L'autrice e cantante di successi come Lamette, Kobra, Di notte specialmente, Splendido splendente, Io ho te, Donatella, Estasi, This time, invece, non è mai stata incline ai compromessi e ai diktat esterni. Dopo un recente infortunio, è pronta ad abbracciare il suo pubblico rimettendosi in pista e a proporsi dal vivo con il suo variegato e ricco repertorio. Fattitaliani ha intervistato Gianluca Meis il quale racconta com'è nato il tutto:
“Pronto Rettore?
Mi chiamo Gianluca Meis e voglio scrivere un libro su di te.”
“Ok ma dimmi presto, bambolo, che sto facendo la spesa.”
Come lei stessa riconosce e non rinnega, Rettore è una figlia degli anni '80. Il suo grande successo ha le sue radici in quegli anni. Ricordare questa cosa, con la sua autoironia, non impedisce a chi la ama e la segue di godere anche di quello che continua a fare tutt'oggi. Non credo si tratti di relegare, soprattutto una come lei che di statico non ha proprio nulla.
Credo sia un'esperienza che accomuna molti rettoriani e non, che erano ragazzini come me al tempo di Kobra. Si parla di serate estive davanti al Festivalbar, quando non si era ancora grandi abbastanza da potersi permettere di tornare a casa dopo le 21.00. Si parla di una sorta di folgorazione davanti ad un personaggio sopra le righe, che incuriosiva e appassionava. Si parla di canzoni a cui ci si affezionava e al di fuori di quella sorta di tritarifiuti a ciclo continuo che è diventata la produzione italiana, in coda a talent e fuochi fatui.
Ho scritto prima quello che tu chiami "resto" o meglio lo avevo pronto da tempo, inseguendo la voglia di realizzare questo libro. Ho avuto poi l'occasione di incontrare Claudio Fucci, che è l'editore della Volilibero, con la quale ho collaborato per un saggio all'interno di "Crisco Disco" di Luca Locati Luciani. Gli ho parlato di questa idea e lui mi ha spinto a finire e a fargliela leggere. Quando poi ho realizzato l'intervista, avevo già ben presente tutto il materiale fino a quel momento raccolto. Leggendola ci si rende conto anche di come alla fine abbia deciso di utilizzare quel materiale.
Gli aggettivi sono quelli più ricorrenti all'interno di centinaia di articoli che ho raccolto su riviste e quotidiani. Con lei poi li abbiamo commentati e ascoltandola quelli di cui ho avuto diretto riscontro sono senz'altro: affascinante, generosa, imprevedibile... Su simpatica non ci piove. Tutti ben riassunti in unica.
Si capisce che Rettore ti ha accompagnato dall'infanzia fino ad oggi: per ogni capitolo e ogni canzone analizzata cogli l'occasione per parlare di te, fare un bilancio, riflettere... A questo punto della tua vita puoi dire di aver fatto bene ad essere rettoriano e non "gucciniano"?
Quello è un pretesto narrativo per parlare anche della società e di ciò che era importante a vario titolo nell'epoca presa in considerazione. Non volevo scrivere una biografia, diciamo così, convenzionale. Chi ama Rettore sa già tutto di lei. E chi non la segue che motivo avrebbe di leggere un libro su di lei? Ho cercato di raccontare anche altro che avesse tuttavia un aggancio con le canzoni e i dischi di Rettore. La storia di "Meno Guccini, più Rettore" ho scoperto ha divertito molti. Ed è vera per altro. Ho amato in modo diverso anche Guccini, ma a certa cultura che ti escludeva se non ti omologavi a determinati gusti musicali ho contrapposto il divertimento di cantare con gioia "Splendido Splendente", senza per questo sentirmi inferiore.
Rettore spesso si lamenta (a ragione) della ripetitività e monotonia della musica italiana attuale, degli squali che operano nell'ambiente, delle case discografiche oramai inesistenti... Tu che idea ti sei fatta?
Non conosco molto l'ambiente discografico. Faccio teatro, mi occupo di cultura. Al massimo posso dirti che ormai si punta sul sicuro. Su ciò che ha facile presa e garantisce un guadagno, a scapito di tutto il resto. Questo sì. E la ripetitività di standard che portano a vendere quei pochi cd che oramai si vendono sono spremuti fino all'osso.
Parlando con molte persone ho visto quanta curiosità ancora evochi Rettore. Tutti, anche quelli più critici, poi finivano col chiedermi come sta, cosa fa, come ha accolto l'idea di qusto progetto ecc. Il libro in parte assolve a queste curiosità. Per il resto racconta una passione, un mondo musicale, un modo di essere che si è anche un po' perso. Racconta anche di quegli anni di cui ancora viviamo le conseguenze. Giovanni Zambito.
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Gianluca Meis vive e lavora a Padova, dove si è laureato in Psicologia. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo libro, Traffico intenso sulla Serenissima (Edizioni Libreria Croce) e, nel 2009, ha partecipato, con un suo saggio-intervista su Paolo Poli, al libro di Andrea Jelardi In scena en travesti (Edizioni Libreria Croce), curato dalla critica Vittoria Ottolenghi. Nel 2010 è la volta del pamphlet I gay vanno in paradiso? (18:30 Edizioni). Nel 2013 un suo saggio sul camp è stato inserito in Crisco Disco (Vololiberoedizioni) di Luca Locati Luciani. Cura con altri scrittori il blog letterario www.svolgimentoblog.com. Ha pubblicato racconti e articoli per varie testate cartacee e online. Fa parte di una compagnia teatrale ed è il presidente dell’Associazione Teatro Amatoriale di Padova.
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