ARTE, OPERE CIOCIARE SUL MERCATO

A.H.Dunouy:
La cascata verticale a Isola del Liri, fine 1700, 70x90 cm
Grazie ai media locali, la notizia dell’apparizione sul mercato di un’opera d’arte avente per oggetto la cascata verticale di Isola del Liri ha avuto a suo tempo ampia risonanza: a dimostrazione che le cose d’arte e di cultura sono più appetite e seguite di quanto i nostri s-governanti locali ritengano, nella loro ottusità e insensibilità, in questa materia naturalmente. 

In effetti si trattava dell’opera più importante e più completa e più maestosa anche nel formato, mai apparsa sulla cascata verticale di Isola del Liri, eseguita dall’artista verso il 1770 in occasione di un soggiorno in questi luoghi. Inoltre informammo che lo stesso artista dal medesimo punto di osservazione aveva realizzato anche la veduta della cascata del Valcatoio (oggi zittita e ammutolita, nella generale indifferenza) e che tale quadro gemello si trovava presso importante museo parigino ed esattamente nella biblioteca del Museo Marmottan. Detto quadro, grazie alla ricchezza di personaggi e di animali, grazie all’ampiezza e vastità della ripresa della immagine, alle sue dimensioni, al suo perfetto stato di conservazione, poteva essere considerato un affioramento, ripeto l’aggettivo: storico, eccezionale. Tanto più, anche un’occasione perché, grazie a certe circostanze veramente particolari e non frequenti sul mercato dell’arte, la sua valutazione era quella del costo di due-tre metri cubi di cemento armato (linguaggio caro e solo noto alle istituzioni) o di una utilitaria: al contrario quadri con queste caratteristiche, e sono enormemente rari, quando appaiono nei canali corretti e pertinenti, le stime si moltiplicano almeno per cinque! Oltre alla notizia sui media, fu consegnata a mano una lettera indirizzata al sindaco di Isola del Liri e un’altra inviata al presidente della Amministrazione Provinciale. Il sindaco di Isola del Liri: nessun cenno di vita: nella lettera a lui indirizzata avremmo dovuto parlare di asfalto e di cemento armato oppure di provolette e peperoni e non certamente di opere d’arte. Lo stesso dicasi per l’Amministrazione Provinciale la quale assieme alla Camera di Commercio, si sono trasformate in impresari ludici, quasi in agenzie di collocamento per intrattenimenti e per spettacoli vari, ritenendo in questo modo di fare cultura e arte: non ho approfondito ma sono certo che solo quest’anno 2014 le due istituzioni di cui sopra non credo che abbiano speso meno di 150/200.000,00 € ciascuno di soldi pubblici, per clarinetti e trombette, saltimbanchi, amenità varie, per mangiamenti e bevimenti… certamente non per Arte e Cultura.
Informiamo che il quadro di cui sopra è stato aggiudicato a circa ventimila Euro. Felicissimo acquisto per il fortunato compratore, grazie al sindaco di Isola del Liri e al presidente dell’amministrazione provinciale i quali due personaggi, in che mani ci troviamo, non hanno sntito nemmeno l’obbligo civile di rispondere alla lettera ricevuta!
Ora abbiamo di fronte altre…tentazioni: vanno in vendita alla fine del mese di gennaio a New York, due opere altrettanto significative concernenti la Ciociaria. Infatti la Ciociaria, si tenga sempre a mente o si apprenda, è un soggetto perfino fondamentale nell’ambito della Storia dell’Arte occidentale e della Cultura! Per merito tra l’altro del costume ciociaro e dei modelli di artista ciociari è quasi impensabile entrare in un museo del pianeta e non vedervi appeso almeno un quadro che non raffiguri uno di questi soggetti. Inutile ricordare che solo in Ciociaria di tali opere non ve ne è nemmeno una presso le pubbliche istituzioni! Ma torniamo alle nostre opere affiorate sul mercato: si tratta di un “Riposo durante la fuga in Egitto” della Sacra Famiglia (140x180 cm circa) del Cavalier d’Arpino e di un’opera rarissima intitolata dall’artista stesso: “La Cascata di Anitrella a quattro miglia da Isola di Sora” di Jakob Philipp Hackert (98x81 cm). Il quadro che raffigura la “Cascata di Anitrella” illustra uno spettacolo della natura veramente esistente all’epoca e cioè nel 1793, del quale ora sotto gli occhi abbiamo un documento fedele grazie al quadro: non si vada sui luoghi e assistere allo scempio che oggi è rimasto di tale spettacolo della natura! Ci si renderebbe conto quasi tangibilmente quale fondamentale funzione anche educativa esercitassero, e avrebbero esercitato anche oggi, la gogna e la berlina, se utilizzate e impiegate!!
Due opere ovviamente del massimo significato, semplicemente museali. Purtroppo siamo a New York e la casa d’asta è Sotheby e perciò, per rimanere coi paragoni, l’utilitaria è fuori luogo come pure i tre metri cubi di cemento armato: occorrono le Ferrari ma quelle fuori serie e i palazzi a dieci piani! Ma non si sa mai: chissà che il 2015 non porti anche un momento di resipiscenza per la pubblica istituzione o un atto di orgoglio da parte di qualche benpensante. Noi siamo sempre a disposizione per favorire e assistere.

Michele Santulli
Fattitaliani

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