Saverio Crispo (Francesco Scianna), il
grande attore del cinema italiano “con la leggerezza di un bambino,
la profondità di un vecchio, in poche parole un Genio”, come lo
definisce il critico Picci, è morto dieci anni fa, dopo aver
attraversato il Teatro, la grande Commedia all’italiana, i films
impegnati.
Nel '71 aveva vinto la sua prima Palma d’oro e si
spalancava la meravigliosa stagione francese e poi quella svedese. Il
suo gran viaggiare gli aveva offerto la possibilità di avere cinque
figlie da donne diverse. Rita (Virna Lisi) deve gestire l’invasione
di una famiglia un po’ allargata, intercontinentale ma sempre
famiglia, ivi compresa la seconda moglie spagnola del divo (Marisa
Paredes). Entrambe si definiscono amiche di disgrazia. Rita dice che
l’ha curato fino all’ultimo respiro e l’altra ribatte “Voi
mogli italiane siete specialiste nel prendervi i mariti morenti”.
Sono solo quattro le figlie che si presentano alla commemorazione del
decennale, manca l’americana riconosciuta con la prova del DNA.
“Non le ha mai fatto mancare nulla ma non l’ha mai voluta
vedere”. Del resto le altre figlie: Susanna (Angela Finocchiaro)
fidanzata di nascosto con l’ex montatore di Crispo (Neri Marcorè), la figlia francese Stephanie (Valeria Bruni Tedeschi) e quella
spagnola Segunda, l’unica sposata con un impenitente traditore e
l’ultima figlia svedese, non hanno mai conosciuto veramente il grande
padre ed ognuna lo ha solo mitizzato ed amato nelle epoche diverse
della sua trionfale carriera. Lo definiscono ironico, leggero, forte,
seminava figli e poi non li prendeva mai in braccio.
Era solito
ripetere “La vita è un gioco, bisogna lasciarsi andare al
venticello leggero che ti porta via. Le mie figlie sono le mie vere
donne”. Compito di tutte era raccogliere, catalogare, conservare,
tutto quello che aveva avuto a che fare con Saverio. Non si è mai
lasciato travolgere dal successo, stava sul set come se stesse in
vacanza. Doveva occupare il centro dello schermo ed il centro della
vita”.
La riunione e l’irrompere di Pedro del Rio lo stunt man
che sembra conoscere l’attore meglio di chiunque altro, porterà
alla rivelazione di insospettabili segreti familiari. Tra conferenze
stampe, proiezioni, ricordi felici, favole, le sorelle e le mogli si
ritrovano in un crescendo di emozioni, quasi fossero sul set di Eva
contro Eva e chiedono “Ci hai fatto commuovere, ridere e anche
sognare… ma chi eri tu?
“Non ho mai capito molto le donne, facevo
quello che si aspettavano ma perché loro hanno pensato tanto a me? E
da lassù penserà “Siete così belle che cosa mi sono perso”.
Grande applauso in sala quando è comparsa la dedica “A Virna”,
la Comencini ha detto “questo film sarà per me sempre legato a
Virna, alla felicità di aver lavorato ancora con lei, al dolore che
se ne sia andata subito dopo senza averlo visto”.
Elisabetta Ruffolo
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