Paranza
è la narrazione di un pellegrinaggio laico. Quattro individui finiti
per strada danno vita a una processione che, in un’Italia sempre
più schiacciata dalla crisi, appare come l’ultimo tentativo di
riaffermare la propria dignità. Lo spettacolo intreccia un lavoro di
ricerca tra musica di tradizione orale italiana e teatro
contemporaneo, con una particolare attenzione alle forme del presente
e ai conflitti sociali.
La
prima edizione di Paranza
- Il miracolo
ha vinto il premio “Festival Teatri del Sacro 2013”. Questo nuovo
allestimento, coprodotto dal Teatro
Biondo Stabile di Palermo
e dal Teatro
di Roma,
in
collaborazione con la Compagnia
Teatro Iaia / Umane Risorse,
dopo il grande successo del debutto al Teatro Biondo Stabile di
Palermo, sarà al Teatro dell’Elfo di Milano.
Una
grande città d’Italia. L’Italia del futuro che verrà e che è
già avvenuto. Un’Italia in cui tutti abbiamo perso tutto, un paese
che somiglia all’immediato dopoguerra, dove le lancette del tempo
vanno avanti e indietro. In una metropoli dove ci si accende e ci si
spegne secondo un ritmo misterioso, quattro individui si trovano per
strada, ci sono finiti: un manager licenziato (Filippo Luna), una
donna malata in attesa di cure (Nené Barini), una cantante di
talento (Germana Mastropasqua), una signora benestante ma terremotata
(Alessandra Roca). Il diritto al lavoro, il diritto alla casa, il
diritto alla salute e il diritto all’espressione della propria
identità, i diritti conquistati ieri, sono oggi diventati miraggi.
Si lotta per la sopravvivenza. Si canta per non morire di stenti. E
intanto si finisce col dormire in macchina, facendo finta che sia la
stessa bella casa di sempre.
Paranza,
che significa “barca o associazione di barche che pescano insieme”,
designa anche i gruppi di fedeli che il lunedì, in albis, vanno dai
quartieri di Napoli e dai paesi della provincia in pellegrinaggio
alla Madonna dell’Arco. Spesso scalzi, in tenuta rituale, portano
sulle spalle una pesante statua, cantando e danzando, sottoponendo il
proprio corpo a digiuni e fatiche fisiche, per portare la richiesta
di grazia alla Madonna. La “paranza” dello spettacolo è quella
degli “aventi diritto” che si trasformano in “richiedenti
miracoli”. Persone che hanno perso tutto ma che si tengono
attaccati alla loro umanità. Una paranza che parla, mormora, intona,
canta e continua a sperare. Per non rassegnarsi, per ricordarci che
siamo esseri umani, con bisogni, diritti e desideri.
NOTE
DI REGIA - Clara
Gebbia ed
Enrico Roccaforte
Poiché
la realtà sociale trasforma costantemente la vita degli individui,
abbiamo voluto adattare di volta in volta la drammaturgia e la
scrittura scenica ai cambiamenti del momento, raccontandoli in una
laica rappresentazione fatta di parole e suoni. Dal punto di vista
drammaturgico, abbiamo seguito una doppia esigenza: pur mantenendoci
lontani dal realismo, volevamo parlare dell’oggi e trovare una
verità nella finzione scenica che rendesse i personaggi concreti ma
allo stesso modo universali ed emblematici di quello che
rappresentano. Per questo si è scelto, sin dall’inizio, di
rivolgersi a Katia Ippaso (drammaturga e giornalista), che per la
compagnia ha fatto, da un verso, un lavoro di dramaturg,
montando una partitura dialogica che, nell’invenzione dei
personaggi e nella stesura del testo, si è ispirata ad alcuni fatti
di cronaca tendendo conto anche delle improvvisazioni fatte con gli
attori; mentre, dall’altro verso, ha scritto le liriche delle parti
cantate usando qui un registro di matrice poetica.
Le
musiche sono composte e dirette da Antonella Talamonti. Dalla nostra
prima produzione, Il
Rosario, la
musicista condivide con noi la ricerca di un percorso drammaturgico
affidato in ugual misura alla parola teatrale e a quella musicale, in
tutte le sfumature che vanno dal sussurro al canto. Le composizioni
sono musiche originali, citazioni e trasformazioni che utilizzano
suoni della cultura di tradizione orale e suoni di un mondo più
contemporaneo. Un’importante fonte di nutrimento e di ispirazione
sono gli anni di studio fatti con Giovanna Marini e il gruppo della
Scuola Popolare di Musica di Testaccio, e i viaggi di ricerca a cui
anche noi partecipiamo.
Durante questi
viaggi assistiamo ogni anno ai riti della Passione, in giro per
l'Italia, con sguardo antropologico. Ancora oggi uomini e donne si
mettono in cammino e offrono in sacrificio fame, sonno e fatica al
fine di mettere il corpo in condizione di superare i propri limiti e
incontrare “l’oltre da sé”. Le processioni, i pellegrinaggi,
le vie crucis, come le rappresentazioni teatrali sono riti in cui si
organizza lo spazio, il suono e il movimento e si mette in atto una
trasformazione del tempo che da ordinario diventa extraordinario.
Quel che ci interessa di questo mondo è il modo in cui le persone
decidono di mettersi insieme non per produrre o “per fare”, ma
per condividere un dolore o per dare luce ad una speranza che da
perduta diventa collettiva. Come Pasolini ci ha insegnato, nel nostro
occidente in declino questi riti ci permettono di conservare la
sapienza della condivisione e di organizzarci e ripensarci come
società umana e solidale e non solo vittima di uno stato sociale
debole, corrotto e in continua crisi.
I
nostri quattro eroi del quotidiano danno vita ad una parabola pop
mettendo in scena un miracolo senza Dio. Pur non cercandolo,
recuperano il diritto fondamentale all’associazione che porta
solidarietà tra gli individui; questa, perdendo i suoi connotati
religiosi, per noi diviene “l’utopia necessaria degli esclusi”
dentro uno stato laico.
Grazie
al potere suggestivo e trasformativo della macchina teatrale, Paranza
- Il miracolo vuole
essere un viaggio attraverso cui proviamo a sognare un nuovo inizio.
PARANZA
Il
miracolo
un progetto di
Clara Gebbia, Katia Ippaso, Enrico Roccaforte, Antonella Talamonti
dramaturg e autore delle
liriche Katia Ippaso
regia
Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte
musiche originali e
direzione musicale
Antonella Talamonti
con
Nené Barini, Filippo Luna, Germana Mastropasqua, Alessandra Roca
costumi
Grazia Materia
scene
Kallipigia Architetti
movimentazione scenica
Massimo Bellando Randone
disegno luci
Gianni Staropoli
assistente alle scene
Giacomo Sette
assistente volontario alla
regia Andrea
Casarini
aiuto regia
Maria Crescenzi
direttore dell’allestimento
scenico Antonino
Ficarra
i registi ringraziano Rosalba
Greco
La
prima messa in scena dello spettacolo Paranza
(2013) ha vinto la
III edizione del Festival “I Teatri del Sacro”
Coproduzione Teatro Biondo
Stabile di Palermo /
Teatro di Roma
in collaborazione con Teatro
Iaia / Compagnia Umane Risorse
INFO
TEATRO INDIA: Lungotevere Vittorio
Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) - Roma
Ufficio
promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 –
www.teatrodiroma.net
Orari
spettacolo: tutte le sere ore 21.00 I domenica ore 18 – Durata
spettacolo: 1h20’