E’ Sandro Veronesi con il romanzo Terre rare, pubblicato dall’editore Bompiani, il vincitore dell’edizione 2015 del Premio Bagutta.
Così si è espressa, nella sua riunione finale, la giuria, presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti e composta da Stefano Agosti, Rosellina Archinto, Silvia Ballestra, Eva Cantarella, Pietro Cheli, Elio Franzini, Umberto Galimberti, Piero Gelli, Andrea Kerbaker, Giovanni Orelli, Ranieri Polese, Elena Pontiggia, Enzo Restagno, Mario Santagostini, Valeria Vantaggi e Orio Vergani.
In Terre rare l’autore riprende la figura di una vecchia conoscenza, Pietro Paladini, già protagonista di Caos calmo, romanzo di alcuni anni fa. Ma, nota la giuria, questo non significa affatto che il romanzo sia un sequel, al contrario. La narrazione, infatti, è perfettamente autonoma, con una trama forte e avvincente, disegnata attorno all’improvviso dramma di Paladini, costretto a scappare dalla sua nuova città, Roma, a causa di una serie di circostanze impreviste e incontrollabili. Una fuga rocambolesca, piena di ostacoli e inconvenienti, che mette il protagonista a confronto con se stesso, un passato che non muore, il futuro con le sue inevitabili complessità, rappresentate soprattutto dalla figura della figlia, che emerge nelle ultime pagine. E l’uomo in fuga è al contempo padre e figlio, amaro ma anche ironico, braccato ma anche all’inseguimento: tratti che rendono la sua figura complessa particolarmente ben riuscita.
Da menzionare inoltre l’aspetto stilistico, tradizionalmente osservato speciale della giuria di Bagutta. Veronesi, autore tra i più dotati della generazione di mezzo (è nato nel 1959), rientra certamente tra quelli con la migliore qualità della prosa. A questo, in Terre rare, si è aggiunta la capacità di condurre la narrazione senza mai un’incertezza, con un ritmo vivacissimo, a volte indiavolato, che fa scorrere le 400 pagine del testo con invidiabile rapidità. Veronesi, direbbero gli anglosassoni, ha scritto un vero e proprio page-turner, senza mai abdicare alla qualità della scrittura: ottimo motivo per assegnargli il riconoscimento.
Il premio per l’opera prima è stato invece assegnato a Una parete sottile (editore Neri Pozza). Lo ha scritto Enrico Regazzoni, giornalista culturale di lungo corso, che a 65 anni suonati (è del 1948) con questo libro di delicata intimità familiare ha fatto il suo esordio nella narrativa.
Come di consueto, il più antico premio letterario italiano (fondato a Milano nel 1927: questa è l’edizione numero 88), verrà assegnato nella cena di domenica 25 gennaio all’omonimo ristorante, tradizionale ritrovo per tutto il mondo culturale milanese e non solo.
Premio Bagutta 2015, vince "Terre rare" di Sandro Veronesi edito da Bompiani
23 gennaio
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