"Non rompeteci i veglioni", Noto & Pomar al Palermo Jazz Club. Fattitaliani intervista Marco Pomar: l'umorismo difende dalla pesantezza dell'esistenza

Non potevamo lasciarvi soli, tra polpettoni e pandori. Non sarebbe stato carino. Torniamo per allietarvi, nuovamente in compagnia dei meravigliosi Jummi e i mocassini. Come sempre con repertorio nuovo, nuovi pezzi, nuovi monologhi, vecchie facce. E siccome siete appanzati come tacchini ripieni, vi aspettiamo alle 21:30, dopo cena, con formula 10 euro spettacolo+consumazione. 15,00 se si vuole tavolo e bottiglia di prosecco. Astenersi seriosi, sì perditempo. Questo è l'invito di Noto & Pomar pubblicato su Facebook all'evento di stasera alle 21,30 al Palermo Jazz Club (via Quintino Sella 51: per prenotare chiamare 366 7864007). Lo spettacolo s'intitola "Non rompeteci i veglioni" e proprio da qui parte l'intervista chattata di Fattitaliani a Marco Pomar.
Perché questo titolo così evocativo?
Il nostro spettacolo è quanto più lontano dal veglione ci possa essere. Tendiamo a dissacrare tutti i luoghi comuni, e il Capodanno con i trenini al ritmo di disco samba e lo spumante da 3 euro, lo è diventato.
Ti capita spesso di trascorrere le feste facendo serate? 
No. Il nostro duo è per tutte le stagioni. Cambiando sempre repertorio ci adattiamo alla stagione, al periodo, con canzoni e monologhi inerenti al periodo.
E chi sarebbero "Jummi e i mocassini"?
Jummo e i mocassini è un gruppo di musicisti/cabarettisti che esiste da 25 anni, e il cui leader è Manlio Noto. Per l'occasione si sono riiuniti e insieme divertiamo il numeroso pubblico accorso. Per questo motivo stasera torniamo con la stessa formazione. Di solito cambiamo sempre: Noto & Pomar con un ospite sempre diverso.
La sintonia e la collaborazione continua con Manlio Noto com'è nata?
Un anno e mezzo fa, quasi per gioco. Ho intuito subito che, nonostante gli stili completamente diversi, avremmo potuto integrarci benissimo. I tipi di umorismo sono assai compatibili. Per fortuna il pubblico ha gradito. Non è facile cambiare spettacolo ogni settimana e riempire sempre il Palermo Jazz Club in una serata come il Martedì.
Il pubblico palermitano che cosa apprezza in particolare? cambiate scaletta in base all'umore che percepite?
Anche. Di solito partiamo da un argomento come pretesto. Dall'eterno dualismo uomini/donne, agli inconvenienti e le "camurrie" quotidiane, fino alle parodie di canzoni famose. Poi sovente cambiamo in corsa, quando una storia dell'uno sollecita rimandi e idee nell'altro.
Quotidianamente diletti i tuoi amici di Facebook con le tue riflessioni divertenti... Hai pensato di raccoglierle prima o poi in un volume?
L'anno scorso l'ho fatto, con il diario Cronaca dannata, satira politica e sociale in pillole. Per il futuro credo che tornerò alla narrativa pura, la mia passione.
A Natale però hai postato una frase davvero amara: confermi i cliché che accompagnano i comici, cioè allegri in pubblico e malinconici nel privato?
In parte sì. L'umorismo è una chiave di lettura del mondo per difendersi dalla pesantezza dell'esistenza. Può funzionare, ma nasconde se non una tristezza, certamente una visione non superficiale delle cose.
E con i tuoi amici hai sempre la battuta pronta?
Non lo so, non la vivo come un obbligo. Mi piace scherzare su tutto, questo sì. Ci provo almeno.
Sei così bravo e originale... ricevuto proposte di collaborazione a livello nazionale? 
Ho vissuto un gran bel periodo collaborando con Fiorello. Poi distanza e impegni palermitani mi hanno allontanato. Proposte da attori locali tante. Selezionerò e vedrò.
Un accenno alla narrativa di cui sopra: in mente già un progetto delineato?
Probabilmente a primavera dovrebbe uscire una raccolta di miei racconti inediti. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Fattitaliani

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