La giovane artista di Prato è stata selezionata per partecipazione alla 56 Edizione della Biennale
di Venezia, Padiglione Costa Rica, il Padiglione della
Pace.
Cosa
significa per lei?
Sicuramente
la realizzazione di un sogno. Inoltre è una grandissima possibilità
per far conoscere il mio lavoro a livello internazionale. E’
un nuovo punto di partenza, un forte imput per poter continuare al
top la mia ricerca.
Come
si definirebbe, come artista?
La
parola artista racchiude un mondo talmente vasto di idee e creatività
che non necessita di altre definizioni. Sono un’artista, punto!
Qual
è il suo messaggio?
La
mia ricerca artistica si basa sullo studio del movimento. Ricreo
sulle opere un time lapse di un movimento, tendenzialmente di cellule
vitali, fermandolo nel suo divenire. Le mie opere indagano la vita ed
i suoi infiniti cambiamenti.
La
sua biografia in poche righe
Beatrice
Gallori, nasce nel 1978 a Montevarchi (AR). Trasferitasi a Prato
consegue nel 1996 Diploma di Maturità Classica. Frequenta poi
fashion Design e Maglieria al Polimoda (Fi). Il suo lavoro è
monocromatico e volumetrico. La sua ricerca è incentrata sullo
studio del MOVIMENTO che ricrea sia su tela che in scultura. Dal 2012
lavora con la galleria Armanda Gori Arte, Prato-Pietrasanta. Le sue
opere sono presenti in varie collezioni pubbliche e private italiane
ed internazionali.
Come
nasce un’idea? Cosa è per lei l’ispirazione?
Per
quanto mi riguarda, l’idea arriva all’improvviso nei momenti più
disparati, poi si definisce pienamente dentro di me ed infine arriva
sulle opere. L’ispirazione è tutto ciò che mi circonda,
dall’ambiente circostante alle emozioni che provo.
Che
cosa è l’arte?
E’
la sublimazione di un messaggio, di un modus operandi che attraverso
l’artista trova la sua espressione finale nell’opera d’arte.
In
che circostanze le vengono le migliori idee?
Quando
meno me l’aspetto, in ogni momento, colpiscono e poi rimangono
dentro.
Esiste
la prova del nove per capire se un’idea è buona o no?
Quando
le opere suscitano emozioni nello spettatore.
Tre
idee creative che le piacerebbe fossero venute a lei
I
tagli di Fontana, L’estroflessioni
di Bonalumi, Le
architetture di Kapoor
Quando
e come ha iniziato a vedersi come Artista?
Da
sempre.
Perché
tanti artisti hanno personalità complesse?
La
complessità è una prerogativa dell’essere artista. Penso dipenda
dal continuo movimento d’idee che l’artista vive dentro, dalla
ricerca spasmodica, dal suo sentire le vibrazioni in maniera diversa
rispetto alle altre persone.
Si
considera post-moderno?
Mi
considero contemporaneo. Vivo e lavoro filtrando tutto ciò che mi
circonda in questo preciso momento.
Come
si deve valutare un’opera artistica?
Dal
mio punto di vista un’opera va valutata per le emozioni che
trasmette, per la sua “bellezza”, per tutto ciò che ci dice.
Ritengo che siano le opere a scegliere noi e non viceversa.
L’artista
deve reinventarsi ogni giorno?
L’artista
inventa ogni giorno ma non deve reinventarsi, deve portare avanti la
sua ricerca cercando nuovi modi d’espressione e d’esecuzione
della stessa.
Quali
artisti ammira e in che modo hanno influenzato le sue opere?
Sicuramente
i grandi meastri monocromi, in primis, Bonalumi e indubbiamente
Kapoor.
Qual
è la sua opinione sulle sovvenzioni pubbliche dell’arte?
Sarebbe
interessante che le istituzioni dialogassero per cercare di divulgare
maggiormente l’arte sul territorio italiano.
L'arte
autentica è l'arte necessaria?
Tutta
l’arte è necessaria.
Che
ruolo hanno giocato nella sua traiettoria le figure del marciante,
rappresentante, gallerista, e intermediari in generale?
Sicuramente
un ruolo fondamentale. Senza tutte queste figure, l’artista non
cresce e non viene conosciuto dal mercato.
Le
dispiace doversi staccare da un pezzo che ha venduto?
Il
primo distacco dall’opera lo vivo nel momento in cui finisco
l’opera, arriva un vuoto. Quelle emozioni che ho provato nel creare
non ci sono più…rimango in attesa di provarne altre, nuove e
diverse.
Si
compra l'opera, o si compra piuttosto l'artista?
L’opera.
Le
sembra giusto che gran parte delle opere che i musei d'arte
contemporanea esibiscono sono d'artisti che non sono più fra
noi?
Mi
piacerebbe che ci fosse più apertura verso il contemporaneo e verso
gli artisti emergenti.
Che
consiglierebbe a quelli che iniziano?
Tanta
umiltà, coraggio nel portare avanti ciò in cui l’artista crede e
tanta voglia di lavorare, di cercare, di non abbattersi ma di fare
tesoro delle critiche negative che aiutano a far maturare il proprio
lavoro.