Fiction e cinema, Fattitaliani intervista Alessandro Borghi: vi spiego "il cuore di questo meraviglioso mestiere"

Da oggi 23 febbraio in prima serata su Raiuno con sei puntate torna la fiction "Sfida al cielo - La Narcotici" (nel sito possibile rivedere gli episodi della prima stagione) che si basa sul racconto realistico e attuale di tre mondi: la squadra di poliziotti antidroga, il racket che vuole dominare il business dello spaccio, un gruppo di adolescenti che si avvicinano al consumo di stupefacenti). Fra gli interpreti c'è il giovane Alessandro Borghi impegnato anche sul fronte cinematografico, con due progetti. Fattitaliani lo ha intervistato.
Torna la fiction La Narcotici. Che cosa succede nella seconda stagione? 
La seconda serie sicuramente parte prendendo spunto dai fatti narrati nella prima, per poi prendere però un'impostazione diversa, ecco possiamo dire che si sviluppa in maniera autonoma dalla prima. A differenza della prima serie dove i "cattivi" sono perfettamente delineati e schierati all'interno della struttura narrativa della serie, in questa seconda vanno a far parte di un meccanismo più sottile, più inserito all'interno della società, se vogliamo più vicino alla realtà di tutti i giorni, soprattutto alla luce di quello che purtroppo abbiamo avuto modo di vedere con l'esplosione del caso "mafia capitale". 
Il tuo personaggio che cambiamenti fa o subisce rispetto alla prima serie? 
Il mio personaggio nella prima serie è stato raccontato solo nella prima puntata, tanto che per me è stata una grandissima gioia sapere che avrebbe avuto un seguito in questa seconda serie. Carlo, che è appunto il personaggio che interpreto, lo ritroviamo in carcere e subisce un cambiamento radicale, attraverso il quale cerca di allontanarsi il più possibile dalle dinamiche della criminalità organizzata. Purtroppo, come è nel mondo reale, fuggire da certe dinamiche non è affatto semplice, e nel suo caso in particolare sarà molto più complicato del previsto. Lo troviamo cresciuto, uomo, e per questo lo troveremo a doversi districare da situazioni molto più complicate e pericolose. Credo possa essere un punto davvero importante per la seconda serie. 
Quali sono i punti di forza di questa fiction secondo te? 
La verità con cui Michele Soavi riesce a condire questo tipo di progetti, il cast giovane e i personaggi tutti sviluppati in maniera da suscitare interesse nel pubblico. Credo sia una serie molto diversa da quelle che siamo abituati a vedere in tv. 
Parliamo di cinema. In "Suburra" interpreti il criminale Numero 8: come ti sei preparato a questa parte? 
Ho iniziato a prepararmi al film un mese prima delle riprese, aiutandomi molto con un lavoro sul fisico e poi cercando di andare a ripescare nei ricordi della mia adolescenza qualcosa o qualcuno che potesse in qualche modo contribuire alla "nascita" del Numero otto. Questo perché il personaggio nasceva sì da un romanzo, scritto da Bonini e De Cataldo, ma nella trasposizione sullo schermo aveva bisogno di essere reso più vero, più cinematografico e tutto il lavoro che ho fatto l'ho fatto cercando di avvicinarmi il più possibile alla verità. Stefano Sollima in questo processo è stato fondamentale.
Che c'è di affascinante nell'entrare nei panni di un personaggio negativo? 
Sicuramente il fatto che è molto lontano da me. Il lavoro dell'attore è divertente e gratificante quanto più si ha la possibilità di andare ad esplorare mondi che non ci appartengono nella vita di tutti i giorni. Il numero otto, come molti altri personaggi, è il risultato di una serie di processi che sono il cuore di questo meraviglioso mestiere. 
Dell'altro film "Non essere cattivo" che ci dici? 
Che dico... che è arrivato quando non me lo aspettavo, che Caligari è un maestro e che sul set ci sono un entusiasmo e una voglia di fare che rappresentano alla perfezione l'animo delle persone che hanno preso parte al progetto. Siamo all'inizio ma sembra di conoscersi da una vita. Meraviglioso. 
Soavi, Sollima, Caligari: tre esperienze diverse diretto da tre registi. Ognuno di loro ha una caratteristica che ti ha particolarmente colpito? 
Sicuramente ognuno di loro ha qualcosa di speciale e prima di essere dei professionisti incredibili sono persone meravigliose. Se proprio devo esprimere un pensiero, posso dire che Suburra mi ha dato qualcosa che porterò dentro per tutta la vita. 
Hai qualcuno che ti consiglia nella scelta dei ruoli, nell'accettare di lavorare in film o fiction piuttosto che in altri...?
Lo so che sembrerà strano, ma devo rispondere "i miei agenti". Questo mi fa molto sorridere e allo stesso tempo mi fa sentire molto fortunato. Nella mia agenzia, la PLANET FILM, ho due persone che mi seguono e mi aiutano a capire quali sono le scelte giuste da fare, uno è colui che anni fa mi prese per strada e mi fece scoprire la magia di questo mestiere, l'altra è una ragazza, arrivata qualche anno dopo, che mi sopporta ormai da un sacco di anni. Prima di essere i miei agenti, nel tempo sono diventate due persone molto importanti nella mia vita. Senza di loro non saprei davvero cosa fare. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Fattitaliani

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