“Rapunzel il musical” rappresenta una importante
sfida produttiva e creativa sia per Alessandro Longobardi, direttore artistico
del Teatro Brancaccio che per il regista e ideatore dello spettacolo, Maurizio
Colombi. Sono già stati staccati
quindicimila biglietti.
Il debutto è avvenuto domenica a Montalto di Castro e
le previsioni sono ottime. Tratto da un
testo dei fratelli Grimm, altamente rivisto e molto umanizzato. Nel prologo ci
sono assonanze con Maleficent. Un’atmosfera
speciale è stata creata da Carlo Buttò, colonna del team di produzione e dal regista che ha la capacità di trattare i
temi narrati con grande sensibilità e con grande gioia al punto da riuscire a
trasmettere gli stessi sentimenti agli spettatori in sala. Fare uno spettacolo
come questo è una grande avventura. Le condizioni per l’allestimento, sono state difficilissime.
Ai tre giorni di provini, si sono presentati milleduecento ragazzi. Alessandra
Ferrari già Esmeralda nel tour mondiale di Notre Dame de Paris, è risultata
perfetta nel ruolo di Rapunzel. Recita con sei metri di treccia sulla testa ed
è sempre più coinvolta dallo spettacolo “ provenendo principalmente dalla musica, è complicato
mettersi in gioco nella recitazione e nel ballo, ma mi diverto moltissimo nel
potermi cimentare anche in questo”. Sentirla cantare è una grande emozione. Giulio Corso, nel ruolo di Phil, il ladro
scanzonato, è stato scelto uno degli ultimi giorni, “questa fiaba come tutte le
fiabe ha in sé una malvagità enorme. Il finale è recitato in commedia perché
alla fine bisogna sempre sorridere anche se la vita non è un granché”.
Giulio, riesce ad imporre la propria
personalità ed eleganza al personaggio di Phil. Completamente diversa dalla
fiaba, la matrigna Gothel (Lorella Cuccarini) brutta e malata, cova dei rancori verso la
sorella, più fortunata di lei, designata
regina al suo posto e mamma di Rapunzel. Lorella Cuccarini ha dichiarato che è
stato un lavoro nuovo e appassionante all’inizio ha avuto un po’ di difficoltà
a lavorare con il regista, perché non aveva capito la sua tecnica di
destrutturazione, cioè cancellare le abitudini dell’attore per poi
ristrutturarle. Quando è riuscita a fare ciò che lui voleva è iniziato il
divertimento, “sulla scena mi sembra di essere una bambina di dieci anni”. “E’ un’esigenza della propria carriera
mettersi in gioco, raccogliere una nuova sfida. Ogni volta che ho iniziato un
progetto, l’ho sempre fatto come se fossi una ragazza alle prime armi. La
malvagità, la spietatezza di Madre Gothel non mi appartenono, ci ho lavorato
duramente. Nei miei ruoli teatrali
precedenti, come Sandy di Grease e Sweet Charity , ho sempre ricoperto dei
ruoli romantici, qui sono una cattiva delle fiabe. La sua esperienza negativa
in gioventù la porterà ad una rivalsa. Nella narrazione c’è la sua maturazione
che si confronta con quella di Rapunzel. Alla fine il personaggio è buffissimo,
quasi tenero. Si scopre umana e si riscatta da cattiva. Sicuramente lascerò un
buon ricordo, vi farò divertire. “Sono
la più vecchia del cast e sono felice di poter veicolare tanti giovani di
talento”. Un cantastorie dice ai bambini “questa fiaba
si chiama Rapunzel”, i bambini rispondono che la conoscono già e lui gli dice
che “non è vero, perché agitando un libro, i personaggi possono cambiare”. Il cast è vario, son presenti diversi
caratteri ma sono riusciti a creare un bel gruppo. Accanto ai personaggi
principali, venti performers fra ballerini, acrobati, cantanti e attori. Il
regista ha dichiarato che la vera paga di chi sta sul palco, sono gli applausi
del pubblico. La fiaba ha un’atmosfera fantastica. Sono presenti molte
originalità. Erics Logan, illusionista
più famoso all’estero che nel nostro Paese ha creato degli effetti speciali
come quello delle lanterne che volano su tutta la platea. Le scenografie sono
di Alessandro Chiti che ha stilizzato
tutto con dei rami del bosco. Se si
dovesse paragonare lo spettacolo ad un cartone animato, lo paragonerebbe ad uno
di Tim Burton “ cercavo di portare tutto sul noir ma il regista mi riportava
alla realtà”. Spettacolo delizioso, per le famiglie, per i bambini. Le musiche, oltre che da Davide Magnabosco,
sono state scritte dal Alex Procacci e
da Paolo Barillari. I brani si differenziano per lo stile e gli arrangiamenti:
quelli classici e sinfonici sono di Magnabosco, quelli corali e gospel sono di
Procacci e quelli più folk e pop sono di Barillari. I tre stili sono stati
unificati. Le coreografie sono di Rita
Pivano. Grande attenzione ad ogni particolare “Se una cosa è ben fatta, nessuno
se ne accorge; Se non è fatta manca”.
Il 25 dicembre ed il 1° gennaio sono previste
due pomeridiane alle 17.
Elisabetta
Ruffolo