati lei aveva 15 anni e lui 19), si è
trasferita a Lomas de Zamora, che si trova circa 15 chilometri a sud
di Avellaneda, un posto molto apprezzato per la sua tranquillità e
per gli antichi alberi. In questo suggestivo contesto
ambientale ha iniziato a dedicarsi al disegno e alla pittura di
ispirazione, anche se non aveva studiato arte nelle scuole
professionali. Grande sensibilità nell’uso del colore. Oggi
gli esperti definiscono la sua produzione “originale e suggestiva”.
E’ molto apprezzata. Ha inventiva e talento. L’idea
riesce trasformarla in un oggetto esteticamente molto
interessante. Sempre in continua evoluzione”.
Come
ha conciliato il ruolo di madre, di lavoratrice e di artista?
“Quattro
figli - io, Gabriel, Alejandro e Silvana - ha inizialmente impartito
lezioni private agli studenti con difficoltà di apprendimento. Poi
ha lavorato all’esterno con importanti incarichi manageriali.
Nel tempo libero, non troppo, ha continuato a coltivare la sua grande
passione per l’arte. Un’ampia e disparata serie di interessi: dai
tessuti alla lavorazione del rame. Negli anni Settanta e Ottanta ha
partecipato a corsi di pittura tenuti da maestri d'arte. Una volta in
pensione,ha avuto maggiori opportunità di migliorare le sue
conoscenze. In particolare, è stata per alcuni mesi in Spagna da mio
fratello Alessandro ed ha partecipato a Bembibre (Provincia de León),
ad un corso della prof. Maria Elsa Gonzalez. Ha imparato a
sviluppare una tecnica molto interessante di “texture”. Ha avuto
la grande idea di usare questa tecnica nelle opere che evocavano le
radici aborigene dell’ Argentina e dei suoi esponenti più
influenti: il Calchaquíes (Nord) e The Mapuche (Sud). L'originalità
delle opere, ha incontrato l’interesse della gente.
Infatti, le opere che evocavano l'aborigeno sono state quasi tutte
inaspettatamente vendute”.
Il
merito riconosciuto e premiato.
“E’
vero. Mia madre ha partecipato a numerose mostre,individuali e
collettive. Viene sempre invitata da tutte le associazioni culturali.
Tanti premi e riconoscimenti, come quello della Camera dei notai
della Provincia di Buenos Aires. E’stata anche invitata a dipingere
murales in spazi ad uso pubblico”.
Un
impegno intenso. Dalla partecipazione alla organizzazione delle
mostre. Anche la famiglia la aiuta?
“Proprio
così. La mostra di pittura che si terrà a San Telmo l’ha voluta
lei. Ha coinvolto tre artiste con caratteristiche e stili
differenti. La varietà è il fascino del “carattere
plurale”. I visitatori non rimarranno sicuramente delusi! Sia mia
sorella Silvana che io collaboriamo con lei al Salone di San Telmo,
per quanto riguarda i trasferimenti, l'assistenza, la promozione
delle manifestazioni concomitanti. Il resto della famiglia, a
partire da mio padre, dà il suo contributo per la buona riuscita
dell’iniziativa alla quale mia madre ci tiene veramente tanto”.
La
cultura della solidarietà. Mamma Alba è una donna di grandi
sentimenti. La figlia Sandra sottolinea: “Si è sempre
preoccupata di promuovere manifestazioni culturali per sostenere
la ricerca, sia in campo psichiatrico che in quello oncologico. Ha
contribuito alla realizzazione di un murales in un istituto che
si occupa di persone che hanno malattie psichiatriche. In più
ha donato le sue opere al reparto oncologico dell’ Oñativia
Hospital Almirante Brown. Ha anche donato un lavoro ad una scuola
pubblica di Lanús. Tutto ciò dimostra la grande generosità e
la straordinaria sensibilità”. Alba e Sandra. Mamma e figlia. Il
grande cuore di donne che hanno scelto la cultura e l’arte per
esprimere al meglio i sentimenti dell’italianità che è un
patrimonio da non disperdere. Da conservare e valorizzare. L’orgoglio
delle radici è ricchezza!
*già
Caporedattore del TGR Rai