di Domenico Logozzo * - Il Capo della Procura di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, che guida
l’inchiesta sul calcio sporco, con pericolose infiltrazioni mafiose, è uno dei
magistrati che ha scelto di “ritornare e rimanere in Calabria, per
contribuire dall’interno al cambiamento della regione”.
L’ha spiegato alcuni
anni fa intervenendo a Grotteria, un
piccolo centro della Locride, dove si è svolto un dibattito su informazione ed
emigrazione. E questo in occasione della consegna del premio destinato dal
comune reggino ai calabresi che si sono distinti fuori dalla regione, ma non
hanno reciso le radici con la terra d’origine. Il dott. Lombardo, entrato in
magistratura a Torino nei primi anni
Settanta, ha scelto di tornare nell’estremo Sud. E’ nato a Martone, grazioso borgo del versante jonico della provincia di
Reggio. Dopo gli studi universitari ed il primo incarico in magistratura in
Piemonte, la decisione definitiva e coraggiosa “per combattere il malaffare,
incidere sulla società civile, dimostrare che il nemico non è invincibile”.
Una convinzione in piena sintonia con le sue idee
giovanili di giustizia e progresso della Calabria:
costantemente in prima fila nelle battaglie per la legalità e contro i soprusi,
in una realtà dove purtroppo era ed è impresa ardua scardinare vecchie logiche
di potere politico-clientelare. Sia come amministratore del suo paese -è stato
giovanissimo vicesindaco- che come amministratore della giustizia, in terre di
‘ndrangheta tristemente note, il giudice Lombardo è riuscito a dimostrare
grandi capacità. Sostenuto dalla certezza che le buone idee camminano e si
concretizzano se c’è effettivamente la volontà degli uomini delle istituzioni
di cambiare le cose. “Per affrancare il Mezzogiorno -come diceva Giovanni Falcone- dallo strapotere
mafioso”. La vera giustizia. Senza “corvi”, senza veleni, senza compromessi, che
delegittimano la magistratura e fanno crescere la criminalità organizzata. Ha
inferto duri colpi al “gotha” mafioso. Ha saputo imporre una svolta alla
lotta contro le cosche.
Giustizia rapida ed efficace. In Calabria ci sono
tanti onesti servitori dello Stato, ai quali va riconosciuto il merito di operare
spesso in condizioni di intollerabile disagio. Giudici che sono una garanzia
per la Calabria, che deve puntare sui suoi uomini migliori non solo per
incidere sul sottosviluppo, ma soprattutto per eliminare “le storture dello
sviluppo che alimentano la mafia”, come denunciava Falcone. Il magistrato
ucciso da Cosa Nostra invocava poi iniziative di “razionalizzazione
dell’intervento statuale e della magistratura in particolare, se vogliamo che
lo Stato di diritto divenga anche lo Stato dei diritti e non più dei privilegi
e dei favori”.
La nomina del dott.
Lombardo a capo della Procura di Catanzaro ha rappresentato un importante
riconoscimento per la magistratura calabrese. L’alto magistrato ha dato
vigore al rapporto di fiducia e di collaborazione tra uomini della legge e
cittadini. Lombardo è un magistrato temprato alle grandi battaglie. Da Torino a Reggio, poi Palmi e
infine Catanzaro. Inchieste scottanti.
Da consigliere pretore, a Reggio
Calabria, ha firmato con il giudice Macrì
quella che è stata definita “la più poderosa istruttoria contro le cosche
reggine degli anni ’80“. Difensore da sempre della magistratura che
funziona. Quando nel 1992 esplose la polemica con il ministro Claudio Martelli sui “giudici che
riscaldano la sedia”, il dott. Lombardo, intervenendo a nome di Unità per la Costituzione,
fu abbastanza chiaro in un colloquio con l’inviato di “Repubblica”.
Spiegò: “Il ministro ha gli strumenti per accertare specifiche
responsabilità ed intervenire di conseguenza, in modo da evitare che ne risulti
delegittimata l'intera magistratura, in maggioranza impegnata ad affrontare con
energia i mille problemi che l'esercizio della giustizia prospetta in questa
zona di frontiera”.
”Se il governo -aggiunse Lombardo- ha preso coscienza
della gravità della situazione denunciata da tempo, intendendo dire che in
Calabria esistono vuoti del 20-30 per cento nei ruoli della magistratura,
unitamente a latitanze e assenze delle istituzioni complessivamente intese,
allora molto bene, sono d’accordo col ministro. Ma, attenzione: nessuno può
assumere atteggiamenti di stupore davanti a quello che accade, perché
l'Associazione nazionale magistrati calabresi, aveva elencato da mesi le misure
da adottare e che in pratica il Viminale ha rispolverato e vorrebbe adesso mettere
in pratica. La situazione a Taurianova, nella Piana, nella provincia di Reggio,
in Calabria e nelle regioni meridionali, sul fronte criminale è così grave, che
se non si fa qualcosa di serio, subito, si arriverà a leggi eccezionali”.
Un “giudice-signore”, come viene unanimemente
definito. Al dott. Lombardo mi lega un’antica amicizia. E ogni volta che ci
incontriamo in Calabria, a Gioiosa
Jonica o nei paesi vicini, mi colpisce la sua costante vicinanza al
territorio, il confronto con i cittadini, che saluta cordialmente. Partecipa
alle manifestazioni culturali con la moglie ed il figlio. Una famiglia dove la
cultura è il pane quotidiano. Interviene ai dibattiti, dando un contributo
sostanzioso alla comprensione della realtà. Una presenza discreta. Nell’amata
terra natia è molto stimato e rispettato. Perché stima e rispetto per gli altri
sono da sempre le sue regole di vita. Tra la gente e con la gente. Dà
fiducia e speranza. Gli sportivi italiani possono stare tranquilli.
Questa volta verrà fatta veramente pulizia nel mondo del calcio. Il presidente Mattarella ha auspicato “un
intervento rapido e severo per restituire credibilità al calcio”, contro
"gli imbrogli e gli inganni".
L'indignazione di Sergio
Mattarella si è levata dall'Olimpico, dove il presidente della Repubblica
era in tribuna per consegnare la Coppa Italia. Prima volta allo stadio nel suo
incarico istituzionale. "Non c'è dubbio - ha detto
Mattarella - che il divario fra questi fenomeni che vengono
denunciati e che periodicamente affiorano e la passione con cui tanta gente
segue il calcio fa indignare davvero: per questo serve rapidità e severità.
Occorre far di tutto perché il calcio sia costantemente uno sport vissuto in
maniera autentica. Penso ai tanti italiani che lo seguono e chiedono che sia
vissuto come uno sport, si attendono che sia praticato con correttezza assoluta
in campo e sugli spalti per rispetto loro oltre che naturalmente per rispetto
della legge". Conoscendo abbastanza bene il modo di agire del Capo della
Procura di Catanzaro, siamo certi che l’appello del presidente della Repubblica
troverà una risposta chiara e decisa. Sarà spazzato via il calcio sporco!
*già Caporedattore del TGR Rai