L’ultimo dell’anno
testé trascorso ha rappresentato per Montecassino una data come si
suol dire storica cioè
per la prima volta dopo secoli e secoli, il Te Deum di
ringraziamento di fine anno è stato celebrato alle ore 17,00 nel
Monastero e non alla mezzanotte nella Chiesa Madre di Cassino come
appunto era sempre avvenuto.
La ragione è che le alte gerarchie
vaticane con un colpo di penna hanno cancellato secoli di Storia e
di tradizione cioè hanno tolto anzi strappato a Montecassino la
gestione e il patrocinio della Diocesi e suo territorio, abbinandola
a quella di Sora. Come ci confermano fonti autorevoli, tale volontà
distruttrice veniva curata e covata dalle alte gerarchie sin dagli
anni ’60 e che non era stata mai messa in atto solo a seguito e
grazie all’intervento diretto dei vari Papi in persona che,
sollecitati e informati da altri canali, avevano regolarmente
accantonato tali progetti storicamente sovversivi e, aggiungiamo,
inutili o quasi.
Ora invece si è venuta a creare una contingenza
tale che ha impedito che la manovra a nostro avviso proditoria,
venisse esaurientemente portata
a conoscenza di Papa Francesco che quindi non ne ha potuto valutare
la completa inanità nonché inopportunità. Tale messaggio non gli
è pervenuto, e più sotto si capirà perché, e di conseguenza,
immaginiamo, il Papa non ha fatto altro che firmare siffatto
micidiale e diciamolo pure: assurdo, provvedimento, senza nemmeno
avvedersene. E la contingenza che dicevamo più sopra che ha reso
possibile o quanto meno non ostacolato tale gravissimo torto alla
Storia e a Montecassino, è stata che il Monastero sono ormai alcuni
anni che per svariate delicate vicende è
senza il suo pastore e abate e perciò
certe alte sfere vaticane ben consapevoli dell’assenza di ogni voce
contro, hanno finalmente avuto
buon gioco a cancellare mille anni di storia e di vicende: e niente
può compensare e giustificare il gigantesco affronto arrecato non
solo a Montecassino ma alla Storia e alla Cultura Occidentale.
L’Abbazia cassinense non è una Abbazia qualunque! La Terra Sancti
Benedicti, quasi quindici secoli di vita e di Storia, è stata
cancellata e abrogata, eppure stiamo parlando del Monachesimo
Occidentale, della Regola Benedettina, del Placito Cassinese, di
Roberto il Guiscardo, di Federico II, dello Scriptorium: cioè una
piccola diocesi che rappresentava più un documento storico onorifico
che una realtà veramente di rilievo dal punto di vista
amministrativo nell’ambito della organizzazione ecclesiale. A che
pro e a beneficio di chi tale inutile comunque distruttivo
provvedimento vaticano? Quale è il senso e il vantaggio maggiore di
privare Montecassino e anche le relative comunità, dell’ala
protettrice dell’Abbazia sul, tra l’altro, esiguo e limitato,
territorio disteso ai propri piedi da quindici secoli? Il medesimo
giorno della cancellazione della Diocesi di Montecassino, le alte
gerarchie hanno nominato ex cathedra anche il nuovo Abate e anche
questa volta andando contro la Storia e la
tradizione: il nuovo abate non fa parte della
pur se ridotta comunità abbaziale ma viene da altro monastero
benedettino. Non so perché, non sono informato, ma anche questo è
un provvedimento fuori della regola e della tradizione in quanto
l’Abate è sempre stato emanazione e figlio dell’abbazia
medesima. Un medesimo provvedimento dunque ma con due risvolti: lo
strappo della diocesi e, nel medesimo giorno,
il nuovo abate nominato dopo un lungo periodo di sede vacante in
Abbazia. Tutto ben congegnato. E se a tali due episodi aggiungiamo
quanto accaduto pochi anni addietro allorché, sempre il Vaticano,
impose all’Abate dell’epoca di rinunciare e di abbandonare per
sempre Montecassino e di andare, quale
arcivescovo, a guidare la diocesi di Gaeta, anche questo un
provvedimento mai registrato e avvenuto prima, nella secolare
esistenza dell’ordine benedettino, allora possiamo senza dubbio
alcuno parlare di evidente arroganza del potere, a danno di
Montecassino.
A fronte a tali, a mio
avviso, soprusi avverso la inerme e timorata comunità monastica di
Montecassino, si registra una presa di posizione altrettanto
volutamente lesiva
perfino offensiva da parte del Comune di Cassino il quale
imperdonabilmente oltre a nulla e niente aver intrapreso in merito al
provvedimento vaticano, al contrario, araldo il suo sindaco, ha
lanciato un’altra freccia avvelenata: infatti dichiara la propria
volontà alla costruzione di una funivia
dalla villa comunale a Montecassino. La
città di Cassino nella sua storia democratica e democristiana in
cui sono prevalsi esclusivamente cementificazione selvaggia e
asfaltamento del territorio, non è stata in grado di dotarsi di
quelle strutture e artistiche e culturali che contrassegnano il
livello di civiltà e di maturità di una comunità, idonee anche ad
attirare le persone e a richiamare il turista e il viaggiatore,
ritiene di aver trovato modo e maniera per sopperire finalmente
alla propria gravissima e inammissibile incapacità e ignoranza,
intercettando e appropriandosi con prepotenza
e violenza del flusso turistico diretto a
Montecassino, per “evitare l’inquinamento” e “preservare il
paesaggio” !!! Gli autobus, si dice, verrebbero dirottati a Piazza
Nicholas Green, i passeggeri a piedi vanno fino alla villa comunale,
acquistano il biglietto del costo di dieci Euro e poi salgono sulla
funivia e dall’altezza godono lo spettacolo della città
veramente eccezionale dal punto di vista architettonico ed
urbanistico. Se si precisa che il Comune di Cassino in tale
operazione trova il suo guadagno pubblico nella distruzione del suo
solo polmone verde quale la villa comunale, nell’ulteriore degrado
ambientale e paesaggistico, nell’ulteriore appezzentimento di
Montecassino, nel mettere su un piatto d’argento l’arricchimento
della società che realizzerebbe l’impianto, e altro ancora, allora
è il lettore stesso che ne trarrà le dovute conclusioni e
iniziative. E’ certo e normale che la agenzia che organizza i
pullman per Montecassino non potrà mai accettare aumenti di costi e
ritardi operativi e disagi per i propri passeggeri e quindi è
altrettanto normale che si inventerà altre e più normali
destinazioni: l’unico a perdere sarà, di
nuovo, Montecassino. Ci troviamo, dunque, di
fronte alle famose autoevirazioni in cui tanti Italiani,
disgraziatamente, sono maestri inarrivabili grazie, direbbe un famoso
uomo di televisione, alla loro ‘caprite congenita’.
Michele Santulli