Parigi, alla galleria d'arte Lara Vincy l’arte degli orafi pescaresi Verna per la prima mostra di gioielli di Miller Levy.

Oltre 500 visitatori in poco più di un mese hanno potuto apprezzare, a Parigi, il risultato dellacollaborazione artistica tra gli orafi pescaresi Fabio e Giampiero Verna e il poliedrico Miller Levy. Nella mostra “Come vivere al di sopra delle proprie possibilità”, inaugurata l’11 dicembre 2014 e visitabile nella storica galleria d’arte Lara Vincy fino al 31 gennaio, sono esposti circa 300 pezzi tra collane, bracciali, orecchini, ciondoli e oggetti in argento, oro, bronzo, madreperla e diamanti, realizzati grazie all’incontro fra il talento del francese Miller Levy, che da quasi trent’anni esplora tutte le sfaccettature delle arti figurative, e l’esperienza ventennale dei fratelli orafi Verna, dando così vita alla prima mostra di gioielli di Miller Levy.

L’Abruzzo riceve così nuovi consensi in un panorama artistico internazionale: con questa iniziativa gli orafi Verna continuano la loro versatile attività nel campo del gioiello, condividendo con altri artisti l’espressione della bellezza.

«Un gioiello d’artista è un oggetto prezioso due volte: è una vera e propria opera d’arte ed è perfettamente indossabile, perché pur essendo una piccola scultura non perde la sua funzionalità di, appunto, gioiello. – raccontano Fabio e Giampiero Verna– Oltre all’intuito e alla geniale fantasia di cui si fa portatrice, dell’arte di Miller ci ha colpito la logica lineare e pulita: consideriamo questa mostra parigina solo il primo passo verso una lunga e importante collaborazione con lui».

«Il senso di questa mostra – spiega Miller Levy – è che ogni oggetto contiene in sé la prova del suo valore: è autonomo nel giustificare la sua esistenza. Accanto ai gioielli concepiti e fabbricati a Pescara nell’atelier Verna sono esposte alcune mie opere recenti, tra cui una serie ispirata ai “je” scritti a mano da Picasso, Matisse o Braque e tratti direttamente dalla loro corrispondenza. La mia intenzione è far pensare al valore economico delle cose e alla relatività che ne deriva, partendo da verità semplici e arrivando a domande metafisiche sulle proprie capacità, sui propri mezzi, che nascono nei cortili di scuola e vengono respinte, negli anni, da una forza strana: la forza dell’età».

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