Disturbi Specifici di Apprendimento, Fattitaliani intervista Cristina Romano autrice di "Come l'ortica": i DSA non sono una malattia

Disponibile nelle librerie di tutta Italia “Come l’ortica”, il primo romanzo che racconta attraverso uno spaccato sulla famiglia contemporanea, in una storia avvincente e commovente, i Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia). I DSA non sono malattie ma diversità neurobiologiche della quale la scienza si sta occupando da poco e che hanno bisogno di essere conosciute e divulgate. “Come l’ortica”, ovvero, ciò che si trova di urticante e fastidioso in qualsiasi giardino: così si sente un bambino con DSA il quale, semplicemente, non sia stato riconosciuto come tale. Può la non conoscenza rendere scettici e timorosi verso una disuguaglianza? Fattitaliani ha intervistato l'autrice Cristina Romano.
Spesso anche in ambito lavorativo non si distingue bene la differenza fra dislessia, discalculia, disgrafia o disortografia: potrebbe definirli in breve per dare un'idea?
Non è certo a me che compete spiegare i dsa sotto un aspetto “tecnico”, per questo ci sono persone indubbiamente più preparate e competenti di me. Io, in "come l'ortica" ho voluto mettere in luce uno stato d'animo ed i vari punti di vista che con il tempo sono emersi riguardo a questa problematica. Nel mio lavoro di maestra, credo che sia importante comunque sapere che cosa sono. La disortografia (che molto spesso si accompagna alla disgrafia) è un disturbo specifico d' apprendimento che comporta una difficoltà nella composizione delle parole e più specificatamente comporta una seria difficoltà nella capacità di convertire i suoni (appartenenti alla lingua verbale) in grafemi (ovvero nei simboli delle lettere dell'alfabeto). La disgrafia riguarda nello specifico la scrittura nella riproduzione di segni alfabetici e numerici; è un disturbo che può essere legato ad un quadro di "disprassia" (quindi a problematiche nella coordinazione, nel movimento e nel linguaggio. Si parla di discalculia quando un soggetto manifesta evidenti difficoltà: in merito alla denominazione dei simboli numerici ed all'associazione di questi alla relativa quantità, in merito alla scrittura dei numeri , in merito alla numerazione (decrescente e crescente) ed in merito alla risoluzione dei problemi. La dislessia è il disturbo più comune tra i DSA; è un disturbo del linguaggio di tipo fonologico che comporta delle difficoltà nella corretta pronuncia delle parole. Si manifesta dunque nell'ambito della letto/scrittura. Ecco, la pesantezza di questa (se pur limitata) descrizione, è il motivo per cui ho deciso di scrivere un romanzo che (in modo semplice e diretto) possa avvicinare chiunque ad un argomento tanto delicato e complesso. 
Bello il titolo: il fastidio dell'ortica è riferito solo a ciò che prova il bambino oppure anche al fastidio di chi professionalmente deve gestire la cosa?
Il "fastidio" è proprio di ogni soggetto che portando sulle spalle il peso dei DSA, ne riscontra autentiche difficoltà in ogni situazione, quindi non soltanto in ambito scolastico ma anche in quello lavorativo, sportivo e relazionale. Ovvio è che il "fastidio" sia avvertito anche da chi, per motivi professionali, si trovi quotidianamente a far fronte (spesso privo di mezzi adeguati) a talune problematiche. 
Personalmente le piace la definizione generica di Disturbi specifici di apprendimento? A me dà l'impressione di una delle tante ipocrite etichette che dicono e non dicono... (un po' come diversamente abili) 
Beh! visto che si insiste tanto sul sottolineare che i DSA non sono una malattia ma piuttosto una caratteristica, il termine "disturbo" forse potrebbe essere facilmente associato ad una definizione negativa; ma poi, riflettendo sul fatto che tale denominazione è stata scelta da studiosi indubbiamente più competenti di me, credo che sia, tutto sommato, quella più opportuna. 
La prima edizione del libro è senza copyright... Che risposta sta avendo da parte di colleghi e lettori? 
Per fortuna, almeno fino ad ora ho ricevuto soltanto commenti positivi. Colleghi e lettori concordano con me sul fatto che ci sia un gran bisogno di sensibilizzare il più possibile l'opinione pubblica in merito ad un argomento tanto complesso e delicato.... per cui, ben venga dunque l'abolizione del copyright (scelta da me con la casa editrice). 
Secondo lei, nella "buona scuola" auspicata dal Governo ci sarà più spazio verso queste realtà scolastiche o al contrario sempre meno attenzione con il taglio di personale specializzato? 
Il personale specializzato è sempre più indispensabile nella nostra realtà scolastica e forse, sarebbe opportuno che, con l'eventuale assunzione dei 150mila precari, si andasse a coprire la necessità di supplenze e figure di sostegno. 
In base alla sua esperienza, come può un insegnante andare realmente incontro all'esigenze di uno studente con DSA e allo stesso tempo gestire il resto della classe? 
Per esperienza personale, mi permetto di dire che la "classe perfetta" non esiste ed un insegnante trova ovviamente delle immani difficoltà se costretto a gestire il tutto senza alcun supporto dalla figura del sostegno. Per quanto riguarda nello specifico il caso di uno studente con DSA, ricordiamoci che stiamo parlando di un soggetto con un'intelligenza che rientra almeno nella media; con il supporto adeguato, riesce a fare un percorso parallelo al resto della classe. Dovendo il docente gestire in contemporanea tutta la classe indistintamente, il rischio inevitabile è quello di ostacolare il successo formativo di alcuni elementi. Giovanni Zambito.
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Cristina Romano, è scrittrice di romanzi e racconti. Insegnante di scuola elementare, è tutti i giorni in contatto con bambini che hanno difficoltà di lettura e apprendimento segnali che troppo spesso non vengono riconosciuti dalle istituzioni e sottovalutati o, a volte, ignorati dai genitori. «Tanti libri tecnici ma nessun romanzo – ha spiegato l’autrice - niente che potesse avvicinare e sensibilizzare la gente comune all'argomento dei dsa, niente che potesse coinvolgere anche i "non addetti ai lavori". È stato questo a farmi pensare ad un modo nuovo di parlare di questa diffusa diversità neurobiologica, ovvero attraverso un modo “vecchio” di narrazione: il romanzo. Un romanzo che, però, nel dipanarsi della storia, abbondasse di informazioni e chiarimenti per chiunque ne avesse necessità o semplice curiosità, ma ancor di più per chi non conoscesse affatto l'argomento».
Il racconto, semplice ed emozionante, ha raggiunto le mani e il cuore della cantante Mietta (intervista) che ha deciso di esserne l’editrice, di scriverne la prefazione e prestare la sua voce per l’audiolibro, pronto in occasione dell’uscita del libro. Il testo è riconosciuto dall’Associazione Italiana Dislessia, nella persona del Professor Giacomo Stella (unico personaggio reale all’interno del romanzo). “Come l’ortica” ha un'architettura narrativa raffinata (il narratore è intradiegetico con focalizzazione sia interna che esterna) ma l'obbiettivo principale di autrice ed editore è sottolineare il fine divulgativo di quest'opera, perfettamente inquadrabile come "romanzo di formazione", ancor prima della cifra stilistica. Per questo, sebbene questa prima edizione sia regolarmente in vendita, è singolarmente e in via del tutto eccezionale, priva di Copyright, con lo scopo di far conoscere questa diversità e renderla meno “diversa”. L’editore, in accordo con l’autrice, ha preferito privarsi di questo diritto e concedere la possibilità a tutti di espandere il testo attraverso fotocopie, mail, file audio, social network… purché se ne parli e si conoscano il più possibile i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).

Fattitaliani

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